l'indagine

eCommerce, la Russia è il vero mercato estero per il Made in Italy

di Enzo Rimedio, comunicatore, giornalista |

La Russia è il mercato estero preferito per il 60% degli intervistati, seguita dal resto d’Europa con il 58%. È una piccola differenza, ma il dato è invece significativo per comprendere l’interesse dei russi nel Made in Italy.

Digital Coach è una scuola di formazione professionale specializzata nel digital marketing e ogni anno effettua diverse ricerche per tastare il polso della situazione italiana, intervistando dei professionisti del settore.

eCommerce e Made in Italy: la Russia in testa

Negli ultimi due mesi ha condotto un’indagine coinvolgendo 232 professionisti esperti di E-Commerce ed è emerso che la Russia è il mercato estero preferito per il 60% degli intervistati, seguita dal resto d’Europa con il 58%. È una piccola differenza, ma il dato è invece significativo per comprendere l’interesse dei russi nel Made in Italy. Solamente terzi gli USA, con il 28% dei prodotti venduti oltre oceano. Da evidenziare che il 37% degli e-commerce ha un mercato esclusivamente dedicato all’Italia.

Nell’indagine, a cui hanno preso parte manager, freelance e vari addetti specializzati nell’E-Commerce, per la maggior parte appartenenti ad aziende proprietarie di un negozio online, ha evidenziato che l’81% degli utenti effettua acquisti tramite uno smartphone, a cui va aggiunto un ulteriore punto percentuale per i tablet. Evidentemente la scelta di Google di alcuni anni fa di premiare il Mobile-first, con appositi indicizzazioni e ranking, è stata lungimirante, visto che, nonostante nell’ultimo anno si è vissuto molto a casa, le persone hanno acquistato prevalentemente da dispositivi mobile. Questo dato è ancor più supportato dal fatto che quasi totalità degli esperti (96,9%) afferma di avere un E-Commerce consultabile con un sito responsive (90,9%) o tramite app (6%).

Un dato molto interessante è quello relativo all’esistenza dell’attività di commercio elettronico prima dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19: l’81% degli intervistati dichiara che l’e-commerce era già attivo prima di Febbraio 2020. Segnale che l’infrastruttura tecnologica era già in piedi ma con meno mercato, tanto che dopo il primo lockdown, c’è stato sia un incremento delle vendite, che l’aumento del numero e della tipologia dei prodotti distribuiti.

A livello di marketing, l’indagine mette in evidenza che la forma principale di promozione è la SEO, quindi l’ottimizzazione dei contenuti affinché siano rintracciabili facilmente nelle ricerche sul web, seguita dalla pubblicità nei Social Media come Facebook e Instagram, piattaforme utilizzate anche per la possibilità di essere shoppable. Si difende molto bene l’utilizzo dello storico e-mail marketing, che è anche la principale strategia utilizzata per sollecitare il recupero di carrelli abbandonati.

Amazon in testa

Ma i vari Amazon, eBay e gli altri marketplace non stanno di certo a guardare, tanto che la piattaforma di Jeff Bezos è utilizzata da oltre il 50% delle aziende che hanno un proprio e-store, seguita da eBay con il 23,7%. Solo il 36,2% dichiara di non avere supporto dai vari marketplace.

Luca Papa, digital marketing manager di Digital Coach, a seguito della presentazione davanti a circa 200 partecipanti in un webinar ha dichiarato “I risultati della ricerca mettono in evidenza che l’e-commerce in Italia ha avuto una forte spinta nell’ultimo anno soprattutto in termini di vendita, ma non di infrastruttura in quanto era già preesistente. Altro dato importante è i relativi gestori dovranno migliorarsi sul digital marketing, perché solo il 10% dedica oltre il 25% del fatturato investendolo in tale area, che invece è quella che gli permetterà di fare la differenza anche nel futuro, ovviamente con la dovuta formazione.”