Il Rapporto

eCommerce, 20 milioni di italiani fanno shopping online. Mobile commerce +63% nel 2016 a 5 miliardi

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Siamo il quinto mercato ecommerce in Europa per valore. Preferiamo ancora il Pc per le chiudere le transazioni, ma cresce la mCommerce, soprattutto da smartphone. Spesa media che sfiora i 1000 euro a shopper e un 6% ancora non si fida.

Nonostante qualche problema infrastrutturale e il gap culturale rispetto ai grandi Paesi europei, un italiano su tre ha fatto acquisti online nel 206. Per l’esattezza, si legge in un Rapporto HiPay, 20,5 milioni di italiani hanno comprato beni e servizi su internet, per una spesa media procapite di 952 euro e un incremento delle vendite del 32% durante lo scorso anno.

Un dato che porta l’Italia a posizionarsi come quinto mercato ecommerce in Europa, a 19,6 miliardi di euro di fatturato. Circa il 26% delle transazioni è stato effettuato da rete mobile, di cui il 17% via smartphone e il 9% da tablet, per un incremento della mobile commerce del 63% su base annua.

Complessivamente, la mobile commerce italiana nel 2016 ha raggiunto un valore approssimativo di 5,09 miliardi di euro.

Il 74% delle operazioni ecommerce si è svolto sul tradizionale Pc di casa.

In base a quanto emerso dal Rapporto, quelle online rappresenta il 5% di tutte le vendite effettuate in Italia durante il 2016 (+1% sul 2015). In termini di segmenti, le vendite maggiori hanno riguardato il settore turistico (44%), seguito dall’elettronica (15%), abbigliamento e accessori (10%).

Il 54% degli acquisti ha riguardato i servizi, il restante beni. Oltre la metà degli utenti compra sempre su siti che già conosce. Solo il 6% degli italiani non si fida del commercio elettronico e un 2% non si trova a proprio agio con i sistemi di pagamento.

C’è anche un 3% di shoppers online che è insoddisfatto del servizio di consegna.

Per quanto riguarda i metodi di pagamento, la stragrande maggioranza degli italiani preferisce utilizzare carte prepagate fornite della propria banca (60%) e strumenti ormai molto diffusi come l’ewallet (31%).

Dando un’occhiata infine agli acquisti cross borders, fatti su siti di ecommerce stranieri, il 12,5% si è rivolto a piattaforme britanniche, il 9,6% tedesche, il 5,8% francesi.

Dati che fanno ben sperare e che in parte sorprendono. In un nostro precedente articolo abbiamo avuto modo di constatare quanto siamo indietro rispetto ai principali competitor Ue (Germania, Gran Bretagna, Francia e Paesi scandinavi), dove la penetrazione dell’ecommerce è fino a quattro volte più forte, ma il trend, anche se debole, è in crescita.

Il problema è che non tutte le aziende hanno attivato il servizio di commercio elettronico. Ad essere penalizzato da tale ritardo è proprio il nostro Made in Italy, ma anche i cittadini stessi, che non trovano un ecosistema nazionale maturo di cui fidarsi e in cui operare.

Come visto, la diffidenza verso le soluzioni di pagamento e di consegna è elevata. In più, confermano le indagini di ImpresaLavoro e Eurostat, solo il 29% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni ha effettuato un acquisto online nell’ultimo anno, dato che ci pone vicino a Cipro, Bulgaria e Romania e a distanze siderali da Francia, Germania e Inghilterra, con una percentuale quasi del triplo per il Regno Unito (83%).