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Droni, la cinese DJI inserita nella black list Usa: “Legami con l’esercito cinese”

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Nei giorni scorsi sei società impegnate nel panorama della robotica hanno firmato e pubblicato una lettera aperta allo scopo di sensibilizzare e avvertire l'opinione pubblica sui pericoli derivanti dall'armamento di robot originariamente concepiti per uso generale.

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha inserito DJI, uno dei più importanti costruttori di droni, in una nuova lista di 13 società cinesi con presunti legami con l’esercito della Cina.

Nel comunicato con cui ha aggiornato la lista, il Dipartimento si dice determinato a “evidenziare e contrastare la strategia di fusione militare-civile della Repubblica Popolare Cinese, che sostiene gli obiettivi di modernizzazione dell’Esercito Popolare di Liberazione assicurando l’accesso a tecnologie avanzate e competenze acquisite e sviluppate da aziende, università e programmi di ricerca della RPC che sembrano entità civili.”

Nel 2021 il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti aveva già impedito alle persone con sede negli Stati Uniti di negoziare azioni di DJI e di altre sette società cinesi perché sospettate di essere coinvolte nella sorveglianza della minoranza etnica cinese degli Uiguri.

DJI si difende: “Non progettiamo e non vendiamo armi”

Un portavoce di DJI ha dichiarato ad Al Jazeera che l’azienda scoraggia l’uso militare dei suoi prodotti e si è opposta alla sua inclusione nella lista nera. Lo ha dimostrato anche con lo stop alle vendite in Ucraina e Russia dei propri prodotti perché, ha detto DJI, non vuole che i suoi droni siano usati in combattimento.

Il portavoce di DJI ha inoltre detto che non c’è alcun motivo per cui la società si stata indicata come “azienda militare cinese”, aggiungendo che “DJI non è un’azienda militare in Cina, negli Stati Uniti o altrove. DJI non ha mai progettato o prodotto apparecchiature di livello militare e non ha mai commercializzato o venduto i suoi prodotti per uso militare in nessun Paese. Al contrario, abbiamo sempre sviluppato prodotti a beneficio della società e per salvare vite umane. Siamo pronti a contestare formalmente la nostra inclusione nella lista.”

I droni che rilasciano cani da guerra: il video dell’esercito cinese

Guerra e robot: un binomio pericoloso. Recentemente è apparso sul web un video abbastanza inquietante. L’esercito cinese ha mostrato droni in grado di trasportare robot dog armati in qualsiasi luogo. Il filmato mostra un drone (si pensa sia un drone DJI) che si avvicina a un tetto trasportando un cane robot armato di mitragliatrice.

I cani robot da combattimento possono essere inseriti direttamente nell’anello debole dietro il nemico per lanciare un attacco a sorpresa o possono essere posizionati sul tetto nemico.

L’appello dei costruttori di Robot: “Non armate i nostri prodotti”

Non c’è mai stato un momento migliore come questo per cercare di opporsi all’armamento dei robot. Nei giorni scorsi 6 società impegnate nel panorama della robotica hanno firmato e pubblicato una lettera aperta allo scopo di sensibilizzare e avvertire l’opinione pubblica sui pericoli derivanti dall’armamento di robot originariamente concepiti “per uso generale” e sull’uso improprio pubblico e non autorizzato dei loro prodotti.

Agility Robotics, ANYbotics, Boston Dynamics, Clearpath Robotics, Open Robotics e Unitree Robotics, queste le sei firmatarie della lettera, hanno espresso la loro preoccupazione su i rischi di “danni e gravi problemi etici” che potrebbero nascere dall’armare i loro prodotti pensati per un uso generico e non militare, temendo che tale pratica possa minare la fiducia del pubblico nella tecnologia.

“Ci impegniamo a non armare i nostri robot per uso generico a mobilità avanzata o il software che sviluppiamo che consente la robotica avanzata, e non supporteremo altri nel fare ciò” hanno dichiarato le sei società.

“Ora sentiamo una rinnovata urgenza alla luce della crescente preoccupazione pubblica negli ultimi mesi causata da un piccolo numero di persone che hanno visibilmente pubblicizzato le loro improvvisazioni per armare robot commercialmente disponibili”.

Le sei società auspicano una collaborazione da parte dei responsabili politici perché venga promosso un uso e impiego sicuro dei robot “civili” e per vietarne l’uso improprio.

“Siamo convinti che i vantaggi per l’umanità di queste tecnologie superino di gran lunga il rischio di un uso improprio e siamo entusiasti di un futuro luminoso in cui esseri umani e robot lavoreranno fianco a fianco per affrontare alcune delle sfide del mondo” conclude la lettera.