Ritratto

Democrazia Futura. Roberto Calasso, il romanzo di un “impuro folle”

di Italo Moscati, scrittore, sceneggiatore, regista, critico televisivo critico teatrale e critico cinematografico italiano |

Italo Moscati rievoca la figura di un grande scrittore, fondatore della casa editrice Adelphi. L’inquietudine di un protagonista della cultura e dell’editoria italiana a cavallo fra due secoli.

Italo Moscati

Italo Moscati completa la Rassegna di varia umanità rievocando la figura di un grande scrittore, fondatore della casa editrice Adelphi, nel suo pezzo “Roberto Calasso, il romanzo di un “impuro folle”. In questo breve ritratto emerge – così recita l’occhiello – “L’inquietudine di un protagonista della cultura e dell’editoria italiana a cavallo fra due secoli”. “Calasso ha fatto di tutto – scrive Moscati – tra Firenze, Roma e Milano ha preso treni e automobili per studiare e imparare a fare una casa editrice con pezzi da novanta come Roberto Bazlen e Luciano Foà. Corrono. Roberto – aggiunge Moscati – si carica sulle spalle la gerla di scrivere e di fare l’editore, una macchina umana a caccia di testi, nomi come Ignazio di Loyola, Friedrich Nietzsche, Karl Kraus, Franz Kafka, Frank Wedekind … e ancora Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, e una tonnellata di suoi testi. Calma. Respirate. Devo spiare. L’elenco diventa suo più volte. Una frana di testi che trascina con sé, nella sua prodigiosa avidità”. Moscati ne sottolinea “L’inquietudine di essere presente ovunque” rievocando da un lato “Il caso letterario delle Memorie intime di Simenon”: “Calasso volle pubblicare il “suo” Simenon, cercando nella letteratura, nelle pagine di un ultimo segno, il volo dei tanti voli incrociati con i “suoi” scrittori. Un ricordo da letterato a letterato”, dall’altro “la voglia di vivere” e, infine, “gli incontri a Simi, isola tra Grecia e Turchia”.

Roberto Calasso
Roberto Calasso

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Poche righe per cominciare. Sono tratte da quelle dedicate al primo romanzo scritto da Roberto Calasso: “…Saggista e narratore, scrittore e editore italiano, proprietario e direttore editoriale della casa editrice Adelphi. I suoi libri sono tradotti in venticinque lingue e pubblicati in vent’otto paesi”. Segue un elenco che di forza scatena testate  e titoli. Geografia del mondo lungo, ampio. Libri, pagine, pensieri.

Il titolo del suo primo libro è obbligatorio, illuminante, eccolo, diretto: L’impuro folle (1). Arriva col tempo giusto, regolati i conti con gli studi e con gli amori.

Calasso, nato a Firenze nel maggio 1941, respira la guerra già scoppiata, accesa nel settembre 1939 dalla Germania di Hitler, assassino in divisa, geloso inventore di grandi forni, creatore di morte. L’impuro folle è meraviglioso nel volo nei cieli del mondo, apre una storia segreta raccontata da un “obliquo” cronista che stende un rapporto su fatti che i libri non avevano degnato di menzionare. Storie clamorose: catene di assassini in cielo e in terra. Quell’“obliquo” dice tutto.

Il libro è del 1974, Roberto ha trentatré anni.

Una macchina umana a caccia di testi

Calasso ha fatto di tutto: tra Firenze, Roma e Milano ha preso treni e automobili per studiare e imparare a fare una casa editrice con pezzi da novanta come Roberto Bazlen e Luciano Foà. Corrono. Roberto si carica sulle spalle la gerla di scrivere e di fare l’editore, una macchina umana a caccia di testi, nomi come Ignazio di Loyola, Friedrich Nietzsche, Karl Kraus, Franz Kafka, Frank Wedekind … e ancora Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, e una tonnellata di suoi testi.

Calma. Respirate. Devo spiare. L’elenco diventa suo più volte. Una frana di testi che trascina con sé, nella sua prodigiosa avidità.

Faccio ancora qualche nome e poi basta: titoli, marcati dal Calasso che sfoggia le maniche arrotolate: da Le nozze di Cadmo e Armonia (1988) (2), Ka (dai Veda al Buddha) (3), K. (ossia Franz Kafka) (4), Il rosa Tiepolo (ovvero Giambattista Tiepolo) (5), La Folie Baudelaire (dedicato al poeta Charles Baudelaire) (6) eccetera, fino a La follia che viene dalle Ninfe (2005) (7) in cui propone un chiave di lettura “mitologica” di Lolita, citata nella prefazione di Pietro Citati all’edizione del romanzo di Vladimir Nabokov ripubblicata da Adelphi (8).  

E’ una cascata senza freni, distillata da diversi fontane nei temi e nella ricerca senza posa. Calasso (si) propone così di meritare di essere il vero “impuro folle” nel respirare, giocando con ironia e sapienza la valigia piena di libri con cui va di premio in premio, per abusare e conquistare l’amore di una macchina gelosamente perfetta e viva, curiosa e affamata di letteratura ma anche di altro.

L’inquietudine di essere presente ovunque. Il caso letterario delle Memorie intime di Simenon

Frequentando Calasso fra incontri e viaggi premio per la sua casa editrice tumultuosa ma esatta risultava la capacità del “folle” puro o impuro, nel padroneggiare teatro, cinema, giocoliere. Il “folle”, protagonista di ricerche letterarie, chiamava a sé una magica continuità nel trasformare la gran quantità di riconoscimenti che raccoglieva sia come editore sia come autore.

Spasimava nell’inquietudine di essere presente ovunque nelle conferme nei viaggi nei suoi giorni movimentati o riservati nello scegliere e nello scrivere. Cercava ovunque nel Mondo intero della letteratura, ma anche negli spazi che sembravano lontani, identità capaci di diventare –  confermate nel loro valore – i romanzi di grande fascinazione, come quelli di Georges Simenon. Uno di questi è Memorie intime (9), l’ultimo libro. Simenon nel 1980 rompe la promessa fatta otto prima alla figlia Nicole, scrive di pugno il romanzo autobiografico, intenso, doloroso. Una sintesi della lettura delle lettere, delle agende, delle poesie, delle cassette lasciate dalla figlia. Spargerà le ceneri nel giardino della casa svizzera. Simenon detta cosi il suo messaggio per sempre. Travolgente e indimenticabile.  Calasso volle pubblicare il “suo” Simenon, cercando nella letteratura, nelle pagine di un ultimo segno, il volo dei tanti voli incrociati con i “suoi” scrittori. Un ricordo da letterato a letterato.

La voglia di vivere

Calasso era stato sposato dal 1968 alla morte, con una sensibile scrittrice svizzera, Fleur Jaeggy, alla quale aveva detto prima di morire “amo il vuoto, vorrei solo la macchina da scrivere”. E Calasso, “puro senza follia” , ebbe poi due figli con Anna Katkarina Fronhlich: Josephine e Tancredi. Roberto amava la voglia di vivere.

Lo avevo sempre saputo. Ma gli incontri si erano allentati, saltavano fuori dagli anni del passato, sfogliando i sogni del passato e le epoche evocate nella fantasia, con l’umiltà di nutrirla e di scoprirla con pazienza, e molto amore, per viaggi solitari con e per sensibili lettori.

Grazie, Roberto, ricordi gli incontri a Simi, isola tra Grecia e Turchia…? Erano stati belli … e vivono ancora, follie gentili …

Note al testo

(1) Roberto Calasso, L’impuro folle, Milano, Adelphi, 1974, 120 p.

(2) Roberto Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia, Milano, Adelphi, 1988, 465 p.

(3) Roberto Calasso, KA, Milano, Adelphi, 1996, 530 p.

(4) Roberto Calasso, K., Milano, Adelphi, 2002, 360 p.

(5) Roberto Calasso, Il rosa Tiepolo, Milano, Adelphi, 320 p.

(6) Roberto Calasso, La Folie Baudelaire, Milano, Adelphi, 2008, 425 p.

(7) Roberto Calasso, La follia che viene dalle Ninfe, Milano, Adelphi, 2005, 131 p.

(8) Pietro Citati, “introduzione” a Vladimir Nabokov, Lolita, Milano, Adelphi, 1993, 395 p. Si tratta di un rifacimento per l’edizione Adelphi dell’introduzione di Pietro Citati pubblicata originariamente per l’edizione del 1970 uscita per i tipi di Mondadori.

(9) Georges Simenon, Mémoires intimes. Suivi du livre de Marie-Jo. Préface de Dominique Fernandez, Paris, Presses de la Cité, 1981, 752 p. Traduzione italiana di Laura Frausin Guarino: Memorie intime. Seguite dal Libro di Marie-Jo, Milano, Adelphi, 1228 p.