I 'graditi' doveri

Democrazia Futura. Diritto e/o dovere di vaccinarsi

di Pier Luigi Gregori, giornalista e studioso esperto di diritto costituzionale |

La questione vaccinale esaminata sotto un profilo etico e giuridico da Pier Luigi Gregori, giornalista e studioso esperto di diritto costituzionale.

Pier Luigi Gregori

La questione vaccinale oggetto di polemiche in tutto il periodo estivo viene esaminata sotto un profilo etico e giuridico da Pier Luigi Gregori, giornalista e studioso esperto di diritto costituzionale, che in tema di “diritto e/o dovere di vaccinarsi” risponde con convinzione intitolando il pezzo “I ‘graditi’ doveri”.  Precisando nel primo paragrafo: “I … graditi doveri secondo una diversa ottica segnata da sentimento e responsabilità (non per ‘timor di pena’ ma per fraterno altruismo a sé stessi e al prossimo…)”. Per Gregori “Il dilemma sulla libera scelta di vaccinarsi o meno a fronte dell’invito a immunizzarsi da tutto il mondo della scienza rinvia al concetto di doverosità o più legalmente obbligatorietà di questo importante atto. Vengono sollevati in pratica sia il problema di una libera coscienza, una sicura opzione di solidarietà, un rispetto verso la propria ed altrui persona nella difesa della salute privata e pubblica. E’ in questo modo che dobbiamo circoscrivere il significato del dovere di vaccinarsi lasciando stemperare teorie più o meno punitive e/o minacciose conseguenti all’inadempimento della vaccinazione […] Pertanto – a parere dell’esperto di diritto costituzionale – prima di tutto stanno i diritti naturali e principali della persona i quali hanno assoluta protezione proprio a fronte dei doveri altrettanto protetti per la cosiddetta corrispettività fra le due figure. E’ questa una imprescindibile constatazione per riferirci al lato doveroso dei principi costituzionali e delle norme in generale e poi in particolare nella attuale situazione di emergenza al dovere di vaccinarci per contrastare l’evento pandemico”.


I …graditi doveri secondo una diversa ottica segnata da sentimento e responsabilità (non per ‘timor di pena’ ma per fraterno altruismo a sé stessi e al prossimo…)

Su una popolazione complessiva di circa 60 milioni di residenti in Italia quasi un quinto dei cittadini ha ricevuto una vaccinazione completa contro il Covid 19; il 20 per cento una sola dose mentre il 61 per cento, circa 36 milioni di italiani, deve essere ancora vaccinato. Secondo questo sondaggio effettuato da Demopolis a fine luglio 2021 se il 44 per cento attende che sia il suo turno altri appaiono più dubbiosi: un quarto motiva le remore con il timore di effetti collaterali o con una scarsa fiducia nel vaccino; il 20 per cento ammette che ha inteso evitare Astra Zeneca; il 18 per cento ritiene che i contagi sono diminuiti e che non serva più vaccinarsi contro il Coronavirus.

Il dilemma sulla libera scelta di vaccinarsi o meno a fronte dell’invito a immunizzarsi da tutto il mondo della scienza rinvia al concetto di doverosità o più legalmente obbligatorietà di questo importante atto. Vengono sollevati in pratica sia il problema di una libera coscienza, una sicura opzione di solidarietà, un rispetto verso la propria ed altrui persona nella difesa della salute privata e pubblica.

E’ in questo modo che dobbiamo circoscrivere il significato del dovere di vaccinarsi lasciando stemperare teorie più o meno punitive e/o minacciose conseguenti all’inadempimento della vaccinazione.

Chissà quante volte nella nostra infanzia i genitori ci hanno invitato, magari con una ciabatta (o altri modelli) in mano, a compiere i nostri doveri di figli e di buoni cittadini minacciando di lanciare le scarpe nella nostra direzione in caso di inottemperanza a quegli obblighi. Ovviamente non tutti i papà e le mamme avranno brandito strani arnesi di offesa per costringere alla doverosità di certi comportamenti i propri ragazzi adottando sistemi per così dire più sfumati. Sta di fatto che comunque quei doveri erano in ogni caso considerati come pesi, zavorre opprimenti, costrizioni insopportabili, situazioni di vessazione talvolta forieri di violenze verbali e/o fisiche.

Anche con l’età matura le cose non sono cambiate. Si intende dire che il concetto di dovere è rimasto anche tra gli adulti come tedioso comportamento fino a introdursi nelle scienze giuridiche (ma non solo) come piatte e fredde situazioni nelle quali il termine ‘obbligo’ è ancora considerato più per la sanzione quasi intimidatoria alla sua inadempienza che per il valore e l’importanza del comportamento che lo esprime.

Sia ben inteso un certo grado di ammonimento deve pur esserci nei doveri per pretenderne l’osservanza anche per agire sulla libertà della persona e delle sue scelte al fine di responsabilizzarla; ma il dovere per come lo intendiamo nella prassi comune necessita di una modificazione culturale, ‘relazionale’, di compartecipazione al bene comune per il bene di ognuno effetti di un vissuto interiore positivo.

Arrivando a riflettere sul rapporto che abbiamo con le Istituzioni come cittadini possediamo poteri, facoltà, diritti e pretese giuridiche ‘naturali’ e/o riconosciuti dallo Stato e dagli Organismi Europei con la possibilità di esercitarli nei limiti e nei confini del rispetto dei diritti altrui ma possediamo anche doveri in funzione proprio dell’ esercizio dei primi.

I diritti fondamentali che chiamiamo personalissimi, primi fra tutti quello di libertà si confermano sacri e inviolabili frutto di tante battaglie anche di sangue nella storia che hanno generato Carte internazionali e nazionali ma soprattutto coscienze di fraterno rispetto fra i popoli e fra le persone.

Pertanto prima di tutto stanno i diritti naturali e principali della persona i quali hanno assoluta protezione proprio a fronte dei doveri altrettanto protetti per la cosiddetta corrispettività fra le due figure. E’ questa una imprescindibile constatazione per riferirci al lato doveroso dei principi costituzionali e delle norme in generale e poi in particolare nella attuale situazione di emergenza al dovere di vaccinarci per contrastare l’evento pandemico.

Un nuovo stile di dovere

Il concetto di dovere in verità, anche se la filosofia si sofferma di tanto in tanto su di esso, non è mai stato approfondito dal punto di vista etico e giuridico valendo negli ultimi tre secoli le ispirazioni dell’Illuminismo che aveva centrato l’attenzione esclusivamente ai diritti assoluti o relativi e soggettivi.

Nell’antichità laddove era spesso prevalente l’identificazione della comunità con il re, il sovrano o il signore, i diritti erano considerati, se esistenti o ammessi, come condizionati alla primaria soddisfazione di quelli del principe e quindi in pratica dominavano i doveri dei sudditi nella realtà spesso vessazioni e prevaricazioni in spregio ai veri diritti fondamentali. Ma anche nell’Illuminismo e sino a oggi l’esercizio dei doveri era ed è considerato ancora un gravame quasi punitivo e costrittivo della libertà.

Non possiamo pertanto che provare a identificare, definendolo, il concetto di dovere molte volte frainteso ed equivocato con altri termini che dal lessico non solo giuridico ma da quello corrente giunge ad un significato forse dimenticato dalle persone ma che ciascuna di esse può ritrovare nel proprio intimo se chiede alle proprie coscienze e sensibilità spiegazioni più soddisfacenti. E’ l’urgenza di circoscrivere il significato di dovere come foriero di libertà nell’esprimerlo e viverlo conforme ad una naturale relazionalità e alterità con i nostri simili con i quali conviviamo su questo pianeta.

Come dovrebbe essere… il dovere

il Dovere ancora viene inteso secondo l’ antiquata ideologia del mero obbligo (ob-ligare = assoggettarsi verso qualcuno) moralistico mentre andrebbe vissuto come libera e convinta disponibilità responsabilizzata verso il prossimo ( e verso sé stessi) espressione di una solidarietà e vicinanza agli altri che fa del bene non solo a chi la riceve ma anche a chi la offre. Significato che esalta l’io relazionale superando situazioni di individualismo spesso cronicizzato da comportamenti di intolleranza verso le altre persone e talvolta esasperato da atteggiamenti di superbia e prevaricazione impedendo inoltre l’ascolto delle altrui opinioni o proposte.

Non dunque costrizione alienante ma partecipazione solidale alla edificazione di una nuova filosofia di vita, di un nuovo stile di esistenza personale di rispetto di sé stessi e di relazioni umane, sociali e politiche. In tale stile di vita il dovere dovrebbe ‘remunerare’ gratificandolo chi lo esercita e soddisfare chi ha il corrispondente diritto . Colui che esercita il dovere ha peraltro un corrispondente ‘diritto a poterlo esercitare’ proprio in vista della suddetta personale gratificazione a ‘donarsi’ verso gli altri. E se ciò è conforme, nel caso, anche a obblighi giuridici, appare quella soddisfazione all’esercizio della prossimità relazionale insita nel cuore di ogni essere umano ma che ancora si ha il timore di far emergere.      

Il dovere di vaccinarsi e la rinascita delle coscienze

Potrebbe significare un tentativo di rinnovare e per così dire trasfigurare la Legge fondamentale dello Stato e le norme in generale secondo una concezione del dovere purificata da canoni ormai corrosi e caratterizzati da continua conflittualità fra diritti e doveri dei cittadini, fra questi ultimi e fra essi e le istituzioni.

Va ricordato in ogni caso che la premessa a tutte le riflessioni seguenti è la incomprimibile difesa dei diritti fondamentali di libertà e naturali riconosciuti dalla Costituzione i quali si dimostrano i ‘fratelli maggiori’ dei doveri a fronte della necessaria legittimazione dei secondi in condizione di reciprocità.

Così anche sulla tematica della pandemia che stiamo soffrendo le considerazioni che abbiamo tentato di costruire possono rinviare al dovere di vaccinarsi non in base ad una costrizione tale da annullare la libertà di scelta ma ad una disponibilità all’aiuto verso il prossimo che sia reciprocamente aiuto verso sé stessi e questo conforme ad una vera rinascita delle coscienze. Un’indicazione e un percorso di relazioni per la costruzione di un nuovo sistema di vita meno conflittuale abile a rigenerarci nelle umane relazioni.

La vaccinazione se resa obbligatoria da provvedimenti legislativi come attualmente si prevede per determinate categorie alla pari della generalità dei trattamenti sanitari obbligatori può trovare fondamento giuridico-costituzionale nell’ “adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà all’art. 2 della Costituzione” sempre nel rispetto della dignità della persona e dei suoi diritti civili e politici. Doveri inderogabili segni di una profonda solidarietà del cittadino soprattutto verso chi soffre o è in condizioni di indigenza.

Difatti se le vaccinazioni obbligatorie rispondono all’esigenza di garantire anche l’interesse della collettività alla salute d’altra parte esse esprimono le modalità di esercizio del dovere inderogabile di solidarietà quali prestazioni personali a favore di una generalità di soggetti anche non direttamente riferibili alla sfera personale dell’obbligato. Ma anche in questo caso dunque quell’obbligo va inteso nel senso che abbiamo dato al comportamento doveroso in genere: altruista con i benefici reciproci nell’esercizio del medesimo gratificando sé stessi e le persone cui ci relazioniamo con il convincimento che in questo pianeta non siamo e non saremo mai soli ad ammalarci e a guarire.

“La responsabilità comincia da noi, vaccinarsi è un dovere – ha detto il Presidente Mattarella – non in obbedienza ad un principio astratto ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti ai gravi pericoli”

Mentre scriviamo Il presidente Draghi sembra sintetizzare come sempre le decisioni delle varie componenti del Governo intese a rafforzare la campagna vaccinale sulle varie fasce di età non escludendo la via dell’obbligo all’immunizzazione per tutti i lavoratori del settore pubblico e di quello privato.

Rimangono i vari problemi connessi con il green pass ormai obbligatorio per tutti, però osteggiato da diverse fasce della popolazione e che in fondo rimanda ai quesiti e alle considerazioni che abbiamo sopra indicato. Serve una campagna culturale di prevenzione e nazionali e continentali. La ‘barca’ è una sola e dobbiamo governarla unitariamente dalle tempeste.profilassi sulla salute del resto sempre più interconnessa ai problemi climatici e ambientali. E’ la nuova sfida non solo dell’Italia ma di un pianeta verso il superamento dei vari egoismi