Chi vorrà costruire nuovi data center in Italia non potrà fare qualsiasi cosa in barba alle regole, per via di una “deroga alle norme e agli strumenti urbanistici”. Fortunatamente per il territorio del nostro Paese, la deroga è stata cancellata e sostituita con “semplificazione della normativa urbanistica”. Questa è una delle principali novità contenute negli emendamenti approvati in Commissione Trasporti, Poste e TLC con cui cambia – radicalmente – la legge delega al Governo per normare i data center.
Per migliorare il testo, chiedendone di cancellare alcune storture e le discriminazioni, Key4Biz nella prima settimana di agosto scorso ha iniziato una campaign con una serie di interviste a partire dal relatore del testo Vincenzo Amich (FDI), poi con i primi firmatari delle altre proposte di legge poi confluite nel testo unico, come Antonino Iaria (M5S) e Giulia Pastorella (Azione), passando poi con Andrea Casu (PD) “Non costruire la scorciatoia per qualcuno” fino ai rappresentanti di AIIP, in primis con il suo presidente Giuliano Peritore “La norma favorisce le Big Tech e dà il colpo di grazia all’ecosistema italiano dell’innovazione” e poi con Antonio Baldassara “La norma un escamotage per favorire i ‘palazzinari’ tecnologici”.
A 4 mesi dalla pubblicazione dei nostri articoli, possiamo dire che i frutti sono stati raccolti.
Data Center, le 4 novità:
- Non più “deroga alle norme e agli strumenti urbanistici, ma “semplificazione della normativa urbanistica”.
- i data center esistenti non vengono più esclusi dall’ambito di applicazione della legge. Inizialmente, erano stati tagliati fuori. Una follia.
- Per cui, se nei decreti attuativi dovesse essere istituito un beneficio questo dovrà essere anche a favore dei data center esistenti, ossia a chi ha già investito in Italia per realizzare i data center.
- Sul codice ATECO è stata effettuata una correzione di forma. Prima era esclusivo per la “costruzione e indirettamente potenziamento” ora è esplicito che riguarda anche “ampliamento o gestione”.
I rischi scongiurati
Con questa nuova versione, il testo della legge delega al Governo ora ci sembra davvero migliorato e pronto per raggiungere il suo scopo iniziale: “offrire finalmente”, come ci aveva spiegato l’onorevole Pastorella, “una risposta concreta ai numerosi amministratori locali che, in assenza di iter autorizzativi chiari e uniformi, si sono trovati in seria difficoltà nel gestire le richieste di insediamento di data center nei propri territori. Molti sindaci e assessori si sono rivolti al Legislatore per avere un riferimento normativo certo, e spero che questa legge venga presto approvata per garantire loro una cornice regolatoria chiara e coerente”.
“In assenza di un quadro normativo chiaro”, aveva raccontato a Key4Biz la deputata di Azione, “il rischio è quello di perpetuare l’attuale concentrazione di data center nell’area del Milanese, a scapito di altre zone del Paese – in particolare del Sud – che presentano grandi potenzialità, soprattutto grazie alla disponibilità di energia, anche rinnovabile. Una distribuzione più equa, favorita dalla proposta di legge, rappresenterebbe un’opportunità di sviluppo che non possiamo permetterci di perdere”.

