#Cyberbullismo, ne esistono più forme. ‘Non demonizzare il web ma promuovere azioni consapevoli’

di Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, Presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico |

Ospitiamo la riflessione della psicoterapeuta Paola Vinciguerra, all'indomani degli ultimi gravi casi di cronaca legati alla circolazione online di video hard: il suicidio di Tiziana Cantone e lo stupro della ragazza di Rimini filmato con gli smatphone dalle amiche

Impossibile non accorgersi dello sviluppo che ha avuto la tecnologia negli ultimi anni. La sempre maggiore diffusione dei social network può destare qualche preoccupazione. I ragazzi di oggi, infatti, sacrificano sempre di più le relazioni “reali” incentivando quelle “telematiche”. Inoltre è innegabile che se da una parte la rete comporta innumerevoli vantaggi, nasconde anche tanti rischi.

Si sente sempre più spesso parlare di ragazzi che pur di fare un selfie originale rischiano la vita sui binari del treno o di ragazze che pur di far ingelosire il fidanzato si prestano a mostrarsi in video hard per poi finire su internet e pentirsi amaramente, fino ad arrivare a gesti estremi. Tra le “piaghe” che affliggono il web non si può non citare il cyber bullismo. Questo può manifestarsi attraverso:

  • Flaming: messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in un forum;
  • Molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti;
  • Sostituzione di persona: farsi passare per un altro;
  • Rivelazioni: pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un’altra persona;
  • Inganno: ottenere la fiducia di qualcuno per poi pubblicare, o condividere, con altre persone informazioni confidenziali;
  • Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per emarginarla;
  • Cyber-persecuzione: molestie e minacce tese ad incutere paura.

Tra i nuovi “disturbi tecnologici” non va, inoltre, dimenticata l’internet addiction, che consiste nel bisogno compulsivo di essere sempre connessi alla Rete.

Tutto ciò ci potrebbe spaventare e portare a demonizzare il web. Purtroppo non è così semplice, ormai siamo tutti “animali digitali” e non possiamo più fare a meno della tecnologia che ci accompagna in tutta la nostra esistenza. Ciò che è bene fare, però, è promuoverne un utilizzo consapevole ed informato riguardo alle conseguenze ed ai rischi che comporta un uso incontrollato della Rete soprattutto per i ragazzi. Quest’ultimi, infatti, se non guidati nell’esplorazione del web, rischiano di proiettare un “sé” inesistente sui diversi gruppi social. Ciò potrebbe compromettere il normale sviluppo della loro identità che non si formerebbe più attraverso un sano percorso di stima di sé e ricerca di autonomia. C’è il rischio concreto che si sviluppino tra i più giovani gravi patologie e disturbi antisociali, come già testimoniato dalle ragazzine che riprendono sghignazzando lo stupro della loro amica e poi lo pubblicano sul web. La mancanza di empatia è un danno sociale enorme poiché rischia di portarci al totale disinteresse verso cosa succede agli altri. Per il momento ci troviamo di fronte ad episodi poco frequenti, ma non possiamo non chiederci cosa e come dobbiamo intervenire per correggere, non il web, ma le modalità con cui i nostri figli si rapportano ad esso, in modo da fargli capire che la meta da raggiungere non è l’apparire, ma l’ESSERE.