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Crescita Digitale: la Commissione Ue sblocca i fondi strutturali per il piano

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Dopo un anno e mezzo, la Commissione Europea ha dato il via libera alla pubblicazione della versione definitiva del Piano Crescita Digitale, conditio sine qua non per l’impiego dei fondi strutturali europei destinati al digitale.

Via libera di Bruxelles all’utilizzo dei fondi strutturali per il piano Crescita Digitale dell’Italia. Ieri sera l’AgID ha pubblicato sul sito la versione definitiva della “Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020”, il documento approvato una prima volta a marzo del 2015 in Consiglio dei Ministri che contiene le priorità sul fronte della digitalizzazione del paese: la Commissione Europea, in linea con l’art.19 del Regolamento UE n. 1303 del 2013, riguardante le “disposizioni comuni” per i fondi strutturali del ciclo di programmazione 2014-2020, ha dato ieri il via libera al documento nella sua versione più aggiornata, modificata e integrata a seguito delle richieste formulate nel corso della valutazione (clicca qui per il documento in Pdf).

Prima conseguenza pratica del via libera di Bruxelles è lo sblocco di 1,2 miliardi di fondi strutturali destinati da amministrazioni centrali e regioni al raggiungimento dell’obiettivo “Agenda Digitale” (Obiettivo Tematico 2 delle politiche di coesione a sostegno della crescita per il periodo 2014-2020), che si aggiungono alle altre risorse messe in campo per l’attuazione della Strategia. Si tratta, come evidenzia il documento, “di risorse finanziarie a completamento del valore allocato dalle Regioni per l’OT2 – Crescita Digitale per 862 milioni di euro, individuabili negli Assi dei POR FESR 2014-2020 relativi ad altri Obiettivi Tematici, ma afferenti ad azioni che concorrono al raggiungimento degli obiettivi della strategia per la Crescita Digitale”.

Il rispetto delle linee strategiche del Crescita Digitale rappresenta la condizione ex-ante per l’impiego dei fondi strutturali europei presenti nei POR e PON 2014-2020 da parte di Regioni e Amministrazioni centrali.

Da considerare, inoltre, si legge nel documento, altri 338,5 milioni nei bilanci regionali destinati a sanità digitale, competenze digitali e smart city.

Ulteriori 700 milioni per la crescita digitale sono “attestate” su altri programmi tematici fra cui legalità, infrastrutture e reti.

tabella fabbisogno finanziario

tabella fabbisogno finanziario

Fabbisogno complessivo a 4,5 miliardi

Il fabbisogno previsto dal “Crescita Digitale” nella sua nuova versione non cambia. Per la realizzazione dei vari progetti di sistema (SPID, PagoPA, Anpr, Sanità Digitale, Giustizia, Turismo, ecc) il fabbisogno è pari esattamente a 4,596 miliardi di euro. Le coperture dipendono dai vari enti centrali (PAC) e locali (Regioni e Comuni).

Il fabbisogno previsto per i vari progetti secondo, lo schema del documento, dice che per la realizzazione del Sistema pubblico di connettività e il WiFi pubblico in tutti gli uffici della PA è attesa la spesa più corposa, pari a 1,4 miliardi; per la Sanità digitale 740 milioni; per la razionalizzazione del patrimonio IT della PA 650 milioni; per Italia Login 350 milioni (erano 750 milioni nella prima versione del Piano Crescita Digitale di marzo 2015: cosa è cambiato da allora?); per le Smart City 420 milioni; per la Scuola digitale 350 milioni, per Spid (Sistema pubblico di identità digitale, che procede a rilento) 45 milioni di euro; per l’Anpr (Anagrafe nazionale della popolazione residente, che sembra in stallo) 74 milioni.

In attesa del piano triennale dell’Agid, che dovrebbe arrivare entro fine anno, sarà compito del Commissario di Governo Diego PiacentiniSenior Vice President di Amazon in aspettativa, coordinare la fase attuativa del piano, su cui pesa la mancanza di una gestione centralizzata in grado di mettere a fattor comune l’azione dei vari soggetti coinvolti.