Thierry Breton, commissario Ue al Mercato Interno, rispedisce al mittente l’idea di un derby in atto fra telco e Big Tech sul finanziamento delle reti europee in fibra e 5G. Nel suo intervento odierno al MWC di Barcellona il commissario ha detto che la consultazione appena avviata dalla Commissione Ue sul tema del futuro delle reti riguarda il più ampio quadro della garanzia di connettività gigabit a tutta l’Europa nei prossimi anni. Ma è davvero così? Non sembra. E l’Europa al riguardo è spaccata sul fair share.
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Breton si è quindi espresso contro la visione binaria del dibattito in corso, che vede da un lato chi oggi fornisce le reti (le telco) contrapposti a chi queste reti le riempie di contenuti e traffico (le Big tech). Il commissario Ue non la vede così. “Per me la vera sfida è garantire che entro il 2030 i nostri concittadini e le imprese nelle nostre strade in tutta l’UE, anche qui a Barcellona, abbiano accesso a una connettività gigabit veloce, affidabile e ad alta intensità di dati”, ha affermato nel discorso. “E per questo abbiamo bisogno delle reti di connettività – autostrade – del futuro.”
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Il discorso di oggi segue di qualche giorno il fresco lancio la scorsa settimana della consultazione pubblica sul futuro delle reti da parte di Bruxelles, per capire come il mercato consigli di finanziare le nuove reti necessarie per reggere e veicolare il crescente traffico dati.
Breton ha cominciato il suo discorso sottolineando come le reti oggi non siano in grado di veicolare i servizi di un supercomputing e nemmeno la crescita esponenziale dei dispositivi connessi previsti per il futuro.
“Non si tratta di stabilire se un interesse acquisito debba prevalere su un altro”, ha affermato il commissario. “Si tratta di compiere il passo da gigante per la connettività davanti a noi”.
Bruxelles super partes? Non sembra
Breton ci ha tenuto a precisare che la Commissione Ue ha adottato una posizione super partes rispetto all’ipotesi di introdurre un balzello per le Big tech. Ma questa affermazione, francamente, sembra del tutto superata dai fatti. La posizione partigiana di Bruxelles a favore delle telco sembra palese, basti pensare al fatto che nei quesiti sul futuro delle reti una delle domande riguarda espressamente l’introduzione di un balzello sul traffico generato per le Big tech.
Ad ogni modo, non sarà facile imporre nuove regole contro le Big Tech perché molti paesi europei si schiereranno contro, fra questi il primo a farlo è stato oggi l’Olanda. Si attende a breve una posizione analoga di Lussemburgo e Irlanda ma anche di altri paesi europei ‘vicini’ alle Big tech.
Mercato unico delle telecomunicazioni
Ha aggiunto che l’industria e la regolamentazione devono stare al passo con i tempi, andando oltre il vecchio quadro basato sulle reti di telecomunicazioni in rame e costringendo gli operatori storici ad aprire l’accesso alle loro reti. Per raggiungere la visione più ampia dell’UE di un mercato unico delle telecomunicazioni, Breton ha ribadito la richiesta di un maggior numero di fusioni transfrontaliere nel settore delle telecomunicazioni e di un passaggio a un mercato internazionale integrato dello spettro per le reti mobili. “Vedo che questi due problemi attualmente frenano il nostro potenziale collettivo rispetto ad altri continenti”, ha affermato.
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