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Costi reti Tlc, Ue avvia consultazioni su ‘fair share’ delle Big Tech. Breton: nessuna nuova tassa

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La Commissione europea ha avviato delle consultazioni della durata di tre mesi sul futuro del settore delle telecomunicazioni in Europa, propedeutiche ad un nuovo regolamento per accelerare la posa di fibra e 5G.

La Commissione europea ha avviato delle consultazioni sul futuro del settore delle telecomunicazioni in Europa, dando il via a un processo che potrebbe portare a imporre ai big della rete come Google, Apple , Meta Platform e Netflix il pagamento di alcuni costi per la realizzazione delle nuove reti in fibra e 5G.

La mossa dell’esecutivo Ue fa seguito a oltre due decenni di pressioni da parte di Deutsche Telekom, Orange , Telefonica, Tim e altri operatori che vogliono che le principali aziende tech contribuiscano a implementare il 5G e la banda larga.

Secondo gli operatori telefonici le aziende, tra cui Amazon, Google, Facebook, Netflix e Microsoft, rappresentano più della metà del traffico internet di dati.

Le Big Tech a loro volta ritengono che si tratti di una tassa su Internet che minerà le regole di neutralità della rete Ue, che prescrivono di trattare tutti gli utenti allo stesso modo.

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La consultazione dura tre mesi

Le consultazioni, della durata di 12 settimane, riguarderanno il “contributo equo di tutti gli operatori digitali”. Le aziende del settore tecnologico e delle telecomunicazioni dovranno rispondere a 60 domande.

Dopo le consultazioni, la Commissione proporrà probabilmente una normativa che dovrà essere concordata con i Paesi Ue prima di diventare legge.

Agli intervistati verrà chiesto se i Caps (fornitori di contenuti)/Ltgs (grandi generatori di traffico) debbano essere soggetti a un meccanismo obbligatorio di pagamenti diretti per finanziare lo sviluppo della rete, secondo un questionario.

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Il questionario

Nel questionario viene chiesto anche se l’Ue debba creare un’imposta o un fondo europeo o digitale.

“Questa consultazione è un passo positivo e urgente per affrontare i principali squilibri dell’ecosistema Internet a vantaggio degli utenti finali europei”, sostengono i principali operatori Ue.

Il gruppo tecnologico Computer & Communications Industry Association (Ccia) ha criticato la proposta.

“I cittadini europei pagano già gli operatori di telecomunicazione per l’accesso a Internet, non dovrebbero pagarli una seconda volta attraverso servizi di streaming e cloud più costosi”, ha detto Christian Borggreen, vicepresidente senior di Ccia Europe.

Breton esclude nuove tasse

“Da parte mia non c’è assolutamente una idea di tassa” sull’accesso alla rete. “Oggi stiamo parlando di un problema di tecnologie e di creare un ambiente favorevole”. Lo ha detto il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, rispondendo durante una conferenza stampa di presentazione del pacchetto gigabit, in particolare sulla consultazione esplorativa sul futuro del settore della connettività e delle sue infrastrutture.

Tra i temi su cui gli operatori verranno consultati c’è quello di un ‘contributo equo’ sulle infrastrutture di connessione che la Commissione europea prevede per tutti gli operatori.