Connettività, le ridondanze native della Rete Lepida

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Più percorsi alternativi in caso di emergenza. Lepida2 realizza un Autonomous System separato da quello classico della rete Lepida e consente meccanismi di ridondanza come se vi fosse un operatore completamente terzo.

La Rete Lepida è stata progettata per avere ridondanze native nel proprio core, cioè per avere sempre almeno due percorsi, non sovrapposti, per connettere ogni punto di concentrazione con un altro. Questo è vero anche per i Datacenter, che sono punti di concentrazione del traffico per antonomasia.

A volte accade che un percorso si interrompa perché viene interrotta una fibra da lavori di soggetti terzi, oppure perché viene a mancare l’alimentazione elettrica a quel sito per un tempo superiore a quello garantito dalle facility di continuità energetica, oppure ancora perché viene aggiornato un router o il software che lo gestisce. Le interruzioni possono andare da pochi secondi a qualche ora, in funzione della tipologia dell’evento. Le altre vie presenti, almeno una, in quel caso trasportano il traffico grazie a configurazioni del tutto trasparenti all’utente. L

a ridondanza in alcuni casi è presente anche sull’utenza, se l’utenza l’ha richiesta, ed è il caso classico della Sanità o di molti grandi Comuni o siti strategici. I problemi nascono quando dopo l’interruzione di una prima via si ha l’interruzione anche di una seconda.

Alcuni luoghi sono serviti da tre vie e non si accorgono di questo evento; in tutti i casi invece dove le vie sono due la loro interruzione porta inevitabilmente all’isolamento di quel nodo. Da qualche tempo Lepida sta valutando come migliorare ulteriormente la resilienza, e una tecnica per raggiungere l’obiettivo è l’aumento del numero delle vie. In tal senso il core è stato ulteriormente riprogettato per arrivare ad avere una terza via tra tutti i suoi nodi e aumentare così ulteriormente la resilienza.

L’implementazione di questa strategia è in corso, anche con la realizzazione di ulteriori fibre in luoghi e percorsi inesplorati in precedenza. Una tecnica alternativa consiste poi nell’attivare e diffondere Lepida2, rete completamente distinta dalla rete Lepida sia nei percorsi che nei mezzi utilizzati (radio anziché fibra), che negli apparati.

Con questi criteri di progettazione, Lepida2 realizza un Autonomous System separato da quello classico della rete Lepida e consente meccanismi di ridondanza come se vi fosse un operatore completamente terzo, ma con la certezza che i percorsi siano davvero separati.

Questo è un elemento importante in quanto in molti casi gli operatori utilizzano fibre che seguono identici percorsi, sfruttando tubazioni esistenti, spesso non conoscendo questa coincidenza, in altri casi è Lepida stessa che fornisce a molti operatori fibre per servizi.

Lepida2 essendo gestita da Lepida è sicuramente costruita per essere terza a tutto ciò. Si sta anche verificando la possibilità di acquisire fibre ottiche esistenti da Operatori, in modalità tipicamente IRU, laddove il costo sia vantaggioso e non occorra garantire la strategicità di queste fibre in quanto configurate come ridondanze, o comunque come linee aggiuntive.

In parallelo a queste tre azioni, tutte in corso di sviluppo, si sta cercando di migliorare le facility energetiche, sia aumentando l’autonomia degli UPS, che cercando di avere informazioni più tempestive in merito alle interruzioni da parte dei gestori della rete elettrica con margini di anticipo e di certezza tali da consentire di effettuare ogni azione alternativa quali ad esempio, la messa in funzione di gruppi elettrogeni.

Infine si cita che il CPI ha approvato una voce di listino per diminuire gli SLA, la voce 1D224, che a fronte di un maggior costo permette a Lepida di ingaggiare un numero maggiore di soggetti allertabili sul territorio e distribuiti in modo sempre più prossimo alle infrastrutture per agire e definire soluzioni in modalità più veloce.