CLIMA

CO2: per il Cnr si riduce assieme allo spreco di energia

di Redazione |

Limitare le emissioni ottimizzando l’utilizzo e investendo in tecniche di accumulo.

Ai nostri giorni ancora una grossa fetta della produzione energetica, più dell’80%, è ancora coperta da fonti di origine fossile. Nonostante si preveda che entro il 2050 la metà della domanda sarà soddisfatta da fonti rinnovabili, è necessario accelerare questo processo per contrastare il costante aumento di CO2 atmosferica. È quanto evidenzia Gianpaolo Vitale dell’Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l’automazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Issia-Cnr) di Palermo, attraverso un’analisi degli impianti industriali odierni e dei limiti delle fonti rinnovabili, indicando due percorsi: prevenire e ridurre gli sprechi, investire in tecniche di accumulo di energia.

‘Limitare la domanda di energia pro capite non implica necessariamente un peggioramento delle condizioni di vita o un impoverimento sociale: ne è esempio il Giappone, che consuma circa 150 Gigajoule di energia elettrica l’anno pro capite, contro i 300 degli Stati Uniti’, ricorda Vitale. ‘Secondo l’Electric Power Research Institute (Epri), negli Usa circa il 48% dell’energia elettrica è utilizzato per il condizionamento dell’aria e in applicazioni industriali come pompe idrauliche o compressori, nella maggior parte dei casi con una regolazione mediante valvole che ostacolano il flusso di fluido, lasciando che il motore lavori a piena potenza anche quando non è necessario. Usando un convertitore che regoli la velocità, si risparmierebbe fino al 20% di energia. Un’ultima possibilità di ridurre lo spreco è nelle nostre case, dove circa il 20% dell’elettricità prodotta è utilizzata per l’illuminazione. L’uso di lampade a Led consente di risparmiare fino al 50%’.

Per superare questi ostacoli possono essere percorse due vie, come illustra la presentazione del ricercatore, tenuta a Bucarest in occasione del 14esimo congresso mondiale sull’energia rinnovabile (Wrec): ‘La costante crescita della domanda di energia elettrica e la difficoltà a soddisfare il bisogno immediato dei consumatori da parte delle fonti rinnovabili rischiano di penalizzarle: accade infatti che il massimo della domanda spesso non coincida con i picchi di produzione, con il rischio di non utilizzare parte dell’energia producibile”, propone Vitale. “È necessario sfruttare i convertitori elettronici di potenza (power electronics) per ridurre gli sprechi e supportare impianti solari ed eolici con altre tecnologie, come ad esempio sistemi di accumulo che possano conservare grandi quantitativi di energia da erogare nelle ore di maggior richiesta, assicurando la richiesta continua contro la produzione a intermittenza tipica di questi impianti’.