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Cloud e sovranità digitale. Butti punta sul PSN: ‘E’ fondamentale, vanno coinvolte anche le in-house’

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Il ruolo fondamentale del Cloud nel processo di digitalizzazione della PA ma anche delle imprese del nostro paese. Alessio Butti: 'Per noi il PSN è fondamentale, dobbiamo porci la domanda su chi andrà a custodire questo Cloud'.

Il ruolo fondamentale del Cloud nel processo di digitalizzazione della PA ma anche delle imprese del nostro paese. Questo il tema del confronto “La Rivoluzione del Cloud”, organizzato dall’Adnkronos e da Sap Italia, che si è tenuto oggi al quale hanno partecipato Alessio Butti, sottosegretario di Stato all’Innovazione tecnologica; Carla Masperi, Amministratore delegato Sap Italia; Alessandro Moricca, Amministratore unico PagoPa; Andrea Quacivi, Amministratore delegato Sogei; Agostino Santoni, vicepresidente Confindustria per il digitale. 

Masperi (Sap Italia): ‘Cloud, mercato che in Italia cresce più della media’

L’importanza del Cloud per il tessuto imprenditoriale del nostro paese è molto elevata. “Da noi si cresce del 50% all’anno, rispetto ad una media del 30% a livello globale– ha detto l’amministratore delegato di Sap Italia Carla MasperiLe imprese italiane sono disposte a investire e a comprare abbonamenti in innovazione” anche perché, aggiunge Masperi, “il modello di adozione è molto semplice e scalabile. Il TCO è favoreovole e i problemi di data privacy di un tempo sono stati risolti, anche perché le imprese possono scegliere dove far conservare i dati”.

Moricca (PagoPA): ‘Nostra piattaforma Cloud ready dalla nascita. Presto migrazione al PSN’

Se la domanda di servizi Cloud delle aziende è forte, lo stesso vale anche per la PA. “La nostra piattaforma PagoPA gestisce più di 330 milioni di transazioni all’anno, per un valore di 61 miliardi di euro – dice Alessandro Moricca, amministratore delegato di PagoPA – la AppIO registra più di 33 milioni di download e 190mila servizi, a fronte di 20 milioni di messaggi al mese, di cui soltanto il 15% sono pagamenti”.

PagoPA, aggiunge Moricca, è “Cloud ready dalla nascita e la migrazione sul Cloud pubblico del PSN verrà stabilità con i partner, fra i quali spicca Sogei.

Quacivi (Sogei): ‘Semplificare i servizi con punto di accesso unico’

Oggi, secondo l’amministratore delegato di Sogei Andrea Quacivi, va costruita una piattaforma Cloud “sui servizi stessi – dice Quacivi – come si possono semplificare i servizi per aziende e cittadini? L’obiettivo deve essere di rendere più semplice il rapporto quotidiano semplificando le relazioni”.

Un esempio per tutti, nel rapporto con le imprese, sarebbe quello di realizzare un Hub digitale dove si rinvengono tutte le informazioni aziendali che vanno immesse una volta per tutte: cassetto fiscale, cassetto previdenziale, cassetto camerale ecc. tutte informazioni da rinvenire in un unico luogo virtuale, per semplificare la vita alle aziende.

“Bisognerebbe lateralizzare i servizi, togliendo l’enfasi alla verticalità di ogni singolo servizio pubblico – aggiunge Quacivi – l’obiettivo è costruire, a partire dal digital wallet europeo, servizi semplici per i cittadini”.

Santoni (Confindustria Digitale): ‘Nella Ue Passare da ruolo di arbitro a quello di player digitale’

Secondo Agostino Santoni, vicepresidente Confindustria per il digitale, “nel mondo della digitalizzazione dei servizi c’è spazio in Europa e soprattutto in Italia – ha detto Santoni – basta considerare esperienze come PagoPA e Sogei, che sono realtà molto efficaci e all’avanguardia in Europa e nel mondo”. Il nostro paese è poi l’unico a livello europeo dove all’interno della rappresentanza industrial sia stata affidata una delega al digitale, a testimonianza del valore attribuito a questo ambito. “Il Cloud va associato all’economia dei dati – aggiunge Santoni – che vanno governati nel rispetto della privacy. Lo hanno capito anche le aziende, che in questo processo di digitalizzazione non devono muoversi da sole, ma in ottica di ecosistema”.

Digitale: Butti, ‘nel 2025 avremo centinaia di milioni di dati da custodire’

I dati sono l’elemento centrale della digitalizzazione e sono tre le caratteristiche principali che li caratterizzano. “Un costante aumento del flusso, nel 2025 saremo a 175 zettabyte, considerato che un zettabyte è pari a 160 milioni di documenti – ha detto il sottosegretario di Stato all’Innovazione tecnologica Alessio Butti – i dati hanno un valore economico ben superiore al petrolio, al quale vengono paragonati”, perché se il petrolio brucia una volta soltanto, invece “il dato può essere modificato, modificabile, aggiornato e aggiornabile” un’infinità di volte. Il dato in sé “è uno strumento per prendere decisioni politiche, industriali” ma il 70% dei dati nel Cloud è in mano a 4,5 o 6 aziende. “Questo è preoccupante, perché sulla segretezza dei miei dati ho qualche timore – aggiunge Butti – anziché parlare di semplice sovranità digitale dei dati, bisognerebbe parlare di sovranità digitale nazionale. E’ qualcosa che va garantito e su cui bisogna non transigere. E’ per questo che stiamo approfondendo il nostro rapporto con l’ACN, anche perché siamo soggetto attuatore del PNRR”.

Butti: ‘PSN per noi fondamentale, coinvolgere anche le in house’

Per quanto riguarda il PSN, la cui attribuzione alla cordata guidata da Tim è stata appena bocciata dal Tar del Lazio, Butti dice che il Polo Strategico Nazionale “per noi è fondamentale, dobbiamo porci la domanda su chi andrà a custodire questo Cloud e, rispetto al governo di chi ci ha preceduti, abbiamo pensato di coinvolgere anche il territorio”, rappresentato in particolare dalle in house che sono già avanti in materia di e la cui esperienza verrà valorizzata dal Governo in carica.

Butti ha evidenziato il ruolo delle società “in house sul territorio che hanno fatto cose eccezionali e – ha detto – stiamo cercando di fare emergere un disegno di collaborazione con il territorio e con le Pmi”. Insomma, ha scandito Butti, “è cambiato il paradigma rispetto al passato”.

Il Sottosegretario ha inoltre sottolineato il tema della Golden Power “che il Governo sta gestendo”. “Siamo impegnatissimi sulla questione del Polo Strategico Nazionale: è fondamentale per tutto il Paese” ha affermato Butti.

L’obiettivo a breve è impiegare i 900 milioni di euro del PNRR per il PSN, con i bandi nel 2023 e nel 2024.

Butti: ‘Obiettivo semplificare il CAD, stiamo lavorando a Testo Unico dell’Innovazione

Per quanto riguarda la digitalizzazione dei comuni, il sottosegretario rimanda alla piattaforma Padigitale2026.gov.it dove sono presenti tutti i bandi del PNRR. L’obiettivo è fare in modo che inserendo una volta per tutte i dati delle amministrazioni in un unico punto di accesso non sia poi necessario ripetere più l’operazione. Lo stesso dovrebbe valere, al più presto, anche per i cittadini. “L’obiettivo è la semplificazione, dobbiamo digitalizzare semplificando – dice Butti – abbiamo intenzione di mettere mano al CAD e di ridurre il documento da 100 a 10 articoli. La commissione di esperti dedicata a questo obiettivo, guidata dal Professor Donato Limone, il massimo esperto di PA Digitale del Paese, sta lavorando al Testo Unico del dell’Innovazione, una summa di tutte le norme in materia, paragonabile a quello che è il Codice delle Comunicazioni Elettroniche per quanto riguarda le Tlc”.

Butti, ‘200 mln per incentivare strutture sanitarie a cambio di passo’

Butti precisa infine che il Dipartimento sta sperimentando il wallet europeo con la patente, il passaporto ecc. Per quanto riguarda l’identità digitale, in particolare lo SPID, l’obiettivo è capire come gestirlo con i fornitori privati per arrivare alla fine ad un’unica identità digitale. C’è poi il capitolo del Fascicolo sanitario elettronico che procede. “Digitale deve diventare sinonimo di semplificazione e per farlo occorre lavorare in maniera sinergica con tutti gli attori del territorio nazionale coinvolti nei processi di transizione digitale”, ha sottolineato Butti. “Grazie a questo nuovo Avviso – commenta – mettiamo a disposizione 200 milioni di euro per incentivare le strutture sanitarie a un cambio di passo nella gestione dei dati e degli applicativi in loro possesso, valorizzando le competenze dell’ecosistema digitale italiano, a partire dalle eccellenze regionali fino al Polo Strategico Nazionale”.

“Ma tutte queste cose presuppongono la presenza di una rete FTTH – chiude Butti – ma la nostra situazione sull’FTTH è complicata. Stiamo cercando di sopperire. Ma bisogna dare un cambio di passo agli operatori FTTH, il 70% della rete in Italia poggia ancora sul doppino in rame. Si voleva liquidare l’FWA ma è troppo importante. Abbiamo delle risorse che destineremo al 5G per le zone rurali all’agricoltura, le scuole, gli ospedali”, chiude Butti.   

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