il rapporto

Cina e Usa, corsa alla leadership globale nella transizione energetica

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Secondo il nuovo Rapporto del centro studi Energy and Climate Intelligence Unit (Eciu), presentato in occasione della COP27, Pechino ha pianificato per il 2022 l’installazione di 165 gigawatt di nuova potenza da fonti rinnovabili. Gli Usa inseguono.

Rinnovabili e auto elettriche, i record della Cina

I due giganti dell’economia globale, Stati Uniti e Cina, sono in competizione crescente, spesso non senza tensioni e non solo di natura commerciale. Uno dei settori in cui questa concorrenza si sta facendo sempre più agguerrita è quello della decarbonizzazione e della transizione energetica.

Più che gli impegni presi alle varie COP che dal 2015 si sono susseguite sino a quella attuale (COP27), in corso a Sharm el Sheik, tutto sommato con scarsi risultati, Cina e Stati Uniti devono oggi più che mai fare i conti con un mercato dell’energia sempre più instabile e con i rispettivi obiettivi di decarbonizzazione delle economie nazionali.

Secondo il nuovo Rapporto del centro studi Energy and Climate Intelligence Unit (Eciu), presentato proprio a Sharm, Pechino ha pianificato per il 2022 l’installazione di 165 gigawatt di nuova potenza da fonti energetiche rinnovabili, il 25% in più rispetto al 2021, con la produzione di 6 milioni di nuovi veicoli elettrici, il doppio su base annuale.

Il 2021 è stato un anno di svolta per la mobilità elettrica in Cina, con 3,3 milioni di veicoli elettrici venduti nel paese (il 16% delle vendite di auto in Cina), la metà del totale globale.

Negli ultimi dieci anni, il Governo cinese ha investito più di 100 miliardi di dollari in quella che chiama l’industria dei veicoli della “nuova energia” (che include veicoli elettrici e a idrogeno).

Gli Usa inseguono

Gli Stati Uniti cercano di non essere da meno e l’obiettivo di massina per il 2030 resta la generazione del’85% di energia elettrica da fonti pulite e rinnovabili, mentre le auto elettriche potrebbero rappresentare la metà di quelle in circolazione entro la fine del decennio in corso.

La scorsa estate il Presidente americano Joe Biden ha annunciato uno dei più grandi investimenti in energia pulita della storia del Paese a stelle e strisce: 370 miliardi di dollari in sussidi per lo sviluppo di energia solare ed eolica, ma anche di veicoli elettrici e bassissime emissioni inquinanti. Una mossa necessaria per consentire agli Usa di tenere il passo del concorrente cinese.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, i consumatori hanno avuto accesso ai crediti d’imposta sui veicoli elettrici, ma i sussidi sono stati meno generosi. Le vendite di auto elettriche durante l’anno passato hanno raggiunto solo il 5% delle vendite totali di auto negli USA.

La Cina inquina e decarbonizza

Pechino governa un Paese immenso, con un’economia che da trent’anni e più cresce senza sosta (o con deboli battute d’arresto, misure Covid a parte) e che in egual misura inquina in maniera massiccia. La Cina, però, se da un lato è uno dei più grandi emettitori di CO2 e altri gas serra è anche l’economia che maggiormente investe in soluzioni per la decarbonizzazione e la sostenibilità ambientale.

Complessivamente, durante il 2021, tra il settore privato e quello pubblico, Pechino ha investito 380 miliardi di dollari nell’energia pulita, più di ogni altro Paese, accelerando anche l’iter burocratico per le autorizzazioni ai nuovi impianti, che sono stati realizzati su larga scala nel Paese e in tempi molto rapidi.

Entro la fine del 2022 la Cina dovrebbe arrivare ad investire in energia pulita un totale di 410 miliardi di dollari, contro i 220 miliardi di dollari circa della controparte americana.

Una questione di leadership globale

Il divario enorme che si è aperto su questo fronte non è solo una questione di corsa a chi è più virtuoso in termini di sostenibilità ambientale, ma nasconde una competizione crescente per chi sarà il leader delle tecnologie pulite.

Arrivare primi nei settori della mobilità elettrica e delle sue componenti di base, tra cui chip e batterie certamente, significa acquisire un vantaggio competitivo assoluto sul mercato mondiale e su scala geopolitica e geostrategica.

L’anno scorso, la Cina ha rappresentato quasi la metà della nuova capacità globale di energia rinnovabile e il paese ha recentemente costruito il più grande impianto solare del mondo: una vasta gamma di pannelli solari che tappezzano il deserto nella provincia cinese del Qinghai.

La quota di elettricità rinnovabile della Cina è balzata dal 16% del 2005 al 28% del 2021; negli Stati Uniti la quota di elettricità derivata da fonti rinnovabili resta inferiore a quella cinese, passando dall’8% circa del 2005 al 20% del 2021.