La reazione

Causeries. Polonia, la Ue a gamba tesa blocca l’attacco al pluralismo

di Stefano Mannoni |

Profughi e Schengen non dispensano gli Stati membri dal rispetto dei Trattati: la Ue sospende il diritto di voto della Polonia, per le minacce al pluralismo

Causeries è una rubrica settimanale sulle criticità dei mercati della convergenza e il loro rapporto con le grandi tematiche della regolazione, curata da Stefano Mannoni, professore di Diritto delle Comunicazioni presso l’Università di Firenze. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Avevo scritto ieri dell’allarme creato dalla minaccia del governo polacco di ledere il pluralismo affidando nelle mani del governo il Board della tv pubblica.

Che a Bruxelles non l’avessero presa bene, era chiaro.

Ma non pensavo che si ricorresse all’arma nucleare dell’art. 7 TUE il quale prevede che in caso di grave pregiudizio ai valori dello Stato di diritto da parte di uno Stato membro l’Unione può giungere a sospendere i diritti di voto dello stesso, mettendolo alla gogna pubblica e con una durezza che non ha confronti nelle altre parti del Trattato.

E’ un segnale importante e per la verità piuttosto inaspettato.

Nel bel mezzo della crisi che attraversa l’Unione la circostanza che essa sia disposta a giungere a tanto dimostra che profughi e Schengen non dispensano dal rispetto delle tavole della legge.

Ed è ovviamente una buona notizia.

Il governo polacco si è spaventato e pour cause.

Seguirà un dialogo e una raccomandazione e non ci sarà bisogno con ogni probabilità di accendere la miccia.

Un precedente è quello dell’Ungheria che ha fatto parziale marcia indietro dietro la minaccia paventata di questa procedura.

E’ anche un avvertimento molto pesante a quei paesi che, complice l’attuale disagio dell’Unione, pensano di potere approfittare di distrazioni o di compiacenza.

Resta il fatto che la questione del pluralismo entra ora – e in che modo! – nell’agenda europea legislativa e c’è da scommettere che non finirà qui.

Armonizzare sembra indispensabile, a regime.

Non si può immaginare di affidare all’art. 7, come ho detto “l’arma nucleare”, il solo presidio del pluralismo. Ed è piuttosto curioso che ci si preoccupi nella legislazione della indipendenza delle autorità di vigilanza quando queste sono chiamate a sorvegliare le propaggini del governo.

Per il momento, bisogna complimentarsi con le istituzioni europee per il coraggio e la prontezza di riflessi.

Chi invece pensava che esistessero zone d’ombra di cui preoccuparsi dovrebbe cominciare a preoccuparsi.