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Consumer First. Per migliorare il presente dobbiamo sognare il futuro

di Marco Pierani |

Il messaggio di fine anno del nostro Presidente della Repubblica – come di consueto connotato da riflessioni profonde ma necessariamente generiche, per poter essere rivolte all’intera  cittadinanza – ha colto quest’anno favorevolmente la mia attenzione per i puntuali, significativi e circostanziati passaggi dedicati al tema dell’innovazione.

La rubrica CONSUMER FIRST ospita interventi di rappresentanti del mondo del consumerismo afferenti ad  Euroconsumers, principale gruppo internazionale di Organizzazioni di consumatori che unisce Test-Aankoop/Test-Achats (Belgio), DECOProteste (Portogallo), OCU (Spagna), Proteste (Brasile) e Altroconsumo (Italia).  La rubrica è curata da un Comitato Editoriale di Euroconsumers composto da Marco Pierani (Director Public Affairs and Media Relations), Els Bruggeman (Head of Policy and Enforcement), Luisa Crisigiovanni (Head of Fundraising Program & EU Projects Development) e Marco Scialdone (Head of Litigation & Academic Outreach). L’obiettivo è la presentazione di contenuti originali sui principali temi del mondo del consumerismo in ambito europeo e mondiale. Per leggere tutti gli articoli clicca qui.

“Dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione.

Per farlo dobbiamo cambiare lo sguardo con cui interpretiamo la realtà. Dobbiamo imparare a leggere il presente con gli occhi di domani.

Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un’illusione”.

Non sono parole di Mark Zuckerberg o di Elon Musk ma di Sergio Mattarella. Il messaggio di fine anno del nostro Presidente della Repubblica – come di consueto connotato da riflessioni profonde ma necessariamente generiche, per poter essere rivolte all’intera  cittadinanza – ha colto quest’anno favorevolmente la mia attenzione per i puntuali, significativi e circostanziati passaggi dedicati al tema dell’innovazione.

Innovazione e sviluppo sociale

“Il cambiamento va guidato” – continua Sergio Mattarella – “l’innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa. La sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio”.

L’innovazione, infatti, non appartiene esclusivamente alle Big Tech o ai guru delle tecnologie digitali ed anzi esiste vera innovazione solo in tanto e in quanto porti benefici tangibili alla vita di un novero più ampio possibile di persone.  Solo interpretata in questo modo essa può esprimere tutta la sua potenzialità, quale formidabile leva di sviluppo sociale, economico e democratico.

Ma per progettare il nostro domani con successo occorre il contributo di tutte le migliori forze della società, uno sforzo collettivo questo che dovrebbe essere anche inteso ad invertire il ciclo del presente  decennio. Se è vero che i Ruggenti Anni ’20 sono iniziati nel secolo scorso con un particolare fermento sociale e tecnologico, ma si sono conclusi con una crisi di sistema e la Grande Depressione del 1929, in questo secolo, al contrario, dopo due anni di pandemia, con inevitabili pesanti ripercussioni economiche quando si vedevano finalmente i primi segnali di speranza, quasi come in un incubo, siamo ripiombati negli orrori della guerra in Europa, che credevamo relegati a un lontano passato, e che mettono seriamente in discussione il nostro futuro. Ottimisticamente possiamo provare a fare del nostro meglio per invertire il ciclo, ma serve il contributo di tutti. Navigare in acque inesplorate non è infatti esattamente l’esercizio più semplice, bisogna essere resilienti e fare squadra, aiutarsi a vicenda diventa fondamentale. Isolati nelle nostre stesse bolle non saremo in grado di effettuare il cambiamento: troppo piccoli, troppo lenti, troppo deboli, ma se uniamo le forze, possiamo diventare motori del cambiamento. Di fronte a queste sfide globali – come giustamente richiama Mattarella – “misuriamo il valore e l’attualità delle nostre scelte strategiche: l’Europa, la scelta occidentale, le nostre alleanze”. In questo momento allora occorre collocare adeguatamente questo sforzo collettivo nell’ambito della nostra dimensione comunitaria, purché ne siano protagonisti non solo le Istituzioni e i vertici politici dell’UE ma anche le imprese responsabili e le organizzazioni dei consumatori che intendano cogliere questa opportunità unica per ricostruire insieme la nostra economia e la società in modo più sostenibile e responsabile dopo il Covid-19, e nonostante la terribile minaccia della guerra.

Sfide globali e riposte europee

La dimensione globale e pervasiva della pandemia e le gravi problematiche legate al cambiamento climatico hanno provocato reazioni per nulla scontate da parte delle istituzioni dell’Unione Europea che, seppur non prive di errori, si sono rivelate sostanzialmente giuste e hanno ricevuto ampio sostegno da parte dei cittadini europei. Si è instaurata una ritrovata fiducia europea, grazie anche ai valori che hanno accompagnato il perseguimento delle politiche comunitarie in materia di salute e sicurezza, tutela dell’ambiente e delle generazioni future, nuove fonti energetiche. Esattamente allo stesso modo di fronte alla guerra e alla relativa crisi energetica, ci aspettiamo di più dall’Europa, non di meno. Un’Europa che dovrebbe essere più armoniosa e più salda sulle sue posizioni, che non si sottragga alla sfida di fornire una forte linea politica unitaria in questi tempi difficili. In quest’ottica, ad esempio, il tetto massimo per il prezzo del gas scaturito dopo l’accordo UE, costituisce un primo passo importante e promettente verso una politica energetica comune, ora più che mai necessaria per affrontare efficacemente la crisi energetica. L’Unione Europea dovrebbe anche provare a competere orgogliosamente sui mercati globali con Cina e Stati Uniti, che superano l’UE in molti settori sul piano più prettamente industriale, con le armi che le sono più adatte, quelle della regolamentazione. E, così facendo, rafforzare ulteriormente nelle rispettive discipline di settore il consumatore come soggetto che può diventare una leva di riequilibrio dal basso in molti mercati.

Consumatori, Cittadini, Persone

Capita molto spesso di sentire ripetuta la litania “Siamo tutti consumatori”, a me personalmente – quale professionista da oltre vent’anni della tutela dei consumatori – pare molto più sfidante l’adagio: “Prima di essere consumatori, siamo Persone!”. Occorre un nuovo contratto sociale – questo è certo – e per poter avere successo nell’affrontare le sfide del XXI secolo questo nuovo patto fondante deve non solo rispettare i diritti dei consumatori ma basarsi su un dialogo aperto, che coinvolga certamente istituzioni e imprese, ma necessariamente, oltre alle rappresentanze dei lavoratori, anche quelle di consumatori e cittadini.

Non è un caso, d’altronde se il diritto dei consumatori è diventato sempre più rilevante negli ultimi 20 anni anche per quanto concerne il rispetto e la salvaguardia dei diritti fondamentali, basti pensare all’utilizzo sempre più espansivo della disciplina delle pratiche commerciali scorrette, rilevante per i consumatori, ma anche per i cittadini.

I consumatori non sono più solo ed esclusivamente soggetti deboli, in quanto tali meritevoli di particolare tutela, ma anche e soprattutto: i protagonisti dei nuovi mercati digitali, nei quali conferiscono – più o meno consapevolmente – i propri dati personali; gli attori della transizione energetica, perché solo se essi adotteranno comportamenti massicciamente lungimiranti sarà possibile avere un vero cambiamento; e, infine, gli interpreti di un approccio non più teorico o elitario alla sostenibilità, solo attraverso il quale possiamo immaginare di progettare insieme mercati più equilibrati, responsabili e rispettosi del pianeta per il futuro.

Euroconsumers

Mi sia consentito a questo punto di fare riferimento – anche se solo brevemente – alla mia organizzazione. Euroconsumers, quale gruppo internazionale integrato di 5 organizzazioni di consumatori (Altroconsumo in Italia), ciascuna a diretto contatto con una importante massa critica di consumatori a livello nazionale, con una lunga esperienza nell’effettuare test comparativi, sondaggi, ricerche, organizzare azioni giudiziarie per inibire comportamenti lesivi da parte delle imprese e ottenere risarcimenti per i consumatori, gestire centinaia di migliaia di richieste e reclami, informare ogni anno milioni di consumatori attraverso i nostri siti web, app e comparatori, ha il privilegio di avere continuamente il dito sul polso della società. Questo garantisce che la nostra difesa e rappresentanza si fondi e rimanga sempre ben saldamente in linea con il mutevole sentire di cittadini e consumatori. Al contempo, la nostra ambizione di servirli in modo efficace e moderno di pari passo con la nostra disponibilità ad affrontare le sfide dei mercati globali porta le nostre attività spesso oltre gli angusti confini nazionali entro i quali operano le organizzazioni che hanno fondato Euroconsumers (Belgio, Spagna, Portogallo, Italia, Brasile), sempre in un approccio collaborativo con le organizzazioni di consumatori di altri Paesi. Ebbene, in questi tempi speciali e nell’ambito dell’attuale instabile congiuntura economica percepiamo appieno ma con orgoglio sulle nostre spalle la pesante responsabilità di continuare a dare potere aggiunto a milioni di consumatori, grazie al duro lavoro quotidiano dei nostri dipendenti e collaboratori, e, indirettamente, a migliorate il mercato e la società. Con questa mission ben chiara in testa, miriamo a lavorare su tre aree prioritarie nel prossimo anno: le sfide della digitalizzazione; la crisi energetica e l’inflazione; la sostenibilità e le crisi ambientali.  

La sfida della transizione energetica

“Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità – dice Mattarella – “significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica. L’energia è ciò che permette alle nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici”.

Occorre garantire che, dopo la corretta ed efficace implementazione dei necessari strumenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito del NextGenerationEU, una vivace dialettica di mercato tra domanda e offerta emerga ancora più forte dalla attuale crisi energetica e, in questo senso, si apre una sfida precipua per le rappresentanze consumeriste nell’aggregare la domanda attraverso strumenti tecnologici che possano garantire una adeguata massa critica, in primis per salvaguardare gli interessi economici dei consumatori in questo settore ma indirettamente anche per rendere  il mercato più efficiente e più resiliente rispetto a nuove possibili crisi di sistema. Mentre, per quanto concerne più specificamente il tema collegato della sostenibilità, la principale sfida consumerista dovrà essere quella di garantire la più ampia accessibilità possibile a scelte di consumo sostenibili che abbiano in maniera integrata un impatto positivo sull’ambiente, ovvero democratizzare la sostenibilità!

La sfida della transizione digitale

“L’altro cambiamento che stiamo vivendo, e di cui probabilmente fatichiamo tuttora a comprendere la portata, riguarda la trasformazione digitale.

“L’uso delle tecnologie digitali” – continua Mattarella – “ha già modificato le nostre vite, le nostre abitudini e probabilmente i modi di pensare e vivere le relazioni interpersonali. Le nuove generazioni vivono già pienamente questa nuova dimensione.

La quantità e la qualità dei dati, la loro velocità possono essere elementi posti al servizio della crescita delle persone e delle comunità. Possono consentire di superare arretratezze e divari, semplificare la vita dei cittadini e modernizzare la nostra società.

Occorre compiere scelte adeguate, promuovendo una cultura digitale che garantisca le libertà dei cittadini”.

È ormai evidente come i dati siano diventati una risorsa essenziale per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e il progresso della società: tuttavia, lo sfruttamento di tali dati non deve prescindere dalla corretta tutela dei consumatori. Solo riportando consumatori e cittadini al centro della scena, la data economy può davvero prosperare ed evitare pericolose degenerazioni. È necessario, allora, gettare le basi per lo sviluppo di un’economia dei dati più responsabile, sostenibile e rispettosa dei diritti dei consumatori attraverso un dialogo aperto che coinvolga le istituzioni certo, ma anche le imprese. Il mercato dei dati non può essere visto come un mercato esclusivamente business to business, poiché i consumatori finali rappresentano quasi interamente una fonte di valore aggiunto. Eppure, se da un lato, sussiste un riconoscimento, anche normativo – direttiva 770/2019 recepita in Italia con il Dlgs n.173 del 2021 -della nuova funzione del dato personale quale controprestazione per la fornitura di contenuti e servizi digitali e, dunque, oltre al riconoscimento della data protection, quale diritto fondamentale, si è sentita la necessità di garantire ai consumatori specifici rimedi contrattuali nell’ambito di tali nuovi modelli commerciali, dall’altro si assiste ad una spinta di segno opposto, tesa a limitare lo sfruttamento dei medesimi dati da parte di quegli operatori che su di essi hanno costruito la propria fortuna. Infatti, i due più importanti recenti provvedimenti a livello europeo, il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA) dedicano ampio spazio al tema dell’impatto che la gestione dei dati può avere per garantire l’apertura e la contestabilità dei mercati digitali. I dati, non vi è dubbio, devono tornare ad essere un elemento di concorrenza, non di monopolio nell’ambito di un sistema che appare oggi fortemente squilibrato e rischia di esplodere, portando via anche quanto di buono ha offerto finora. Il ribilanciamento del mercato può pertanto essere indotto in parte quale esito della regolamentazione top down ma, al contempo, potrebbe anche essere facilitato da una leva consumerista bottom up che avrebbe il beneficio, rispetto alla prima, di facilitare l’esercizio dei nostri diritti fondamentali come consumatori e cittadini nell’ambito delle piattaforme e di essere meno dirompente e quindi potrebbe essere vista come una opportunità per quei soggetti che oggi sono addivenuti a posizioni dominanti proprio per essere stati in grado di fornire prodotti e servizi di successo ai consumatori. Va da sé, per completare il quadro, che oltre alla leva della legislazione e del dialogo aperto con gli attori del mercato responsabili, rimane quale core business per una organizzazione di consumatori il compito di portare i market players che hanno commesso violazioni evidenti davanti a un tribunale. In tale ambito Euroconsumers ha intrapreso negli ultimi anni diverse class actions coordinate in contemporanea in quattro giurisdizioni e, in prospettiva c’è l’implementazione della direttiva sulle representative actions (RAD), che entrerà in vigore nel giugno di quest’anno e aprirà auspicabilmente una sorta di mercato unico delle azioni collettive – anche se in Italia permangono ancora non pochi punti d’attenzione sulla sua implementazione.

Per migliorare il presente dobbiamo sognare il futuro

Nonostante tutte le difficoltà e le incertezze di questo presente, Euroconsumers mantiene in esso i piedi ben saldi ma, al contempo, continua a guardare al futuro con impegno, determinazione e ottimismo, al fine di garantire che – a medio lungo termine – i nostri diritti e comodità come cittadini e consumatori siano mantenuti ed estesi a un numero sempre maggiore di persone e di contribuire – per la propria parte – a plasmare insieme alle Istituzioni e agli altri stakeholders un mercato e una società, per quanto possibile, migliori di quelli attuali. Buon 2023!