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Caro energia, von der Leyen: “140 miliardi di euro per mitigare la crisi”. Anche una Banca dell’idrogeno

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Discorso sullo Stato dell’Unione, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiede alle imprese energetiche che hanno generato extraprofitti il proprio “contributo di crisi” per aiutare imprese e famiglie. Centralità delle fonti rinnovabili, dell’idrogeno pulito e dei semiconduttori per il rilancio dell’Europa.

Il Discorso sullo Stato dell’UE

Aiutare famiglie e imprese, riformare io mercato energetico interno all’Europa, accelerare sulla transizione energetica ed ecologica, con le fonti rinnovabili e i vettori di decarbonizzazione come l’idrogeno verde. Sono questi i punti chiave del Discorso sullo Stato dell’Unione della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, tenuto stamattina al Parlamento europeo in plenaria.

Un discorso centrato sull’emergenza energetica in Europa e sulla guerra in Ucraina, in particolare sul dovere istituzionale e morale di aiutare i più deboli, di non lasciare indietro nessuno e di rilanciare l’economia, partendo dall’indipendenza dalle forniture russe di materie prime, in primis gas e petrolio.

Ma per proseguire su questa strada, la solidarietà da sola non basta di certo, vanno cambiate le carte in tavola. “In ottobre modificheremo il quadro temporaneo in materia di aiuti di Stato per consentire la concessione di garanzie statali preservando al contempo la parità di condizioni”, ha spiegato la von der Leyen.

Le risorse finanziarie necessarie per affrontare questa situazione emergenziale vanno trovati lì dove si fanno proventi straordinari, “approfittando della guerra a spese dei consumatori”, ha commentato la Presidente della Commissione, aggiungendo: “In momenti come questi i profitti devono essere condivisi e incanalati verso coloro che ne hanno più bisogno”.

Nuove risorse finanziarie per mitigare la crisi energetica

Per questo la Commissione è pronta a presentare una nuova proposta, che ha come obiettivo raccogliere oltre 140 miliardi di euro, “che gli Stati membri potranno usare direttamente per mitigare la situazione”, ha dichiarato von der Leyen.

Chi, tra le imprese energetiche, ha generato extraprofitti, insomma, dovrà dare “un contributo di crisi”, come lo ha chiamato la Presidente.

Riguardo al tetto sul prezzo del gas, la sicurezza degli approvvigionamenti e il sostegno a imprese e industrie per il mantenimento dei livelli di competitività globale, “elaboreremo quindi insieme agli Stati membri una serie di misure che tengano conto delle specificità delle nostre relazioni con i fornitori, da quelli più inaffidabili come la Russia ai partner fidati come la Norvegia”.

Più rinnovabili e una Banca europea dell’idrogeno pulito

Occorrerà, inoltre, “arginare l’influenza dominante del gas sul prezzo dell’energia elettrica. A tal fine procederemo a una riforma profonda e onnicomprensiva del mercato dell’energia elettrica”, ha proseguito la von der Leyen.

Al centro del rinascimento europeo ci dovranno essere le fonti rinnovabili, ha chiarito la Presidente, ma non solo. “E’ nostra intenzione creare una banca europea dell’idrogeno”, ha detto la Presidente, “entro il 2030 vogliamo produrre nell’Unione europea dieci milioni di tonnellate d’idrogeno rinnovabile all’anno”.

Dalla Banca arriveranno subito 3 miliardi di euro per dar vita al primo mercato dell’idrogeno interno, “è così che si costruirà l’economia del futuro. E questo è il nostro Green Deal europeo”.

Semiconduttori e terre rare

Riguardo alle imprese e le industrie europee, c’è anche il capitolo competenze e quello estremamente delicato dell’approvvigionamento dei semiconduttori.

Che si parli di semiconduttori su misura per la realtà virtuale o di celle fotovoltaiche non fa differenza: l’accesso alle materie prime è decisivo per il successo della nostra transizione verso un’economia sostenibile e digitale. A breve il litio e le terre rare acquisiranno più importanza del petrolio e del gas”, ha aggiunto la von der Leyen.

Oggi la Cina controlla l’industria mondiale della trasformazione: quasi il 90 % delle terre rare e il 60 % del litio sono trasformati in Cina.

La domanda di terre rare sarà quintuplicata entro il 2030.

Sarà compito dell’Unione individuare progetti strategici lungo tutta la catena di approvvigionamento, dall’estrazione alla raffinazione, dalla trasformazione al riciclaggio: “Vogliamo costituire riserve strategiche laddove l’approvvigionamento è a rischio. Per questo motivo annuncio oggi una normativa europea sulle materie prime critiche”.