La crisi

Call center, entro luglio nuovo confronto al Mise

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Nuovo confronto al Tavolo del Mise sulla crisi dei call center entro la fine di luglio. I sindacati ribadiscono la necessità di un giro di vite delle norme sugli appalti e l’intervento dell’Agcom per una delibera che regoli il settore.

Si terrà entro fine luglio una nuova riunione del tavolo del Mise sul settore call center, da tempo in crisi a causa di delocalizzazioni e appalti al massimo ribasso che minano la tenuta occupazionale del comparto. Lo ha reso noto oggi Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, dopo il presidio di questa mattina al Ministero.

“Una delegazione è stata ricevuta da rappresentanti del Ministero – ha detto Azzola – abbiamo ribadito l’urgenza di proseguire il confronto sulla situazione del settore e sui correttivi indispensabili per arrivare ad una sua reale “industrializzazione”. In particolare abbiamo ribadito la nostra posizione sull’urgenza di adeguare la normativa italiana in tema di cambio di appalto a quanto fatto nel resto d’Europa e abbiamo, inoltre, suggerito di lavorare di concerto con l’Autorità Garante per le Comunicazioni perché si arrivi ad una specifica delibera AGCOM che normi una volta per tutte gli standard qualitativi ed operativi dei servizi di assistenza alla clientela così che si possa arrivare ad una definizione di servizio valida per tutti i call center che operano per il mercato italiano e che possa costituire un ulteriore argine ai fenomeni di delocalizzazione e ulteriore precarizzazione del settore”.

In assenza di decisioni tangibili da parte del Governo il sindacato ha annunciato per settembre una nuova grande manifestazione nazionale a Roma (dopo quella del 4 giugno scorso).

 

“Non molleremo la presa fino a quando non sarà trovata a livello istituzionale una soluzione di sistema che risolva i problemi del Settore”. Così il Segretario nazionale della Uilcom-Uil Fabio Gozzo, che insieme a Slc-Cgil e Fistel-Cisl ha organizzato il presidio di oggi al Mise.

Come Uilcom abbiamo ribadito che “il fattore tempo è determinante perché ogni giorno che passa si apre un nuovo problema. Infocontact in Calabria (1500 lavoratori), Voice Care in Piemonte (200 lavoratori) , Accenture in Sicilia (280 lavoratori) non sono più le ultime vertenze in ordine di tempo, già si profilano all‟orizzonte nei prossimi giorni aperture di crisi occupazionali in altri territori e per altre aziende con molte migliaia di lavoratori coinvolti”, ha continuato Gozzo.

“Abbiamo anche sottolineato che altri fondamentali contributi al comparto, così come avviene in altri Paesi europei, possono venire dall’Authority (AGCOM) attraverso regole che favorendo la qualità dei servizi al cittadino (ad esempio tempi di navigazione nei menu telefonici e di risposta operatore brevi) vadano a rafforzare le aziende outsourcer”, chiude Gozzo.