Sostenibilità

Buste di plastica, in Inghilterra il consumo è crollato del 98%

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È bastato far pagare ogni singola busta monouso nei principali supermercati del Regno Unito e, grazie ad un minimo di sensibilità ambientale e di economia domestica, il numero di acquisti è sceso da più di 7,6 miliardi alle attuali 133 milioni di unità.

Sarà l’accresciuta sensibilità ambientale, o la semplice economia domestica, ma in Inghilterra l’utilizzo di buste di plastica monouso per fare la spesa alimentare è letteralmente crollato da 2015 ad oggi. Secondo dati del Governo britannico, presentati dal ministro dell’Ambiente, Rebecca Pow, infatti, in quest’arco di tempo il dato è diminuito del 98%.

Si è sostanzialmente passati da 7,6 miliardi di plastic bags fornite ai clienti nel 2014 alle 197 milioni del 2021/2022 e alle attuali 133 milioni del 2022/2023, che rappresenta un’ulteriore riduzione del 33% su base annua.

L’obiettivo è stato raggiunto semplicemente facendo pagare la busta di plastica monouso nelle principali catene di supermercati e ipermercati del Regno Unito, come Asda, Marks & Spencer, Morrisons, Sainsbury’s, Co-operative Group, Tesco e Waitrose.

Nel 2015 si è introdotto un prezzo di 5 centesimi a busta di plastica, che poi sono diventati 10 centesimi di sterlina nel 2021.

A livello procapite, ora, gli inglesi consumano in media solo due buste di plastica monouso all’anno, invece che 140 come nel 2015.

Il governo ha anche introdotto una tassa di oltre 200 sterline per tonnellata sugli imballaggi in plastica fabbricati o importati nel Regno Unito che non contengono almeno il 30% di plastica riciclata nell’aprile 2022.

A partire dal 1° ottobre prossimo, invece, il Regno Unito vieterà un gran numero di prodotto in plastica monouso, come piatti, posate, vassoi, bastoncini, diversi tipi di imballaggi e anche bicchieri.

Nel frattempo, si legge sul sito del Governo, a partire dall’introduzione di un prezzo per l’utilizzo delle busta di plastica, i rivenditori hanno donato volontariamente oltre 206 milioni di sterline di proventi ad associazioni che portano avanti progetti sociali e ambientali di varia natura, che riguardano attività relative all’istruzione, alle arti, allo sport, alla tutela dell’ambiente e della salute.