I ritardi

BBC rivoluziona il suo modello mentre l’Italia attende ancora la bozza di Convenzione Stato-Rai

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Parte la riforma della BBC. Intanto in Italia a un mese dalla scadenza della vecchia Convenzione non si conosce ancora la bozza del nuovo testo.

La BBC si rinnova e lo fa profondamente. Nessuna opera di maquillage per la ‘zietta’ degli inglesi come invece si sta facendo in Italia con la Rai.

Oltremanica si è dato un forte colpo d’accelerata, introducendo pure il canone per il servizio on-demand (anche se in questo caso il sistema non sembra essere ancora a prova d’evasore), e la Rai cosa fa?

Aspetta.

Come si domandava nei giorni scorsi Angelo Zaccone Teodosi, Presidente Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult, sulle pagine di Key4biz: “Che fine ha fatto la bozza del testo della nuova concessione Stato-Rai? A chi fa gioco procrastinare l’approvazione del testo fondamentale che regola il rapporto tra Stato italiano e tv pubblica?”

Tutto tace.

Il 31 ottobre scade l’attuale Convenzione.

La consultazione pubblica è stata chiusa.

Sono stati già presentati i risultati.

Anche Key4biz ha dato il proprio contributo al confronto, dando spazio ad articoli di studiosi, addetti ai lavori, esperti, per offrire idee e sollecitazioni ai rappresentanti del MiSE, della Vigilanza e ai vertici Rai.

Anche perché, è giusto ricordarlo, si tratta di un atto di fondamentale importanza, sul quale si costruiranno le fondamenta della futura Rai per i prossimi 20 anni.

I tempi stringono.

Cosa succede?

Il Direttore generale, Antonio Campo Dall’Orto, sta provando a portare una ventata di novità a Viale Mazzini. Da alcuni giorni è partito il servizio in streaming Rai Play che fa parte del piano di trasformazione della Rai in una Digital Media Company.

Il Governo non è però sembrato soddisfatto anche se nei giorni scorsi il Sottosegretario Giacomelli ha tenuto a precisare che non c’è una crociata contro Campo Dall’Orto, ci si attende solo che si faccia di più.

Nel frattempo però anche da Palazzo Chigi non arrivano notizie sui lavori di questa nuova Convenzione.

La BBC intanto procede come un treno e annuncia le novità contenute nella Royal Charter che entrerà in vigore col nuovo anno.

Le nuove disposizioni stabiliscono che per quasi tutti i programmi della Tv pubblica inglese saranno indette delle gare.

Programmi che finora venivano prodotti all’interno potranno passare a studi privati se questi proporranno migliori idee e prezzi più ragionevoli.

Una sfida per BBC Studios, creata lo scorso aprile con la vocazione di trasformarsi in una società commerciale, che adesso dovrà dare prova della propria bravura.

Mentre France Télévision sta provando a far modificare le norme francesi per poter avviare un vero dipartimento di produzione interna, la BBC sta già lavorando per fare del suo, un colosso con 2.500 dipendenti, una società di produzione in grado di competere con i broadcaster privati che sono già molto spaventati da BBC Studios.

Oggi il 50% dei programmi della BBC vengono prodotti internamente, il 25% riservato a produzioni indipendenti e un altro quarto è soggetto a gara. Queste proporzioni adesso saranno ridefinite.

Il tutto mentre in Italia aspettiamo ancora di conoscere la bozza della Convenzione.