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Banda Ultralarga: i nodi vengono al pettine

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Il governo pronto a riaprire la consultazione  sul piano della banda ultralarga, segue Telecom Italia che ha indetto un cda per il 7 maggio e Cdp che è pronta a ricapitalizzare Metroweb.

Il tempo stringe sul piano della banda ultralarga: la scadenza finale è fissata al 31 maggio, data entro la quale gli operatori dovranno presentare i piani d’investimento. Intanto, il sottosegretario Antonello Giacomelli ha annunciato oggi la riapertura della consultazione sulla Strategia nazionale per la banda ultralarga, alla luce delle frizioni fra operatori sulla governance di Metroweb. Resta da capire se la riapertura della consultazione implichi anche l’annullamento o la modifica del documento sulla Strategia ultrabroadband approvato il 3 marzo scorso dal Governo.

In attesa della dead line, è stato fissato al 7 maggio il Cda di Telecom Italia che dovrebbe fare – una volta per tutte – luce sugli intenti dell’azienda., ovvero decidere se entrare nella compagine di Metroweb, come auspicato dal Governo, oppure continuare a investire in autonomia.

Intanto, allo scopo di battere un’altra strada che non preveda la presenza di Telecom Italia, Franco Bassanini, presidente Metroweb e Cdp ha fatto sapere ieri da Bruxelles che “non c’è un problema di passaggio di controllo (per Metroweb ndr.), stiamo lavorando con F2i per progettare una ricapitalizzazione che la metta in condizione, anche aprendosi ad altri soci, di finanziare un piano d’investimenti che noi consideriamo richieda 4,5-5 miliardi. È possibile che F2i decida di farlo e se no, noi ci metteremo qualcosa in più.” Un’operazione che quindi permetterebbe a Metroweb di attrezzarsi finanziariamente per affrontare le spese del progetto per la fibra ottica.

Infine, domani l’Enel presenterà all’Agcom un documento che è stato richiesto dall’autorità garante per valutare le possibili sinergie dell’utility guidata da Francesco Starace nella realizzazione delle le infrastrutture a banda larga. Un passo in avanti di Enel dopo l’anticipazione di un possibile coinvolgimento dell’azienda nei piani del Governo. L’Enel, infatti, potrebbe avere un ruolo attivo nella partita visto che nel 2016 sarà impegnata nel processo di sostituzione dei vecchi contatori elettronici nelle case dei suoi utenti. Inoltre, il possesso di oltre 450.000 armadi su strada e tralicci potrebbero essere condivise con gli operatori concorrenti di Telecom Italia.

Interlocutorio l’incontro di venerdì scorso a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi, il suo consigliere economico Andrea Guerra e i vertici di  Telecom Italia e Vodafone chiamati per fare il punto sul dossier banda ultralarga. Il Governo ha specificato la volontà di voler chiudere questa partita il prima possibile, visto che i tempi stringono, e bisogna-almeno per quanto riguarda gli operatori- avere un quadro generale della situazione.

In giornata il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, dopo gli ultimi sviluppi e la volontà di Telecom Italia di investire in solitaria, ha detto: “riapriremo ad ore la consultazione sul piano della banda ultralarga agli altri operatori. Lo facciamo con soddisfazione perchè abbiamo visto aggiornamenti al rialzo”.

È probabile che il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli intraveda degli spiragli di negoziazione tra le posizioni di Telecom Italia , che non vuole entrare nella società veicolo (Metroweb) a condizioni diverse da quelle proposte, e gli altri operatori che sono disposti a entrare in Metroweb a patto che Telecom Italia non abbia un quota maggioritaria. Se poi il sottosegretario Giacomelli si riferisce a una riapertura formale della consultazione pubblica, non si comprende quali siano gli elementi di novità dirompenti per rimettere in gioco un processo che ha avuto il suo decorso naturale e si è regolarmente concluso.

Ha poi continuato riferendosi alla possibile new entry dell’Enel che esistono incentivi per gli operatori che vogliono realizzare gli interventi, se Enel ha le caratteristiche e ritiene di farlo benissimo.” Certo, appare difficile capire che interessi abbia Enel, che si è già disfatta qualche anno fa delle tlc ai tempi di Wind e il cui ruolo potrebbe invece essere quello di una deterrenza della ‘mano pubblica’ da esercitare nei confronti di Telecom Italia. E a chi parlava del conflitto tra gli operatori  Giacomelli risponde: “parlerei di una sana concorrenza, una sana competizione fra gli operatori. “L’obiettivo dell’Italia però è avere, entro il 2020, una rete, un’infrastruttura fra le più moderne, che risponda cioè ai parametri europei”. L’obiettivo è indubbio, il problema e che rimangono sul tappeto tutti i nodi che impediscono ormai da qualche settimana un dialogo risolutivo sul futuro della strategia del governo sulla banda ultralarga.