App economy

App economy in crescita. Le aziende italiane tentano la fortuna CES di Las Vegas

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In Italia, secondo recenti dati, l’app economy vale 25,4 miliardi di euro pari, all’1,6% del PIL ma chissà quanto ci vorrà per realizzare anche nel nostro paese una cultura e un ecosistema tale da far fiorire qui le nostre startup...

Per la maggior parte di noi le app sono solo un modo per passare il tempo mentre siamo in fila alla posta, per tenerci informati sul meteo o per postare qualche selfie, ma i programmini che chiunque abbia uno smartphone scarica sul dispositivo sono una cosa molto seria che ha dato vita a una vera e propria ‘economia’ – la app economy’, appunto – e generato diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro.

E sono in molti anche gli italiani che cercano fortuna, ovviamente oltreoceano, e stanno approfittando del CES di Las Vegas – la maggiore fiera mondiale dell’elettronica – per presentare al mondo le loro trovate. Anche con un certo successo: la brianzola Easydom, ad esempio, si è aggiudicata il CES Innovation Awards Honoree – uno dei premi più ambiti – nella categoria Software e Mobile Apps, col software Easydom Next, un sistema operativo che permette di gestire attraverso un’unica interfaccia tutti i sistemi presenti in casa (dal 2005 EasyDom è partner nella Home Automation di Microsoft).

E ancora, in tema di domotica e dispositivi indossabili, è sbarcata al CES anche la startup genovese Circle Garage, che ha presentato Hiris, uno smartwatch esagonale che grazie alle app può essere adattato alle esigenze di chi lo utilizza e che ha ottenuto il primo premio alla Smart Home Hackathon 2014 organizzata dal Politecnico di Torino. Dopo il CES, Hiris tenterà la via del crowdfunding su Indiegogo, per ottenere i fondi necessari per a lanciare il prodotto sul mercato.

Al Ces, infine, è stato presentato anche il progetto ‘Leonardo’, un totem con cassetti in cui ricaricare lo smartphone in tutta sicurezza nei luoghi pubblici, realizzato dalla startup udinese Phone Italia.

Anche gli italiani, insomma, provano a sfondare nel mercato lanciato da Apple, che col suo app store, nel 2008, ha dato inizio alle danze.

L’azienda californiana, dal canto suo, si è presa una rivincita contro chi la accusa di sottrarre lavoro agli americani facendo produrre i suoi dispositivi in Cina: grazie proprio alle app, infatti, Apple ha portato a quota 1 milione il numero di posti di lavoro (vi ricorda qualcosa questo numero?!) creati negli Usa.

Solo le applicazioni progettate per smartphone e tablet Apple hanno contribuito a creare più di 627.000 posti di lavoro, mentre i download dall’App Store hanno generato una spesa di 10 miliardi di dollari.

In Italia, secondo recenti dati, l’app economy vale 25,4 miliardi di euro pari, all’1,6% del PIL ma chissà quanto ci vorrà per realizzare anche nel nostro paese una cultura e un ecosistema tale da far fiorire qui le nostre startup che, ancora, per imporsi nel mondo, devono tentare la fortuna oltreoceano…