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Pa digitale, tutti vogliono le app. Ma per fare cosa?

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E quindi il processo di sviluppo, di realizzazione e di utilizzo di una APP nel settore pubblico deve (un obbligo) articolarsi nelle seguenti fasi:

Metodologia e teleologia delle App

Cosa significa la sigla APP: viene dall’inglese “application” (e in italiano applicativo informatico); è una applicazione software dedicata ai dispositivi di tipo mobile.

Non mi interessa discutere una APP sotto il profilo tecnico; mi interessa analizzare il rilevante interesse per le APP di vario tipo, oggi soprattutto le APP che dovrebbero aiutare a combattere la pandemia del Coronavirus, le APP per la mobilità urbana e non, ecc.

Non mi interessa nemmeno fare considerazioni sugli aspetti legali relativi alla privacy e alla protezione dei dati personali (aspetti rilevanti, senza dubbio).

Mi interessa fare delle considerazioni sotto il profilo metodologico (“come” procediamo per dotarci di una APP) o meglio teleologico (lo “scopo” di una APP). E se vogliamo ancora di più “ritagliare” le considerazioni preliminari: ci chiediamo ma l’informatica è riducibile ad APP a prescindere e la produzione sempre più diffusa delle APP in certi settori e per certe funzioni prescinde dal contesto per il quale le APP sono generate? O si rischia di generare APP per una nuova “moda” di mercato o di marketing delle tecnologie? E si producono APP fuori contesto?

Il profilo metodologico

Sotto il profilo metodologico è necessario stabilire alcuni elementi di base da tenere presenti per dare una risposta alle domande poste prima.

Le APP sono applicazioni informatiche (a tutti gli effetti) ed in particolare sono software elaborati che utilizzano hardware ed interfacce utili per far “girare” l’applicazione.

Le APP sono elaborate per certe funzioni che dovrebbero essere ben definite rispetto al contesto per il quale dette funzioni devono essere svolte.

Le APP che sono utilizzate nel settore pubblico devono caratterizzarsi in ragione di funzioni pubbliche definite (definite in modo chiaro e completo, definite con decisioni ed atti pubblici, trasparenti, sicure, tracciabili, accessibili, verificabili nell’attuazione e nella efficacia dei risultati ottenuti nell’uso delle APP).

Le APP informatiche sono delle applicazioni che interessano procedure, procedimenti, processi decisionali, manageriali, direzionali, gestionali, comunicativi: le APP supportano delle attività che nel settore pubblico devono essere formate e trattate nel rispetto dei principi/criteri dell’azione amministrativa e delle organizzazioni pubbliche [(art. 97 Cost.: imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa; art. 1 della legge 241/90: efficacia, economicità, pubblicità, trasparenza, imparzialità, semplificazione; dati/documenti da trattare secondo le norme sulla privacy e la protezione dei dati; i dati/documenti devono essere formati, gestiti e conservati in modalità nativamente ed esclusivamente digitali (dlgs 82/2005 e sm, Codice dell’amministrazione digitale)].

La formazione informatica delle APP è quindi un processo tecnologico che si colloca alla fine di una decisione pubblica di fare una APP.

Come decidere di realizzare ed usare una APP

E quindi il processo di sviluppo, di realizzazione e di utilizzo di una APP nel settore pubblico deve (un obbligo) articolarsi nelle seguenti fasi:

  1. rilevazione dei bisogni di una APP tramite una indagine basata su metodologie e tecniche di analisi ben precise, rese pubbliche e trasparenti e a seguito di una gara se le amministrazioni non sono in grado di effettuare una analisi preliminare sui bisogni;
  2. i risultati della rilevazione dei bisogni devono essere resi pubblici sui siti (art. 53 del Codice dell’amministrazione digitale e ai sensi del dlgs 33/2013 e sm);
  3. la rilevazione dei bisogni di una APP non può non considerare la eventuale partecipazione di cittadini, utenti, stakeholders;
  4. al termine della rilevazione l’amministrazione interessata dovrebbe avere a disposizione tutti gli elementi utili per affidare a soggetti tecnici la realizzazione dell’APP;
  5. è necessario che sia nominato un gruppo di progetto dell’amministrazione che faccia da interfaccia con il soggetto tecnologico “sviluppatore” e che sia composto dai dirigenti dell’amministrazione competente (o del settore specifico di competenza); lo sviluppo di una APP non può essere totalmente delegato a terzi; il gruppo di progetto accompagna il progetto nella fase della sua realizzazione e per verificare dopo la efficacia della stessa APP nella fase di attuazione, diffusione, utilizzo;
  6. tutte le attività sono soggette a pubblicità sul sito dell’ente;
  7. al termine dello sviluppo dell’APP si provvede a comunicare (con chiarezza e completezza e tramite tutti i canali comunicativi utili)  ai cittadini, agli utenti, agli stakeholders cosa è l’APP realizzata, per cosa e come funzionerà, con quali utilità e ritorni per i cittadini, le imprese e l’amministrazione interessata;
  8. verifica permanente del funzionamento dell’APP (per eventuali modifiche e miglioramenti da apportare).

Richiamiamo l’attenzione dei soggetti pubblici interessati su alcune pre-condizioni (necessarie e vincolanti) da considerare prima di decidere e realizzare APP:

  1. un punto cruciale da considerare riguarda il contesto digitale dell’amministrazione che intende sviluppare una APP: se il contesto si caratterizza come “amministrazione digitale” allora sicuramente l’APP avrà una possibilità concreta di realizzazione ed utilizzo; se il contesto è quello maggiormente diffuso in Italia (sistema digitale misto a sistema analogico), allora il contesto si presenta “critico” sin dall’inizio (l’APP non sarà connessa a procedure, processi, procedimenti nativamente digitali e non potrà funzionare);
  2. altro aspetto critico è la verifica del contesto organizzativo dell’amministrazione che ha deciso di procedere per la realizzazione di una APP (se il contesto organizzativo è di tipo formalistico-gerarchico allora ci sarà un vincolo molto forte nella fase di utilizzo dell’APP rispetto a servizi erogati da parte dell’amministrazione a causa di una organizzazione non dedicata alla erogazione di servizi in rete.

Se i contesti “organizzativi” e “digitali” si presentano “critici” allora l’amministrazione non può decidere di realizzare una APP.

Le APP finora sviluppate o che sono oggi oggetto di discussioni, critiche, polemiche hanno seguito queste indicazioni sopra riportate (che sono dettate da norme)?

Chiunque può fare una verifica!

E allora? Moltiplichiamo le APP perché di moda? Facciamo gruppi di lavoro di decine di componenti? Quale è la teleologia delle APP?