app

L’amore non va in crisi. Il 2022 delle app di dating

di |

Nel 2022 la spesa nelle app di dating è aumentata dell’11% a livello planetario rispetto all’anno precedente.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Con la situazione corrente – ed è difficile darle torto – la gente ha poca voglia di spendere. Lo si è visto con i più recenti dati relativi agli acquisti in-app. Per quanto la telefonia mobile continui a superare ogni record precedente, grazie anche ai prezzi che si mantengono bassi per i canoni mensili delle offerte (a questo proposito su SOStariffe.it si possono trovare le promozioni attualmente più convenienti), la flessione fatta registrare nel 2022 dimostra come anche i settori più in salute, tra inflazione e recessione, impongano una spending review ai consumatori, a volta drastica.

Con qualche eccezione, però. Forse la più eclatante è quella relativa alle app di dating, settore che anche lo scorso anno ha beneficiato di guadagni da record, come ha mostrato un recente studio di data.ai.

Uno dei pochi settori a crescere nel 2022, soprattutto in USA

Secondo il report, nel 2022 la spesa nelle app di dating è aumentata dell’11% a livello planetario rispetto all’anno precedente; non poco, ma una percentuale comunque più bassa dell’incremento nel numero dei download (+19%) e del tempo trascorso sulle stesse app (+14%). In particolare, nel 2022 si è raggiunto il record globale di download, con 1,9 miliardi di prime installazioni, mentre la spesa è arrivata a superare un altro record, quello dei sei miliardi di dollari, circa 16 milioni al giorno a livello mondiale. Per quanto riguarda infine il tempo trascorso, sui dispositivi Android il tempo trascorso ha superato i 10 miliardi di ore all’anno; nel 2019, e quindi prima del Covid-19, questo valore si era fermato a 7 miliardi di ore.

Gli Stati Uniti rappresentano quasi la metà di tutto quanto si è speso in questo genere di applicazioni, il 40%, a dimostra che l’abitudine a usare Tinder, Bumble o Hinge, i nomi più noti del settore, è assai più diffusa oltreoceano. In totale, i consumatori USA hanno speso 2,5 miliardi di dollari, 268 milioni in più rispetto al 2021; quasi quattro volte tanto, ad esempio, dei consumatori nel Regno Unito, al secondo posto in termini di spesa (75 milioni di dollari in più). Il numero di ore cumulative su dispositivi Android negli Stati Uniti durante il 2022 ha raggiunto i 670 milioni di ore annue, dai 530 milioni di ore del 2019 (+26%).

In effetti, guardando i numeri, colpisce quanto sia superiore il mercato americano rispetto al resto del mondo: dopo Stati Uniti e Inghilterra il terzo incremento annuo di spesa più elevato è stato quello del Canada, 59 milioni, seguito dall’Australia, 41 milioni, e dall’India, che tutta insieme supera di poco i 30 milioni. Ma ci sono anche mercati che stanno perdendo terreno e che quindi hanno fatto segnare un decremento nella spesa, come la Germania, la Russia, il Kuwait, il Giappone e soprattutto la Corea del Sud, 18 milioni di dollari in meno rispetto all’anno scorso; c’è però da segnalare che gli ultimi due Paesi ancora durante tutto l’anno scorso hanno subito diversi lockdown di varia durata, portando così a nuove interruzioni delle attività quotidiane.

Tinder vince la sfida degli utenti, non del fatturato

Il dominatore assoluto di questo mercato, da un punto di vista numerico, è Tinder, che ha diversi programmi a pagamento; con Tinder Plus si possono mettere like illimitati (l’app gratuita ne ha solo un certo numero), aumentando così le interazioni e la possibilità di arrivare all’ambito “match”; Tinder Gold permette di sapere chi è che ha messo un like alle nostre foto, con in più anche i Super Like (i like con cui si comunica al potenziale match che ha fatto davvero colpo) gratuiti ogni mese, e Tinder Platinum, che oltre ai vantaggi dei tier precedenti ha anche la possibilità di inserire dei messaggi nei Super Like. Un’offerta che ricorda molto da vicino le diverse categorie delle carte conto del mondo fintech, e che a Tinder ha fatto guadagnare parecchio, l’anno scorso.

Eppure Tinder non è, secondo un’altra ricerca di XTB.com, il dating digitale che fa guadagnare di più: malgrado i suoi 530 milioni di utenti (quasi il doppio della seconda classificata, Badoo), i guadagni impallidiscono di fronte a siti come Match.com e eHarmony. In particolare, Match.com – che ha “solo” 96 milioni di utenti – ha un fatturato di 2,4 miliardi di dollari contro gli 1,6 miliardi di dollari di Tinder, mentre Zoosk, con 40 milioni di utenti, ha un fatturato totale molto più basso (250 milioni) ma comunque efficiente, visto che la spesa media è di 6,25 dollari per utente (Tinder è ferma a 3, Match.com è addirittura a 25). Ma se questi sono modelli di business diversi rispetto a Tinder, il discorso è diverso com Bumble, che ha avuto successo basandosi su un meccanismo molto particolare: nelle relazioni eterosessuali, Bumble permette soltanto alle donne di spedire il primo messaggio, per evitare molestie e approcci indesiderati che troppo spesso trovano terreno fertile nelle app di dating. Bumble al momento ha 100 milioni di utenti e un fatturato annuale di 337 milioni, con una spesa media per utente un po’ superiore a quella di Tinder.

Le dating app “chiuse”, perché il confronto fa paura

È forse con questi numeri che si spiega il lancio di piattaforme sempre nuove, tra cui il recente CatholicMatch, la nuova app di dating per cattolici che come obiettivo ha tutt’altro che l’incontro (e il sesso) occasionale, ma un’unione che sia per la vita. Una diversità rispetto al tradizionale mondo delle app di appuntamenti che è evidente fin dalla registrazione del proprio profilo, a cui si arriva rispondendo a domande piuttosto precise sulle proprie abitudini di fede (da quante volte si va a messa alle proprie idee sul sesso prematrimoniale, passando per lo stile liturgico preferito). E fra i nuovi arrivi c’è pure The Right Stuff, la dating app (rigorosamente solo eterosessuale) per conservatori lanciata da Peter Thiel, il multimiliardario di Silicon Valley.

Così, di comunità ristretta in comunità ristretta, con un bacino di utenti sempre più ridotto per non “turbarsi” con persone che la pensano diversamente, per paradosso l’utente medio un bel giorno sulla sua app preferita non troverà più nessuno: e toccherà tornare a uscire per incontrare, se non proprio l’anima gemella, qualcuno di più interessante della nostra solitudine.