XX Rapporto Ecosistema Urbano: servono smart city vere per uscire dell’emergenza inquinamento e infrastrutture

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Situazione drastica, soprattutto per le grandi città: autovetture in aumento, inquinamento alle stelle, abbandono dei mezzi pubblici, spazi verdi e ciclo rifiuti che non decollano.

Italia


Ecosistema Urbano 2013

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Più passa il tempo, più le grandi città evidenziano tutti i sintomi di una grave crisi infrastrutturale, con inquinamento crescente, traffico fuori controllo e una qualità della vita che inevitabilmente si abbassa.

 

È quanto emerge dal XX rapporto “Ecosistema Urbano 2013”, presentato a Bologna da Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore sulle eco-performance dei capoluoghi di provincia italiani. Tra gli indicatori utilizzati per stilare la classifica, ci sono i rifiuti, la gestione delle risorse idriche, gli impianti fognari, la rete di trasporti pubblici (Tpl), il livello di inquinanti, spazi verdi, piste ciclabili, utilizzo dell’auto privata, tasso di mortalità per incidenti su strada e molto altro.

 

I risultati indicano una situazione critica dei centri più grandi, come Firenze, Milano, Torino, Roma e Napoli, rispettivamente dalla settima all’undicesima posizione, con punteggi davvero bassi tra 40 e 47/100. Basti pensare che rispettando tutti i limiti di legge (e quindi senza nessuna performance straordinaria) il punteggio complessivo di un centro urbano sarebbe molto vicino a 100.

 

Meglio le città medie, con Trento in testa, seguita da Bolzano e Parma (con punteggi comunque non eccezionali), e quelle piccole, che vedono sul podio Belluno, Verbania e Nuoro.

 

Leggi il Rapporto completo.

 

Nel complesso, l’Ecosistema Urbano 2013 evidenzia un inquinamento atmosferico che resta ancora a livelli di emergenza. Le città disperdono in media più di un terzo dell’acqua potabile immessa in rete (il 32%) e l’efficienza della depurazione non migliora quanto dovrebbe. Cala la produzione di rifiuti solidi urbani, soprattutto a causa della contrazione dei consumi, e restano praticamente stabili le quote della raccolta differenziata, che passa dal 38% al 39,3%. Aumenta il numero di macchine in circolazione e prosegue il declino del trasporto pubblico urbano, che continua a perdere passeggeri. Restano praticamente congelati gli indici dedicati a isole pedonali, zone a traffico limitato, reti ciclabili urbane.

 

Come ha spiegato bene il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, spiegando i dati dello studio: “Se nell’insieme le nostre città sono congestionate e inquinate, fragili rispetto al rischio sismico e idrogeologico, in ritardo rispetto all’erogazione dei servizi, esse rappresentano pure i luoghi ideali per le migliori

soluzioni. Soluzioni che non possono più essere limitate a singoli e parcellizzati interventi ma devono rientrare in un disegno lungimirante e complessivo, che veda le città come fulcro della rinascita del Paese“.

 

Serve un modello nazionale di smart city, serve una governance di processo, servono progetti ben congegnati e ovviamente dei finanziamenti adeguati. Realizzare città di nuova generazione secondo parametri di sostenibilità, vivibilità, basso impatto ambientale, ottimizzazione delle risorse energetiche ed idriche, trattamento virtuoso dei rifiuti, significa sfruttare l’opportunità di porre le aree urbane al centro di una nuova fase di crescita economica, di benessere per il cittadino, di tutela del territorio e di lavoro per le aziende (e quindi per le persone).

 

Lo studio segnala, infatti, che la crisi urbana chiede di immaginare con urgenza un altro futuro. Bisogna avere il coraggio di abbattere per ricostruire, rigenerare interi quartieri, recuperare edifici e dare casa, in affitto e a prezzi accessibili, a chi ne ha bisogno fermando il consumo di suolo, restituendolo al verde, inteso come spazio da vivere, accessibile a tutti.

 

Bisogna pensare un modo nuovo di usare le risorse e l’energia, di organizzare la mobilità, con spazi pubblici più sicuri, più salutari e meno alienanti, immaginando la città come luogo dove si realizzano le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del vicinato, del quartiere, della comunità.

  

(F.F.)