Smart City e mobilità sostenibile, alcuni casi di successo a Milano e in Lombardia nella giornata di studi di AICT

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Luigi Grossi (Telecom Italia): “Fondamentale il ruolo degli operatori di telecomunicazioni che danno connettività perchè il traffico non-human, proveniente da oggetti intelligenti che colloquiano tra loro è in continua crescita”.

Italia


Mobilità sostenibile

Città più “smart” sono città in cui i cittadini possono toccare con mano la diminuzione dell’inquinamento, il rispetto dell’ambiente, la diminuzione e controllo del traffico, il decremento degli incidenti, la maggiore sostenibilità della viabilità, la possibilità di ricevere informazioni integrate.

Sono tutti vantaggi di una mobilità sostenibile.

 

Di questo si è discusso nei giorni scorsi, con particolare riferimento a Milano, nel corso di una giornata di studi organizzata da AICT, l’Associazione per la Tecnologia dell’Informazione e delle Comunicazioni, aperta proprio dal saluto del presidente Maurizio Mayer, che ha evidenziato gli obiettivi dell’incontro, nell’ottica di favorire uno scambio di progettualità e un’occasione di smabio tra diversi stakeholder.

All’appuntamento, dal titolo “Smart and Sustainable Mobility“, hanno preso parte aziende, centri di ricerca, docenti ed esperti si sono confrontati sui progetti e sui servizi attivi e prossimi all’attivazione della città di Milano e della Lombardia.

 

Facciamo degli esempi concreti. Roberto Andreoli dell’ATM ha illustrato le diverse possibilità che l’azienda offre al cittadino per migliorare e rendere sostenibile la viabilità, attraverso l’uso di mezzi pubblici. Si pensi che, secondo i dati forniti dall’ATM, sono 800 mila i veicoli pubblici e privati che circolano nella zona urbana di Milano, 680 milioni i passeggeri complessivi del sistema di trasporti pubblico e privato milanese, 1,2 milioni le tessere conctactless,  15 mila i clienti di bike sharing e 3000 di car sharing.  Per coordinarli l’ATM ha sviluppato una piattaforma integrata per il trasporto pubblico basata sulla gestione unificata dei dati raccolti dai mezzi di trasporto (circa 1780) attraverso canali Radio TETRA dedicati. Questo consente di compiere un monitoring continuo delle flotte e l’analisi preventiva di eventuali guasti. Sono già attivi diversi sistemi che consentono il controllo del traffico e del territorio attraverso pannelli a messaggi variabili e videosorveglianza, gestione intelligente della sosta e dei parcheggi attraverso l’ausilio di 18 strutture dedicate per una capienza totale di 15mila posti auto, sistemi di infomobilità basati su web e display per i mezzi di superficie e metro e mobilità alternativa come bike sharing (103 stalli per 1400 bici) e car sharing (80 stalli per 120 auto).

 

La necessità di essere smart – secondo l’ingegnere Andreoli – rende necessaria anche l’offerta di servizi smart, quindi non solo trasporto di persone o cose, ma anche trasporto di servizi e informazioni verso le persone, come e-ticketing e micro pagamenti, profiling dell’utente, identità digitale e servizi specifici per pedoni e persone a mobilità ridotta. Come? Mettendo il cliente al centro dell’eco sistema smart“.

 

Queste le linee guida che sono alla base anche del progetto ICT per Expo 2015 presentato da Alfonso Fuggetta del CEFRIEL di Milano. Per favorire il trasporto e la viabilità di Milano, l’Expo, in collaborazione con altre sei aziende di mobilità, tra cui la stessa ATM, oltre che SEA, Trenitalia, Trenord, Alitalia, ha creato un’unica piattaforma dalla quale è possibile reperire in tempo reale tutte le informazioni relative al traffico ed alla viabilità. È infatti possibile informarsi preventivamente sul mezzo migliore per raggiungere una destinazione, la strada meno intasata, sapere in tempo reale l’orario di arrivo, partenza e ritardo dei treni con  l’orario effettivo di imbarco degli aerei e il numero di posti disponibili nei parcheggi in prossimità del centro urbano.

 

Se da un lato la tecnologia ha superato i livelli di efficienza necessari, come nei casi precedenti, dall’altro per alcuni modelli futuri è necessario integrarla con altri elementi. È il caso della sicurezza preventiva. Il tema della sicurezza stradale è uno dei principi fondamentali da  considerare per salvaguardare la vita e per una viabilità migliore. Si pensi che nel 2011 si sono registrati in Italia 205.638 incidenti stradali con lesioni a persone. Nonostante il decremento del 2,7% rispetto al 2010, gli incidenti sono sempre troppi, per questo bisogna lavorare sul concetto di sicurezza preventiva.

 

Per sistemi di sicurezza stradale “preventiva” – ha spiegato Filippo Visintainer del centro ricerche Fiat (CRF) sede di Trento – si intendono quei sistemi che avvisano il conducente di un potenziale pericolo con un anticipo tale da consentire di evitare il pericolo stesso. Dal 2011 – ha continuato il dr. Visintainer –  è in corso un progetto europeo integrato che vede coinvolti i maggiori car-maker europei assieme ad aziende di componenti ICT automotive e a centri di ricerca, con l’obiettivo comune di testare le tecnologie di comunicazione veicolo-veicolo e veicolo-infrastruttura per la sicurezza preventiva in sette diversi test-site europei. La sperimentazione riguarda i tipici scenari di potenziale rischio, come le code in formazione, auto ferme, superamento dei limiti di velocità, etc. La motivazione alla base della scelta dei diversi test site è la possibilità di sperimentare il sistema in vari contesti e in situazioni reali di traffico.

 

Secondo Luigi Grossi, di Telecom Italia: “il ruolo degli operatori di telecomunicazioni che danno connettività è fondamentale perché consente di applicare i servizi e le piattaforme descritte. Soprattutto perché, secondo le ultime stime, il traffico non-human, ovvero M2M (Machine to Machine) proveniente da oggetti intelligenti che colloquiano tra loro, è in continua crescita“.

 

La seconda parte della giornata si è concentrata invece su Milano, sulla Lombardia e sugli esempi virtuosi di mobilità sostenibile. L’impatto ambientale, come illustrato da Elliot Laniado del CNR e Poliedrica, è uno dei problemi maggiori della regione. Si pensi che l’inquinamento atmosferico della pianura padana è tra i più alti d’Europa e la mobilità urbana ha un’incidenza del 55% per quanto riguarda l’ossido di azoto e contribuisce per il 27% alla diffusione di PM10 primario, per questi motivi sono necessarie proposte alternative alla mobilità. (c. g.)