WEB: chattando, chattando si scoprono mancanze e solitudini del popolo della rete

di Flavio Fabbri |

VINTI

Sono diversi milioni gli utenti italiani che affollano le chat online e i social network come Twitter o Facebook e non lo fanno solo per curiosità o per voglia di comunicare, semmai per paura di rimanere con se stessi, da soli e nel pieno di una solitudine che è condizione primaria della società odierna. Suonano come una condanna alla rete e ai suoi utenti, queste considerazioni tratte dal libro “Il mondo online questo (s)conosciuto” (2009, Tespi Editore), ma in realtà sono il risultato di un attento monitoraggio del web e dei suoi abitanti, molto spesso affamati di affetto e di contatto umano.

I due autori del libro, che si presentano sotto lo strano pseudonimo di Albert Albert, hanno scavato per anni tra chat, blog, social network e reti sociali di diverso tipo, alla ricerca di preziose informazioni su come gli utenti, soprattutto giovanissimi, trovano il modo di approcciare l’estraneo, l’altro, con quali mezzi e con quali finalità. Il risultato è che, come hanno sostenuto ad ADN Kronos Salute: “Alcuni sono a caccia di angoli di solitudine, altri di giochi in maschera o di un corteggiamento virtuale. Qualcosa che colmi un vuoto affettivo, perché chi ha una vita sociale molto intensa non ha bisogno di surrogati“.