SOCIAL NETWORK: ‘piattaforme grottesche’ e ‘giocattoli per occidentali viziati’. C’è chi dice ‘Meglio Youtube’

di Flavio Fabbri |

VINTI

Quando un fenomeno come Facebook, ma in generale tutta la famiglia dei social network, si trasforma in un evento globale, ecco che qualcuno non resiste e si lancia in una querelle dagli esiti decisamente scontati, anche se non privi di interesse. La psichiatria dovrebbe occuparsi di disturbi mentali e non di bit, ma il noto psichiatra Tonino Cantelmi ha deciso di porre Facebook sotto una luce diversa: “So di essere una voce controcorrente, sono innamorato della rete, ma continuo a pensare che Facebook sia un giocattolino per occidentali ricchi e viziati“.

Il docente dell’Università Gregoriana di Roma e presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici non vuole certo demonizzare la piattaforma, che peraltro ospita anche il Santo Padre, ma vede in tale strumento solo un luogo di distrazione ludica o al più di intrattenimento, più che un mezzo di comunicazione costruttiva. “Luogo per emozioni grottesche – ha affermato Cantelmi per adnKronos – che non hanno nulla a che vedere, ad esempio, con l’importanza di strumenti come Youtube. Una vetrina in tempo reale che si è ormai trasformata in un certificatore della realtà e che ci permette di sapere subito cosa accade in terre lontane come Darfur o in Tibet“.

Youtube vince su Facebook, dunque e si candida a baluardo della libertà di espressione, valida arma a difesa e a sostegno della democrazia in tutto il mondo, sempre secondo Cantelmi. Forse è un po’ esagerato, forse qualcosa di vero però c’è. I social network rischiano di rimanere in molti casi delle piazze autoreferenziali, inquinate da applicazioni inutili e intasate da giochini di dubbia intelligenza, ma lo stesso a guardar bene si può dire anche dei siti di video sharing come You Tube, troppo spesso scadenti nel ‘cattivo gusto’.

 

Il problema, come al solito, è sempre nell’utilizzo che si fa del mezzo e non nella tecnologia, nell’approccio culturale e nei livelli di capacità e di competenza dell’utilizzatore. Si parla tanto di ‘Nativi digitali‘, quando rimane sempre aperto il conto con l’analfabetismo informatico, che non è solo saper o meno come si accende un pc o in che modo si accede a Internet. A ben vedere, è proprio da qui che iniziano i problemi.