eSOCIETY: cresce il network Wwworkers e il lavoro da casa

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Il nome del network, come spiega il suo ideatore, Giampaolo Colletti, è frutto di una sintesi tra www (acronimo della rete) e workers (termine inglese che indica i lavoratori). I Wwworkers sono apparsi timidamente in Italia a partire dallo scorso anno, anche a seguito della crisi che ha vissuto il mondo del lavoro e si offrono per fare i lavori più stravaganti, con l’obiettivo di guadagnare da casa. Secondo un recente studio Microsoft, inoltre, c’è da tenere in conto che il 90% dei lavori avrà massimamente competenze online entro il 2015.

A partire dal 2010 i Wwworkers inizieranno la loro ascesa sui mercati del lavoro, ma non quelli tradizionali, perché sono lavoratori molto atipici e soprattutto nuovi dal punto di vista dei profili professionali. Persone che hanno deciso di abbandonare il posto fisso e il lavoro dipendente (a tempo determinato o indeterminato) per farsi imprenditori, dando così respiro alle proprie passioni ed aprire nuovi percorsi, spesso proprio su Internet, lavorando nel mondo del digitale e spesso da casa.

Una scelta impegnativa, sofferta e non certo facile, ma che ora li pone alla ribalta, protagonisti del proprio percorso professionale grazie a un pizzico di fantasia e ovviamente alle nuove tecnologie. Parliamo di wedding planners, giocattolai, dog sitter, artisti, disegnatori e addirittura pastori, ruoli originali nel panorama lavorativo italiano o addirittura singolari, ma tutti accomunati dall’assoluta trasversalità di genere, età e classe sociale.

Secondo le statistiche diffuse dalla Ue a gennaio, cresce in un anno del 21% la ricerca di lavoro online e la domanda di personale cercato attraverso internet nel 2009, mentre la media del telelavoro nei Paesi europei è dell’1,7%, con in testa Paesi come Danimarca (14,4%), Belgio (13%), Lettonia (12,2%) e Paesi Bassi (12%). Meno virtuosi sono stati invece la Spagna (6,9%), la Lituania (6,8%), la Slovenia (6,7%), la Germania (6,7%) e la Francia (5,7%), ultima l’Italia fanalino di coda con lo 0,5%.

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