eSOCIETY: il testamento biologico si fa su Facebook

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Mentre il Parlamento cerca di portare a termine l’iter sul ddl “Dichiarazioni Anticipate di Trattamento” (DAT), approvato in prima lettura al Senato e ora in attesa del parere della Camera, i giovani tra i 16 e i 21 anni hanno comunque deciso a migliaia di scrivere e depositare il proprio testamento su Internet e, in particolar modo, su Facebook. Gli utenti hanno scelto la rete e il popolare social network per esprimere il loro parere contrario a idratazione forzata e nutrizione artificiale, rivendicando con forza il diritto a un trattamento di fine vita dignitoso e soprattutto rispettoso delle loro ultime volontà.

Ad aver sottoposto il fatto all’attenzione dell’aula di Palazzo Madama è stato il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello che, in occasione di un convegno sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), ha sì compreso le esigenze di autonomia, indipendenza e libertà di scelta delle nuove generazioni, su un argomento molto delicato e magari mal affrontato dai media, ma ha ricordato anche che nel 99% dei casi di incidenti “Tali trattamenti portano a una ripresa del paziente“. Nella stessa giornata il senatore Raffaele Calabrò, primo firmatario del ddl, ha sottolineato invece che “Il progetto di legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento riguarda esclusivamente le persone in stato vegetativo e non i pazienti con malattie terminali“.

C’è però un problema, un nodo che ancora sembra ‘non si voglia sciogliere‘, legato probabilmente alla vicenda Englaro e che il Parlamento ha voluto evidentemente sottolineare con un forte vincolo, cioè che le volontà del paziente in merito ai trattamenti da ricevere o non ricevere, “non siano in ogni caso vincolanti per il medico“, che rimane infatti l’ultimo a decidere. Serviranno davvero a qualcosa le migliaia di ‘dichiarazioni’ su Facebook?