Renato Soru

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Renato Soru

Renato Soru nasce a Sanluri, a pochi chilometri da Cagliari nel 1957, il penultimo di cinque figli di una buona famiglia di commercianti. La sua è la storia di un uomo che fin da bambino sognava di fare grandi cose: “Quando ero ragazzo mi sarebbe piaciuto vincere a Wimbledon, anche se non ero molto bravo. Ho sempre avuto un progetto ambizioso”, dice di sé.

Soru si laurea in Scienze Economiche e Sociali alla Bocconi ‘ dove si dice si sia iscritto per sfida nei confronti del padre di un compagno di scuola che non faceva che vantare le doti di suo figlio – ma prima di laurearsi deve fare i conti con le vicende della vita: suo padre muore, lasciando a metà i lavori per la costruzione di un supermercato che lui decide, comunque, di portare a compimento.

E’ questa la sua prima impresa, e la porta a termine brillantemente.

 

Dopo la laurea viene assunto alla Lazender ‘ società di corporate finance – come assistente di Oscar Titti e da lì passa alla CBI Merchant dove lavora fino al 1990. Si dimette, però, per tornare in Sardegna e dedicarsi alla grande distribuzione. Comincia espandendo la drogheria di sua madre, per arrivare a costruire centri commerciali a Oristano e Olbia.

 

Nel 1995 Soru intraprende la sua avventura nell’ancora tutto da scoprire mondo di Internet: parte dalla Repubblica Ceca, grazie a una licenza vendutagli da Nicki Grauso che aveva già lanciato il primo provider italiano, Video OnLine (azienda di scarsa fortuna, venduta poi a Telecom Italia). Con un investimento di 300 milioni, viene creato l’Internet Service Provider Czech On Line, con base operativa a Praga che, grazie a una politica tariffaria molto aggressiva e a un’attività di comunicazione originale e mirata, si aggiudica in breve tempo il 45% del mercato Internet dial-up e una posizione di leadership nei servizi di accesso con linea dedicata e nei servizi Web.

 

Soru intuisce che i tempi sono maturi e decide di tornare in Sardegna per dedicarsi al progetto Telefonica della Sardegna, ribattezzata qualche mese più tardi, nel giugno 1997, Tiscali – dal nome di un antico insediamento nuragico costruito tra le montagne di Oliena e Dorgali, alle falde del Supramonte.

 

L’azienda viene fondata con la convinzione che gli italiani avrebbero imparato ad amare la rete nonostante la loro diffidenza verso i computer. ‘Internet trainerà la vendita di Pc in Italia, non viceversa’, afferma all’epoca Soru, e la sua convinzione si è in effetti rivelata veritiera

 

La storia di Tiscali segue quella della liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni in Italia: è in questo periodo, infatti, che dopo anni di gestione da parte dello Stato, il mercato viene aperto alla concorrenza. E così il primo gennaio 1998, Tiscali avvia la sua attività in Sardegna come operatore regionale, offrendo ad aziende e privati prodotti e servizi per le telecomunicazioni basati sulle tecnologie più avanzate: dalla telefonia fissa all’accesso gratuito a Internet.

Nell’aprile del 1998 Tiscali ottiene una prima licenza per distribuire servizi telefonici in Sardegna, Milano e Roma.

In breve tempo Soru mette a segno due contratti fondamentali: uno di interconnessione con Telecom Italia e l’altro con Poste Italiane per la distribuzione dei propri prodotti. E non finisce qui: a novembre il fondo Kiwi I Ventura-Serviços S.A., gestito da Elserino Piol (ex vicepresidente Olivetti, e guru di tutto quanto in Italia abbia a che fare con le telecomunicazioni e Internet) sottoscrive un aumento di capitale per 4 miliardi, acquisendo il 10% del valore azionario della società.

 

“C’è voluto un costruttore di grandi magazzini sardo per elettrizzare il sonnacchioso mercato Internet italiano” scrive poco dopo Businessweek che intuisce il merito dell’imprenditore sardo che riesce a vedere quello che tutti gli altri in Italia avevano fatto finta di ignorare e cioè che per rendere la Rete accessibile a tutti, bisogna abbassare i prezzi delle connessioni.

Internet, dunque, come strumento portatore di una nuova democrazia, come mezzo rivoluzionario non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale: stiamo andando incontro ‘ afferma Soru – a quella società in cui abbiamo sperato, di natura orizzontale, dove le classi, se esistono, sono legate alla conoscenza e non alla ricchezza accumulata. Non ci sono famiglie che si passeranno il controllo delle aziende’.

 

L’imprenditore sardo dunque è il primo a cavalcare l’onda e a offrire connessioni gratuite dal marzo del 1999, quando nasce TiscaliFreeNet il primo servizio di accesso alla Rete senza il costo dell’abbonamento. La mossa fa triplicare in un anno, il numero di Internauti e consegna a Tiscali una fetta pari al 30% del mercato.

 

Un mese più tardi Tiscali offre servizi telefonici su tutto il territorio nazionale e acquisisce una propria piattaforma per l’e-commerce.

  

E la start up del mercato costringe i giganti ‘ Telecom Italia fra gli altri – a starle dietro.

Perché a Soru poco importa essere come Davide contro Golia: Non c’è bisogno di muscoli, ma di cervello. Se hai cervello, fai i soldi’, dice a Businessweek.

 

Nell’ottobre del 1999, nel pieno boom delle dot.com, il 23% di Tiscali viene quotato sul Nuovo Mercato: un vero e proprio successo dal momento che in pochi mesi il titolo riesce a capitalizzare più della Fiat.

 

Certo non è una passeggiata: il titolo soffre come tutti gli altri per le congiunture negative del settore hi-tech e per l’inadeguatezza delle disposizioni normative nel campo delle telecomunicazioni, ma basti pensare che nel marzo 2000 in un solo giorno il titolo guadagna 5.500 miliardi.

Soru, che detiene il 70 per cento del capitale, è diventato più ricco di 3.800 miliardi e può cominciare a pensare seriamente di dar forma al suo ambizioso sogno che, come poeticamente lo definì Forbes, era quello di far si che tutta l’Europa parlasse un solo linguaggio‘non quello dell’amore, ma quello di Internet’.

 

Pochi giorni dopo la quotazione del Gruppo, Renato Soru e Franco Bernabè annunciano la costituzione di ‘Andala UMTS Spa‘, società che parteciperà alla gara per l’assegnazione di una delle licenze di terza generazione italiane.

Il nuovo socio non è certo uno qualunque, ma un personaggio che è stato capace di diventare amministratore delegato dell’Eni a soli 42 anni e che, quindi, può godere di una solida rete di contatti nell’establishment finanziario e politico. Dopo di lui, entrano nella compagine azionaria nomi quali il magnate cinese Hutchinson Whampoa, De Benedetti e Cesare Romiti.

 

Dalla fine del 1999 Soru comincia la sua scalata al mercato Internet europeo: comincia dalla Francia con l’acquisizione dell’operatore paneuropeo di rete in fibra ottica Nets SA e di Telecom SA, attiva nel settore della telefonia.

Entrambe le operazioni saranno finanziate in stile americano, con l’emissione cioè di nuove azioni Tiscali.

 

Tra il 2001 e il 2002 il gruppo sbaraglia la concorrenza concludendo acquisizioni in Germania, Olanda, Gran Bretagna, Spagna, Austria, Belgio, Svezia, Svizzera, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Danimarca, Norvegia, Medio Oriente e Africa.

 

Soru punta alle aziende Internet che abbiano già acquisito notorietà grazie all’accesso gratuito, dal momento che la sua filosofia (o meglio ‘freelosofia’) si basa sul libero accesso alla rete, poiché il bello di Internet è che non appartiene a nessuno e ogni persona nuova che arriva è un arricchimento per tutti’.

 

L’acquisizione di Liberty Surf, uno dei maggiori Internet Service Provider francesi, e subito dopo dell’olandese World ON Line, permetterà alla società di Renato Soru di diventare il secondo portale in Francia dopo Wanadoo e il secondo anche in Europa, dopo la tedesca T-Online (di proprietà di Deutsche Telekom) e prima della stessa Wanadoo.

 

Tutte le società acquisite all’estero si fondono presto in un marchio unico, Tiscali, che ha lo scopo dichiarato di distribuire e vendere servizi Internet ad alta velocità su tutto il territorio del vecchio continente, ma in tutti i Paesi in cui è presente, l’azienda non offre soltanto l’accesso a Internet, ma continua a sfruttare le proprie infrastrutture di rete e di servizi vocali destinati al mondo delle imprese.

Contemporaneamente, la società di Soru decide di puntare anche sull’e-commerce, dotandosi di una piattaforma proprietaria e sviluppando portali verticali europei in collaborazione con operatori dei vari settori di interesse.

 

Al 31 dicembre 2002, Tiscali ‘ con una dorsale in fibra ottica di 12.000 chilometri che copre le 30 maggiori città europee – registra 7,3 milioni di utenti attivi e 13,7 milioni di unique visitors mensili (fonte Nielsen NetRatings) ai portali di Tiscali, confermando la società come una delle prime web property in Europa.

 

Se lo sarebbe mai aspettato tutto questo successo in così poco tempo il Signor Soru?

‘Credo che occorra definire il significato di successo: ritengo che il successo in campo imprenditoriale non corrisponda necessariamente a un’impresa grande, con centinaia di persone e centinaia di titoli sui giornali; si può parlare di successo in campo imprenditoriale quando una persona riesce a mettere a frutto la propria creatività, il proprio talento, la propria voglia di fare senza scendere a compromessi, agendo liberamente e senza vincolo alcuno’ Il successo si raggiunge quando ci si può alzare la mattina ed essere contenti di se stessi, sentirsi indipendenti, guardarsi allo specchio e sentirsi a posto con la propria coscienza, sapere di non dovere nulla a nessuno, di poter camminare a testa alta e di non doversi vergognare di niente’.

Al 31 dicembre 2003 gli utenti broadband della società di Renato Soru erano 840.000.

L’ulteriore accelerazione nel 2004, con un tasso medio di crescita settimanale di circa 35.000 nuovi utenti Adsl (+77% rispetto alla media settimanale del quarto trimestre 2003) ha consentito a Tiscali di raggiungere lo storico traguardo di quasi 1 milione di abbonati alle sue linee Adsl.

 

Per il 2004 La società di Soru prevede un fatturato oltre 1,2 miliardi di euro, in crescita del 30% rispetto al 2003, e un margine ebitda pari all’11% dei ricavi.

 

Ma i tempi sono ormai maturi per l’evoluzione di Soru da self made man del business italiano a uomo di punta per il rilancio della Sardegna nell’Europa del futuro.

Soru comincia denunciando pubblicamente il tentativo in atto di svendere il patrimonio ambientale dell’Isola, crede che possa esistere un diverso modello di sviluppo più rispettoso e più compatibile, dichiara la necessità di perseguire un’economia regionale attenta alle produzioni locali ed alla salvaguardia delle tradizioni.

 

Questi fenomeni’ sostiene il fondatore di Tiscali, se meramente subiti rischiano di consegnarci un’isola senza lavoro e senza più identità, se ben governati e affrontati con coraggio e l’impegno straordinario di tutti, rappresentano un’opportunità di sviluppo che la nostra isola non ha mai conosciuto e che oggi non possiamo sciupare’.

  

Per questi motivi, l’8 agosto 2003 Renato Soru, accogliendo le sollecitazioni di uomini di cultura, esponenti politici e tante persone comuni, con una lettera pubblica inviata agli organi di informazione, dichiara la sua disponibilità a candidarsi per la presidenza della Giunta Regionale Sarda alle elezioni regionali del 2004.

Ho detto che l’avrei fatto se me l’avessero chiesto in tanti. E’ accaduto’, dichiara Soru che, con un programma incentrato su agricoltura, artigianato e, naturalmente, sulle nuove tecnologie si dice però amareggiato per il disinteresse dei partiti nei confronti della sua candidatura.

 

Dopo la mia disponibilità, non ho ricevuto una sola telefonata (‘) Non sono un Masaniello, non voglio sfasciare tutto, non sono contro i partiti ma contro certi comportamenti clientelari, ho un progetto decennale, da sottoporre al confronto”, dice al quotidiano Nuova Sardegna.

 

Il 2 marzo, la società elegge ufficialmente un nuovo Amministratore delegato, Ruud Huisman, proveniente dalla olandese World Online, acquistata da Tiscali nel 2000, dove era stato CEO (Chief Operating Officer) e poi Direttore finanza.

 

Renato Soru in merito alla nomina ha dichiarato: ‘In meno di 6 anni Tiscali è diventata una delle principali società europee nel mercato internet. Circa 40 acquisizioni e l’integrazione di oltre 200 aziende hanno dato vita alla Tiscali di oggi. Questo importante risultato è stato raggiunto grazie al contributo dei nostri country manager, il cui lavoro è stato fondamentale per realizzare l’integrazione e definire le linee guida per il futuro del Gruppo. Ruud rappresenta una scelta naturale: ha supportato l’azienda e ci ha creduto fin dall’inizio; conosce molto bene il Gruppo e ha maturato una grande esperienza nell’industria di Internet. Siamo certi che Ruud guiderà Tiscali verso un’ulteriore crescita attraverso l’immediato sviluppo della nostra strategia’.

 

Dopo le difficoltà iniziali, legate alla difficoltà di trovare un proprio spazio all’interno delle coalizioni politiche, Soru, a capo di una lista civica, trionfa alle elezioni amministrative e diventa governatore della Regione Sardegna.

 

Se sarò eletto alla presidenza della Regione sarda mi occuperò soltanto dell’incarico politico, lasciando qualsiasi altro, pubblico o privato’, aveva detto Soru prima di essere eletto.

E così ha fatto.

Il 6 luglio 2004, il ‘Bill Gates italiano’ annuncia che lascerà presto la sua carica nel Gruppo.

 

L’ex presidente rimarrà solo azionista e affiderà il suo “pacchetto di azioni a un gestore professionale”.

 

“Mi ero impegnato a non avere più responsabilità dirette nella società e a breve darò seguito a questa decisione”, ha commentato Soru nell’incontro con i giornalisti dopo la cerimonia di giuramento della nuova Giunta regionale della Sardegna da lui presieduta.

 

Soru detiene il 26,43% del capitale della società che oggi pesa sulla Borsa di Milano 1,4 miliardi di euro, ma è costretta a fare i conti con le conseguenze del crac causato al mercato dell’Ict dal caso Finmatica.

 

Resta ora da vedere come la società affronterà il dopo-Soru: e c’è già chi teme che l’Internet company e i vertici dell’Isp dovranno fare un gran lavoro per dimostrare che la società potrà farcela anche senza il suo fondatore.