Dopo l’accordo Microsoft-Novell è finita l’epoca del software ‘chiuso e armato’. Intervista a Enrico Manca (ISIMM)

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a cura di Raffaele Barberio

INTERVISTA


Enrico Manca

L’accordo Microsoft-Novell, in nome dell’interoperabilità tra sistemi operativi, ha segnato un’importante svolta nel mondo informatico. Quanto inciderà questa storica alleanza su Pubblica amministrazione e utenti? E come cambierà il mercato ICT?

Ne abbiamo parlato con Enrico Manca, presidente ISIMM (Istituto per lo Studio dell’innovazione nei Media e per la Multimedialità).

 

K4B.  Quale è la sua chiave di lettura del recente accordo Microsoft-Novell sulla collaborazione tra la casa di Seattle e l’Open Source?

 

Manca. Vorrei premettere anzitutto che la notizia conferma la straordinaria capacità di Microsoft di rispondere alle sfide competitive poste dall’innovazione e dal processo di convergenza. Il mercato del software è profondamente mutato con l’affermazione di Internet e Microsoft ha saputo costruire una posizione di straordinario rilievo ormai da oltre due decenni. Poi, più recentemente, è affiorato il fenomeno dell’Open Source, caratterizzato da ampie comunità di sviluppatori autonomi e indipendenti che, collaborando a livello globale, spesso senza retribuzione, sono state in grado di creare prodotti e servizi, magari meno user friendly, ma comunque competitivi rispetto ai prodotti di Microsoft. Peraltro, la collaborazione del mondo industriale nel suo complesso con il mondo dell’Open Source, non nasce oggi. Da tempo, alcuni grandi marchi hanno avviato collaborazioni o finanziato sviluppo e ricerca in ambito Open Source, ma l’accordo tra Microsoft e Novell dà una nuova luce al confronto tra questi due mondi ed impone un passo di marcia inedito e carico di aspettative nei confronti dello sviluppo futuro dei mercati e delle applicazioni del software.

 

K4B.  Certo, molto è destinato a cambiare, ma quali sono secondo lei le aspettative sugli sviluppi futuri?

 

Manca. A me pare che il confronto di Microsoft con il mondo Open Source si sia svolto su diversi fronti. Sul piano culturale e ideologico, gli sviluppatori del cosiddetto software libero sono stati accusati di “comunismo”, additati come nemici della proprietà e del profitto; sul piano delle strategie commerciali, sono state lanciate accuse basate sul concetto di sicurezza: Un programma il cui codice è aperto e accessibile a tutti – si affermava – è un programma poco sicuro e affidabile, a rischio di intrusione di hacker e banditi informatici. Nondimeno, in breve tempo, il software open source è riuscito a emergere nelle applicazioni server di Internet (Apache) e a conquistare un certo rilievo nei programmi per la navigazione (Modzilla Firefox) e nei sistemi operativi (Linux).

Mi pare che Microsoft, che si trova a competere in quasi tutti i propri campi di attività con il software libero, stia avviando una nuova linea d’azione, sia per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi prodotti, sia per quanto riguarda l’esplorazione di nuovi modelli di business.

 

K4B.  Quale sarà secondo lei il riposizionamento di Microsoft?

 

Manca. In questo quadro, Microsoft sembra aver mutato atteggiamento nei confronti del mondo dell’Open Source, spostando l’asse strategico da una strategia di competizione a una più aperta strategia di “coopetizione“. D’altra parte ciò che appare oggi come un’apertura di Microsoft viene da lontano. Già nel 2001, se non sbaglio, con l’iniziativa Shared Source Initiative Microsoft aveva già aperto porzioni di codice sorgente di Windows a partner, governi e università. Ma non aveva permesso loro di modificare il codice senza previa approvazione.

 

K4B.  Un modo naturale per difendere il proprio prodotto…

 

Manca. La Shared Source Initiative intendeva rispondere alle preoccupazioni che molte amministrazioni pubbliche stavano maturando circa la convenienza di un software a codice chiuso quello di Microsoft. Ma se l’iniziativa del 2001 mirava a mantenere e sviluppare quote di mercato di settori importanti della propria clientela che rischiavano di trasferirsi su piattaforme aperte, con le iniziative dell’ultimo anno e con l’accordo di qualche giorno fa con Novell, Microsoft ha impresso un’ulteriore e decisiva spinta verso l’apertura al mondo Open Source. In questo contesto si afferma una nuova impostazione della società di Seattle, una concezione nuova in base alla quale si riconosce che l’ambiente ideale che favorisce l’innovazione deve prevedere la coesistenza tra software commerciale e Open Source.

Ancor prima dell’accordo Microsoft-Novell un segnale importante in questa direzione è stato quello dello scorso giugno, quando Microsoft ha sottoscritto un accordo con l’organizzazione non governativa Creative Commons, quella guidata dal giurista Lawrence Lessig e attiva nel campo dei diritti digitali. Con l’accordo, Microsoft annuncia di aver reso disponibile nel proprio software ad uso consumer e professional (Word, Excel, Powerpoint) uno strumento che consentirà agli utenti di integrare in un solo clic nei propri documenti Office, la licenza CC scelta di volta in volta. Microsoft ha raggiunto in tal modo un accordo anche con un’organizzazione che rappresenta alcune delle più interessanti innovazioni giuridiche degli ultimi anni sul fronte della proprietà intellettuale.

 

K4B.  Quali prospettive si aprono, secondo lei, nel mondo del software dopo l’accordo Microsoft-Novell?

 

Manca. Da quanto si è appreso dalla stampa, l’accordo tra Microsoft e Novell dà vita a un insieme di collaborazioni, sia in campo tecnico che sul piano commerciale, fra il mondo del software proprietario e quello open source tese a sviluppare nuove soluzioni che consentiranno ai prodotti delle due aziende di operare meglio e congiuntamente, nell’interesse dell’utente finale. Il primo obiettivo è quello di migliorare l’interoperabilità tra Windows e la piattaforma Linux di Novell e fornire protezioni legali a utenti e sviluppatori. L’accordo, come ha spiegato nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Microsoft Italia, Marco Comastri, ha tre aspetti: uno tecnico, relativo all’ottimizzazione dei software esistenti e allo sviluppo congiunto di nuove soluzioni e tecnologie; uno commerciale, che vedrà le due aziende impegnate nel marketing dei prodotti partoriti in seno all’alleanza; ed uno “brevettuale”, che permetterà l’uso di tecnologie di un partner nei prodotti dell’altra e garantirà a clienti e sviluppatori la protezione da cause legali relative alla violazione di brevetti. In particolare, la protezione coprirà tutti gli utenti di Open/SUSE Linux, sia desktop che server, e gli sviluppatori impegnati in progetti Open Source sponsorizzati da Novell.

 

K4B.  Allora si apre una nuova e definitiva prospettiva…

 

Manca. L’accordo fa cambiare effettivamente pelle all’intero settore. Tuttavia, non sono mancate le polemiche. Molti membri della comunità Open Source temono, erroneamente, che Microsoft stia provando a far leva sui propri brevetti per tenere sotto scacco la comunità Open Source e pretendere royalty da tutti i distributori e utenti di Linux. Altri hanno accusato Novell di aver accettato le condizioni dell’accordo in cambio di vantaggi che, in futuro, le si potrebbero persino ritorcere contro. A mio avviso nulla di ciò. Credo che si sia, invece, chiusa un’epoca che ha connotato il mondo del software come un mondo chiuso ed armato e se ne sia aperta una fatta di obbiettivi comuni e di sviluppo ulteriore semmai di altre aree di competizione, con enormi benefici per l’utenza privata e professionale e, quel che più conta, per l’immensa utenza della pubblica amministrazione e dei servizi al cittadino.

 

 

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

      

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