Giappone

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La crisi economica che colpisce il Giappone ha relegato la DTT in secondo piano.

La topografia del paese e la concentrazione della popolazione fanno s&#236 che lo spettro sia attualmente molto affollato. La transizione al digitale richiederebbe un processo di riallocazione delle frequenze molto complesso.

Secondo le stime del MPHPT, il Ministero delle Comunicazioni Giapponese, il costo di adeguamento degli impianti &#232 di circa 9,1 miliardi di euro, una somma che molte emittenti considerano eccessiva, soprattutto per investimenti in regioni poco redditizie.

&#200 calato anche l¿interesse per le frequenze liberate dal digitale a causa della crisi del comparto Tlc e dei nuovi servizi che avrebbero dovuto offrire.

La Electronic Industries Association of Japan (EIAJ) spinge da tempo per l¿introduzione della DTT, vista la prospettiva di vendere decoder digitali per le abitazioni giapponesi. Secondo la EIAJ, entro il 2010 le IDTV saranno 55 milioni e i decoder digitali circa 8,8 milioni.

Il Giappone conferma la regola che senza un ampio consenso di tutte le parti coinvolte ¿ operatori, content provider, retailer e governi ¿ l¿avvio della DTT &#232 difficile. Una spinta governativa all¿inclusione di alcune parti attualmente non coinvolte, come i content provider, rischia di non essere sufficiente.

Non &#232 percepita in Giappone l¿urgenza del passaggio alla DTT. Le trasmissioni satellitare sono viste come l¿alternativa al sovraffollamento delle frequenze terrestri, il cui potenziale, dato il ritardo con il quale &#232 stato introdotto sul mercato, &#232 ancora ampiamente sfruttabile. La DTT &#232 quindi considerata ¿un lusso in un momento in cui nessuno naviga nell¿oro¿.

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Mercato e Operatori

Canali FTA

A partire dagli anni ¿50 il Giappone ha sviluppato una struttura del comparto televisivo simile al Regno Unito. Una emittente pubblica molto forte, Nippon Hoso Kyokai (NHK), finanziata da un canone non obbligatorio, e una serie di emittenti commerciali private Nippon TV (NTV), Tokyo Broadcasting System (TBS), Fuji TV, Asahi TV, e Sankei TV che si finanziano con gli introiti pubblicitari. Dagli anni ¿80 c¿&#232 stata una proliferazione di canali locali sulla banda UHF.

Satellite

Communications Satellite (CS) trasmette dal giugno del 1996. Offre 188 canali a 2,54 milioni di abbonati.

Le trasmissioni analogiche su Japan Satellite Systems Inc¿s JCSAT-2 e su Space Communications Corporation¿s Superbird-B sono terminate nel 1998.

Broadcast Satellite (BS) trasmette dal dicembre 2000. Offre sei canali ad alta definizione (HDTV) e sette in standard-definition (SDTV). Alcune emittenti HDTV, NHK e Wowow – una Pay TV – trasmettono anche in analogico. Gli abbonati ai servizi di NHK e Wowow sono circa 13 milioni.

Wowow e Star Channel trasmettono su CS e BS.

Gli altri HDTV sono BS Nippon, BS-I, BS Fuji BS Asahi e BS Japan.

Ad aprile 2001 erano 537.000 le abitazioni che ricevevano programmi satellitari in digitale.

Cavo

La maggioranza degli operatori giapponesi sono piccole compagnie private senza sufficienti risorse finanziarie per una rapida migrazione verso il digitale. La trasmissione a fibre ottiche e l¿allocazione di una serie di servizi sar&#224 completata dalle reti di canali private entro la fine del 2005, mentre la totale digitalizzazione del cavo sar&#224 completata entro il 2010.

La televisione via cavo &#232 tecnologicamente indietro. Sino a poco tempo fa, la maggior parte della rete era a banda stretta e ritrasmetteva i segnali terrestri analogici per le zone rurali pi&#249 remote. L¿avvento della banda larga &#232 avvenuto solo di recente e la digitalizzazione &#232 ancora una prospettiva lontana per parecchi operatori.

DTT

Un gruppo di esperti ha raccomandato l¿introduzione della DTT prima della fine del 2003, la copertura universale entro il 2006 e il turn-off non prima del 2011.

Quadro Normativo

Le licenze terrestri e satellitari sono rilasciate dal MPHPT. Gli operatori via cavo con oltre 501 premises devono ottenere una licenza dal ministero e sottomettere una dichiarazione di inizio attivit&#224 prima dell¿emissione delle trasmissioni. Lo stesso vale per gli operatori che vogliono vendere canali non utilizzati.

Le licenze sono assegnate attraverso una domanda sottoposta al MPHPT che, in base alla regione e alle frequenze disponibili, vaglia la rispondenza ai requisiti di legge. Le licenze sono gratuite.

Politiche

Nell¿ottobre 1998 la ¿Advisory Committee on Digital Terrestrial Broadcasting¿, sotto l¿egida dell¿allora Ministero della Poste e delle Telecomunicazioni, ha pubblicato una serie di raccomandazioni tra cui la proposta di un switch over totale verso il digitale, la migrazione entro il 2003 delle tre principali regioni metropolitane di Kanto (Tokyo inclusa), Kansai (incluse Osaka, Kyoto e Kobe) e Chukyo (inclusa Nagoya). L¿inizio di un periodo transitorio di simulcast nel 2006 e l¿ATO entro la fine del 2011.

Nel maggio 1999 il Telecommunications Technology Council (equivalente del European Telecommunications Standards Institute) ha scelto lo standard ISDB-T, una variante del DVB-T usato in Europa.

Nell¿aprile 2000, una Commissione per lo studio della DTT composta da membri del Ministero, del NHK e di altre reti private, ha pubblicato un rapporto sulla pianificazione delle frequenze, il numero di abitazioni sottoposte allo switchover e i costi della migrazione, stimati in 790 milioni di euro, suggerendo il finanziamento del piano da parte del Ministero.

Ci sono proposte per allocare le frequenze liberate ai vari servizi mobili.

Fonti

MPHPT

http://www.soumu.go.jp/joho_tsusin/eng/index.html

The Association for the Promotion of BS Digital Satellite Broadcasting http://www.bpa.or.jp/index.html

NHK Group

http://www.nhk-group.co.jp/index.html

Electronic Industries Association of Japan (EIAJ)

http://www.eiaj.org

Sky PerfecTV!

http://www.skyperfectv.co.jp

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