Fedele Confalonieri (Mediaset) alla Camera: ‘La banda 700 MHz fondamentale per la tv’

di Raffaella Natale |

Fedele Confalonieri (Mediaset) alla Camera: ‘La banda 700 MHz fondamentale per la tv’

Italia


Fedele Confalonieri

Continuano le audizioni in Commissione Trasporti della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi audiovisivi. La scorsa settimana è toccato a Sky Italia illustrare la propria posizione e fornire i propri suggerimenti in materia di frequenze e concorrenza degli Over-The-Top.

Oggi è stata la volta del presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, che ha risposto a tutto campo sugli argomenti più caldi, dall’arrivo delle web company, sul mercato dei contenuti, alla pay tv, dopo la recente operazione con Telefonica, senza tralasciare le frequenze e i futuri usi per la banda larga mobile.

 

Regole uguali per broadcaster e OTT

Confalonieri torna a chiedere regole uguali con gli OTT che fanno concorrenza sleale ai broadcaster non avendo le stesse limitazioni: “Vogliamo un campo uguale, lo stesso terreno di gioco”.

Questi signori – ha ribadito – hanno totale libertà anche di piratare e postano i nostri contenuti e ci mettono sopra la pubblicità. Allora noi diciamo intanto paghino i contenuti e poi paghino le tasse. Non le pagano come le paghiamo noi. La concorrenza è questo, non chiediamo altro, vogliamo parità di trattamento”.

Confalonieri ha ricordato che i broadcaster europei rappresentano l’80% dei contenuti mentre gli OTT investono pochissimo.

Se è tutto gratis, nessuno farà più i contenuti“, ha indicato il presidente del gruppo, ricordando che Mediaset tra Siae e Imae versa oltre 60 milioni di euro l’anno.

 

Asimmetria tra piattaforme, retaggio del passato

Occorre, ha aggiunto Confalonieri, “una visione del mercato che tenga conto dei nuovi attori in campo e delle loro dimensioni” con “un level playing field dal lato regolamentare e delle opportunità imprenditoriali, che elimini ogni ingiustificata asimmetria tra le varie piattaforme, ormai odioso e ingiustificato retaggio del passato“.

E’ poi necessario “un allargamento dei dettami fondamentali di sistema alla platea completa degli operatori“. Più in particolare, ha aggiunto, occorrono interventi sulle frequenze solo se necessari “per conservare alla tv terrestre tutta la banda necessaria al suo sviluppo, nel rispetto della neutralità tecnologica e della concorrenza tra piattaforme“, la “rimozione di vincoli ormai superati di tetti e limiti alle dimensioni dei campioni nazionali” e “obblighi di trasparenza e di certificazione per gli Over-The-Top e loro inclusione nella fiscalità generale”.

 

Frequenze e operatori mobili

 “Il digitale terrestre per esistere, per innovarsi e crescere ha bisogno delle frequenze terrestri – ha spiegato -. La tecnologia digitale terrestre è la più efficiente per portare il segnale broadcast”.

“Se tutta la banda 700 MHz fosse riservata agli operatori mobili – ha proseguito Confalonieri -, il DTT perderebbe il 30% delle frequenze in uso e risulterebbe fortemente discriminato rispetto alle altre piattaforme. Alla fine, la tv terrestre sarebbe condannata alla marginalizzazione, con tutti gli impatti negativi per i consumatori, l’occupazione, le aziende, il pluralismo e l’industria italiana dei contenuti. E con l’ulteriore beffa degli operatori di telefonia mobile insoddisfatti, visto che dei 700 MHz non si accontentano, e che hanno chiesto in sede europea di poter usare l’intero spettro UHF, confermando quello che si è capito da tempo: l’idea è che, se non si leva di mezzo la trasmissione terrestre, non riesce il tentativo di far circolare i contenuti tv solo sulla broadband. Cosa che secondo i più velleitari è l’unica ipotesi per poter innalzare la domanda di connessione mobile e giustificare così gli alti costi pubblici per la diffusione della broadband mobile”.

 

Prevedibile alleanza tra broadcaster e telco

Confalonieri tiene tuttavia a sottolineare l’importanza per i broadcaster di avere relazioni con gli operatori tlc.

“Seguendo lo sviluppo della tecnologia ha senso avere rapporti con i telefonici”, ha osservato, rispondendo in audizione a una domanda sulla possibilità di alleanze con Telecom Italia e sulle future strategie di Mediaset:

“Che ci sia possibilità fare alleanze telecom-broadcaster – ha proseguito Confalonieri – è nelle cose”.

 

Alleanza con Telefonica per guardare al futuro

Ovvio il passaggio sul recente accordo con Telefonica per la pay tv spagnola e l’ingresso della telco in Premium.

“L’11% di Telefonica” in Mediaset Premium “ci fa comodo” e “nella nostra strategia c’è di espandere il nostro raggio di azione”.

“Nella nostra strategia – ha precisato Confalonieri – c’è di rivolgerci sempre di più all’esterno e, sia nella tecnologia sia per il carattere geografico, poi vedremo quello che si potrà fare”.Certo – ha precisato – deve cambiare un po’ anche il periodo economico perché, se resta quello che è, non è che hai tante possibilità di investire o in contenuti o in altro, ma fai un’attività di normale amministrazione, non certamente di ampie visioni per il futuro. Speriamo che cambi”.

 

Difficile competere con Sky

Nell’intervento di Confalonieri, non è mancato il riferimento a Sky Italia, competitor di sempre sul mercato della tv a pagamento.

Gli operatori della tv digitale, come Mediaset, ha indicato, non competono ad armi pari con “i signori” del satellite.

“Come si fa a competere – si è chiesto il presidente di Mediaset – limitati da vincoli con altri operatori televisivi, che sono liberi di rimanere monopolisti della propria piattaforma?”.

Il presidente di Mediaset, parlando di Sky Italia, ricorda che “sono 26 i transponder in uso ad un solo operatore, oltre al triplo della banda effettiva dell’intero digitale terrestre, tanti da rendere impossibile a chiunque replicare un’offerta di canali ugualmente ricca sulla medesima posizione geostazionaria“.