Uber cavalca il Gay Pride: matrimoni on-demand con l’app #uberwedding

di Alessandra Talarico |

In occasione del San Francisco Pride, Uber lancia un servizio per aiutare le coppie omosessuali a sposarsi nel giro di un’ora, torta e luna di miele comprese. Ma non tutti l’hanno presa bene.

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UberWedding

Sta facendo discutere la nuova iniziativa di Uber che, in occasione del Gay Pride di San Francisco ha lanciato #uberwedding, un servizio che permette alla comunità LGBT di portare a termine tutte le pratiche burocratiche (con tanto di notaio on-site) e sposarsi nel giro di 45-60 minuti.

Il matrimonio on-demand potrà essere prenotato dalle sei di sabato: Uber e i suoi partner forniranno i voti nuziali (se i promessi sposi non ci hanno pensato), un violinista per la colonna sonora del ‘giorno più bello’, fiori e candele (grazie a Bloom e bella j), il dessert (di SusieCakes), applausi con champagne da Iron Horse e sacchetto regalo di L. Dopo le nozze, HotelTonight e Alaska Airlines forniranno volo e sistemazione per la luna di miele.

 

L’iniziativa è introdotta con un claim molto serio: “Siamo grati di avere sede a San Francisco, una città che riconosce che l’amore non deve necessariamente avere sembianze predefinite. In onore della Pride Week, celebriamo l’idea inclusiva che l’amore è amore con qualcosa che dura una vita”.

Ma, sostengono molti utenti sui social network, l’iniziativa puzza molto di opportunismo e poco ha a che fare con la difesa dell’eguaglianza: Uber non sborserà quasi nulla di tasca propria ma porterà comunque tantissimo traffico all’app nel corso del weekend di celebrazioni dell’orgoglio LGBT.

 

Matt Conn, fondatore di Midboss e della conferenza GaymerX ha detto al sito Techcrunch che sì, “è carino che offrano viaggi gratis a chi vuole sposarsi, ma sembra una maniera abbastanza grossolana per iniziare quello che dovrebbe essere un impegno per la vita”.

Sembra più un modo un po’ ruffiano per persuadere le persone che usano l’app a dire: “oh che bello, Uber sostiene la comunità LGBT, sono grandi”, insomma un modo per appiccicare il loro marchio e sfruttare il trend dei diritti omosessuali in una maniera che però molti hanno definito irrispettosa nei confronti delle relazioni tra persone dello stesso sesso, che rischiano così, ancora una volta, di  essere percepite come ‘meno serie’ o profonde di quelle etero.