RaiWay entra in campagna elettorale. Beppe Grillo: ‘Non va venduta’

di Raffaella Natale |

Il leader del M5S contro la vendita di RaiWay: ‘Perché un bene pubblico di tale importanza strategica per il nostro Paese deve finire in mano privata? Non ha senso’.

Italia


Beppe Grillo

Entra in campagna elettorale RaiWay. A tirarla dentro è il leader del M5S Beppe Grillo che ha detto senza mezzi termini: “RaiWay è uno degli asset strategici del nostro Paese, è importante, bisogna tenersela per i tralicci e per l’immagine dell’Italia”.

Grillo ha ricordato che RaiWay prevede 2.300 postazioni, oltre 1.800 strutture dislocate su tutto il territorio, più di 150 torri, 600 tra ingegneri e tecnici.

Il leader pentastellato ha però riconosciuto i notevoli problemi della Tv pubblica alla quale il governo Renzi ha chiesto tagli per 150 mln di euro, costringendola alla vendita di una quota minoritaria della società delle torri. Oggi l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2013 e il Ministero dell’Economia ha chiesto, infatti, alla Rai di proseguire sulla via del risparmio.

“La Rai va ridimensionata – ha osservato Grillo – Ha 13 mila dipendenti, 3 società gestiscono 1 miliardo con le fiction”.

Ma il ridimensionamento, per il M5S, non deve passare per RaiWay. “Siamo tutti d’accordo – ha indicato – che la Rai debba procedere a una riduzione di costi e sprechi – ad esempio ricorrendo meno ad appalti esterni che ogni anno costano 1 miliardo e 300 milioni di euro -, ma quella delineata dal governo non appare la strada migliore“.

“Se si decide di vendere con questa velocità e queste tempistiche – ha precisato – il prezzo di mercato del bene non può che scendere dato che i potenziali acquirenti sono perfettamente a conoscenza della esigenza immediata di liquidità. E questo significa svendere”.

Perché – si domanda – un bene pubblico di tale importanza strategica per il nostro Paese deve finire in mano privata? Non ha senso”.

 

Roberto Fico: ‘Contro il Decreto Irpef, battaglia in Parlamento’

Nei giorni scorsi sull’argomento è intervenuto anche il presidente della Commissione di Vigilanza, Roberto Fico, per dire che “Il taglio improvviso di 150 milioni sembra non tanto il contributo indispensabile per coprire parte dell’operazione ’80 euro’, quanto il pretesto per dare il via proprio alla vendita del 49% di RaiWay ai privati”.

Non lo possiamo permettere“, ha ribadito Fico, annunciando che in Parlamento sul decreto Irpef “daremo battaglia“.

 

Beppe Grillo: ‘Non pago il canone da due o tre anni’

E sempre di Rai ha parlato ieri Grillo, ospite di ‘Porta a Porta’. Un Grillo emozionato quello che ha varcato la soglia degli studi di Via Teulada, dove mancava da venti anni, e che ha portato un plastico in dono al conduttore Bruno Vespa, ironizzando sull’abitudine del giornalista di farne ampio uso nelle sue puntate, specie quelle dedicate a vicende criminali.

II leader del M5s non ha risparmiato anche qui i suoi commenti sulla gestione della Rai e sul canone, cavalcando la protesta dei sindacati, in primis quello dei giornalisti di Usigrai, ai quali nei giorni scorsi ha replicato anche il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, invitandoli a fornire informazioni più corrette sulla gestione Rai.

 

Lorenza Bonaccorsi (Pd): ‘Alla faccia della lotta all’evasione’

Durante la puntata Grillo è arrivato a dire che non paga il canone da due o tre anni, per protesta. Una dichiarazione che non è andata giù a all’on. Lorenza Bonaccorsi (Pd), membro della Commissione di Vigilanza.

“Sarebbe interessante – ha commentato – sapere cosa pensano il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, e l’Usigrai del fatto che Beppe Grillo da alcuni anni non paga il canone del servizio pubblico, come rivelato a ‘Porta a Porta’

“A parole il Movimento 5 Stelle dice di voler difendere la Rai– ha spiegato Bonaccorsi– ma nei fatti il loro leader miliardario neanche versa il canone annuale, alla faccia della lotta all’evasione”.

 

Rai, l’assembla dei soci approva il bilancio 2013

Intanto oggi l’assemblea degli azionisti della Rai ha approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013, chiuso con un ritorno all’utile per 5,3 milioni. Il Ministero dell’Economia e delle finanze, nell’esprimere il voto favorevole all’approvazione del Bilancio, “ha presto atto dell’impegno profuso nel 2013 nell’attività di razionalizzazione gestionale che ha determinato una riduzione dei costi operativi ed auspica il proseguimento di tale sforzo di razionalizzazione, nonché l’avvio di incisive misure commerciali finalizzate ad invertire la tendenza in atto di diminuzione dei ricavi pubblicitari e assicurare una stabile ripresa di tale importante componente dei ricavi”.