Diritti tv calcio, dall’Agcom le linee guida per l’asta della Serie A

di Raffaella Natale |

I broadcaster scendono in campo per una delle più importanti partite che riguardano il mercato dei contenuti televisivi.

Italia


Approvate oggi dall’Agcom le linee guida per la commercializzazione dei diritti televisivi delle partite di calcio di Serie A per le stagioni 2015-16, 2016-17, 2017-18.

Si tratta di una delle più grosse sfide per i broadcaster italiani. Una partita importante e rischiosa visto che l’advisor Infront ha garantito alla Lega Calcio 1 miliardo di euro l’anno per sei anni e non è ben chiaro chi al momento sia in grado di dargli questa cifra, tanto più che nei documenti inviati all’Agcom in vista dell’asta, ha fatto chiaramente capire che voglia le mani libere per valorizzare al massimo la vendita dei diritti.

 

Difficile fare, quindi, previsioni di quella che sembra una partita d’azzardo, ma necessaria se si vuole restare forti sul mercato dei contenuti televisivi.

 

Mediaset si sta già muovendo per far cassa. La scorsa settimana ha, infatti, messo in vendita il 25% di Ei Towers per 283 mln che, secondo alcuni analisti, potrebbero essere usati (come piccola parte, ndr) per l’asta della Serie A o per recuperare uno spicchio dei 700 mln investiti per i diritti della Champions League.

Ma in prima fila potrebbe esserci anche Sky Italia, che ha recentemente annunciato di non essere interessata all’asta per le frequenze televisive.

 

La partita sarà dura e gli operatori che vorranno assicurarsi i diritti tv per la Serie A che dovranno prepararsi a un grande esborso.

 

Il testo approvato oggi dall’Agcom, relatore Antonio Preto, è il risultato di un’istruttoria approfondita e trasparente condotta ai sensi del decreto “Melandri”, informa l’Autorità in una nota.

Nell’ambito dell’istruttoria, l’Agcom ha pubblicato il testo delle linee guida per consentire agli operatori interessati di inviare le proprie osservazioni, in collaborazione con l’Antitrust.

La Lega Calcio, aggiunge l’Agcom, ha recepito tutte le osservazioni dell’Autorità miranti a garantire, nella fase di commercializzazione dei diritti e nell’interesse degli utenti, la più ampia e trasparente competizione, la massima diffusione degli eventi sportivi sul più ampio numero di piattaforme e una riduzione dei costi di accesso al segnale con l’obiettivo di non caricare di oneri sproporzionati gli operatori della comunicazione.

 

I pacchetti dei diritti, ha raccomandato l’Agcom, devono essere disponibili per tutte le piattaforme, incluse internet e mobile che, nel rispetto del valore dei diritti esclusivi e in un’ottica di promozione dell’offerta legale, non pongano eccessivi vincoli di utilizzo.