Banda larga: ma in Italia esiste ancora il digital divide?

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Digital divide

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Walter Munarini (Direttore generale Open Sky) che intende puntualizzare alcuni punti dell’articolo ‘Confagricoltura, allarme digital divide: nelle aree rurali anche l’Adsl è un lusso‘ pubblicato su key4biz lo scorso 19 marzo.

 

 

 

 

Caro direttore,

 

ho letto con ovvio interesse l’articolo pubblicato su Key4biz lo scorso 19 marzo relativo alla ricerca del Centro Studi di Confagricoltura sul digital divide che affligge molte parti del Paese, specie le aree rurali, definite “a fallimento di mercato” perché troppo caro portarci la banda larga, e il conseguente j’accuse contro i ritardi “sia nell’attuazione dei progetti dell’Agenda Digitale Italiana sia, soprattutto, rispetto agli obiettivi stabiliti dall’Agenda Digitale Europea”.

 

Non è mia intenzione confutare i dati resi noti, ci mancherebbe, vorrei solo ricordare che il digital divide nel nostro Paese non esiste più in quanto esiste la connessione a internet via satellite.

 

Con una copertura del 100% del territorio nazionale, Tooway, sistema di internet via satellite distribuito dalla società Open Sky, principale fornitore di servizi satellitari in Europa, è infatti la soluzione che abbatte definitivamente il digital divide senza ulteriori indugi, ritardi, ostacoli di carattere tecnologico e geografico.

Inoltre, esistono a livello locale contributi erogati dalle Amministrazioni pubbliche e dalle Camere di Commercio in favore di quelle aziende penalizzate trovandosi nelle zone scoperte o malservite dall’ADSL terrestre. L’ultima in ordine di tempo è stata la Camera di Commercio di Cuneo che ha deciso “la concessione di un contributo alle imprese al fine di favorire gli investimenti effettuati nell’area dell’Information and communication technology con l’obiettivo di introdurre elementi di innovazione nella gestione delle attività e dei processi”. Tale contributo – la cui domanda di partecipazione dove essere sottoposta entro il 31 marzo 2014 – è pari al 30% delle spese fatturate tra il 1 dicembre 2013 e il 30 settembre 2014 per una spesa non inferiore ai 700 euro al netto dell’IVA.

 

In Italia sono già numerosi gli agricoltori, gli allevatori, i gestori di agriturismo, gli operatori del settore agroalimentare che hanno risolto il problema scegliendo Open Sky come partner tecnologico per la loro attività e ne sono pienamente soddisfatti.

 

In questo particolare ambito, segnalo uno dei casi più interessanti. Gian Sat Telecomunicazioni ha installato presso l’azienda agricola Caliandro di Ostuni (Brindisi) il sistema che non viene usato semplicemente per navigare, ma ha una funzione molto più sofisticata affinché l’azienda possa stare al passo coi moderni metodi di allevamento. L’azienda ha una stalla con molte decine di mucche ed ognuno di questi animali è dotato di un microchip che misura i suoi parametri biologici. Ogni volta che la mucca esce dalla stalla o vi rientra il microchip tramette i dati ad un server. Questi a loro volta sono trasmessi in automatico grazie alla collegamento Tooway al centro veterinario. Se l’animale ha la febbre, se è gravido, se è affetto da un qualsiasi altro problema di salute, i veterinari lo vengono a sapere in tempo reale potendo intervenire immediatamente. Per semplificare: un servizio di “telemedicina veterinaria”. Con Open Sky è stato possibile.

 

 

 

Con stima,

Walter Munarini