Tv connesse, Italia in ritardo. Piero De Chiara (Telecom Italia): ‘L’arrivo di Netflix potrebbe peggiorare le cose’

di Raffaella Natale |

Nel 2013 sono state vendute 1,2 milioni di tv connesse come nel 2012. De Chiara spiega a Key4biz perché il nostro Paese stenta a decollare.

Italia


Piero De Chiara

Le Tv connesse si stanno ritagliando il loro giusto posto nei salotti degli europei. Sta, infatti, crescendo il numero dei televisori collegati a internet con palinsesti costruiti direttamente dai telespettatori sulla base dei loro gusti. Ma gli ostacoli che impediscono il decollo di questa nuova tecnologia sono ancora tanti, dalla mancanza di offerte ai problemi che riguardano l’adeguamento del mercato alla nuova realtà, come ha indicato a Key4biz Piero De Chiara di Telecom Italia, ex presidente DGTVi e poi responsabile della programmazione di Cubovision, che ci ha fornito una riflessione sull’attuale stato del mercato italiano della tv connessa rispetto alla Francia, stando agli ultimi dati forniti dal Rapporto di CCM Benchmark.

 

Il 68% dei nostri cugini d’oltralpe possiede una Tv connessa. Il 2014 potrebbe essere l’anno della svolta anche per l’Italia. Si prevede, infatti, anche nei prossimi cinque anni saranno almeno cinque milioni i possessori di smart tv.

“L’Italia – spiega Piero De Chiara a Key4biz – è però indietro agli altri paesi europei”.

“Nel 2013 – indica – si sono venduti 1,2 milioni di televisori connettibili, quanti nel 2012. Ma il ritardo maggiore rispetto agli altri Paesi è nel tasso effettivo di connessione e nella vendita di set-top box“.

Per De Chiara, “Questo ritardo danneggia da un lato la diffusione della banda larga presso le famiglie più interessate alla Tv che a internet, dall’altro l’industria dell’audiovisivo.” 

 

“Rai, Mediaset e Telecom Italia – osserva De Chiara – stanno facendo qualcosa. Il problema è però che i loro sforzi non sono coordinati e che nessuna impresa nazionale ha la massa critica sufficiente. Una catch-up comune rivolta anche ai non abbonati ADSL può essere l’innesco del take off anche in Italia. Attendere l’arrivo di Netflix può aggravare il ritardo, senza contare le minori garanzie per la produzione audiovisiva nazionale e per la sostenibilità degli investimenti nella rete”.  

 

Secondo indiscrezioni, infatti, Netflix che è già presente sul mercato americano e nordeuropeo con all’attivo 40 milioni di abbonati nel mondo potrebbe sbarcare in Italia quest’anno.

 

Grazie a internet è già possibile, in Italia, guardare sulla tv, comodamente seduti sul divano e gratuitamente, i video sul web, su YouTube ad esempio, ma anche, questa volta a pagamento, film o serie tv, grazie ai servizi Chili o Cubovision che consentono l’acquisto o il noleggio di contenuti, on demand o in abbonamento.

 

Da un paio di mesi è arrivato sul mercato anche Infinity, il servizio lanciato da Mediaset che, con un costo mensile di 9,99 euro, consente di fruire degli oltre 5 mila film, serie e fiction in catalogo, non solo sulle smart tv, ma anche su altri dispositivi.

Ma anche Sky Italia si sta muovendo e si attende per marzo il lancio del progetto al momento chiamato “River“.

Un servizio simile a quello fornito da Mediaset che, oltre a film e serie tv, in più dovrebbe fornire anche qualche contenuto sportivo. Il costo, non ancora definito, dovrebbe essere nel range tra i 10 e i 20 euro mensili.

 

Tornando alla Francia, CCM Benchmark indica che il 59% dei francesi è collegato alla rete attraverso un decoder fornito dal loro operatore mentre il 9% ha una tv connessa o una smart tv con allaccio a internet diretto.

Il 6% dei telespettatori usa anche le console per collegarsi al web dal televisore oppure il lettore Blu-ray mentre il 2% opta per un dispositivo alternativo come la Google Tv o la Apple Tv. Il 32% invece possiede ancora il vecchio televisore che non prevede alcuna connessione a internet.

Auriane Guzzo, responsabile del Report di CCM Benchmark ha osservato che si è nettamente intensificato l’uso delle tv connesse.

“Lo scorso anno – ha indicato – il 23% degli utenti che hanno risposto al sondaggio non aveva mai usato i servizi internet, contro il 9% di oggi“.

Tra coloro che restano riluttanti, il 68% dice di guardare la televisione per rilassarsi e non desidera usare applicazioni in quel momento, l’11% non vuole condividere con i familiari la navigazione su internet e preferisce collegarsi da un altro dispositivo che non sia il televisore.

 

Sono numerosi, soprattutto tra i giovani, quelli che ritengono che i servizi proposti non siano interessanti, non adatti alla televisione o che ci siano problemi tecnici.

 

La Tv connessa viene usata soprattutto per i servizi di catch-up tv, guida ai programmi, musica e radio.

 

Il 40% dei telespettatori intervistati dice però di non avere alcuna intenzione di cambiare il proprio televisore per una tv connessa.

Per contro, sono sempre di più i giovani che si collegano a internet da un altro dispositivo mentre guardano il televisore.

CCM Benchmark indica, infatti, che il 53% di coloro che hanno meno di 35 anni usa frequentemente e sistematicamente il tablet davanti alla tv.