Uber, a Parigi si dà anche al ‘car sharing’. Tassisti sul piede di guerra

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Attraverso l’opzione low-cost UberPop, gli utenti potranno mettersi in contatto con degli autisti selezionati da Uber ma alla guida di vetture private, proprio come per i classici servizi di car sharing ma solo per brevi tratti all’interno della città.

Francia


UberPop

Uber, l’app che fornisce un autista personale a chiunque e in qualsiasi momento e che ha già scatenato le ire della lobby dei tassisti, ha aperto ieri un nuovo fronte, lanciando a Parigi un’offerta di car sharing ‘urbano’. Attraverso l’opzione low-cost UberPop, gli utenti dell’app potranno mettersi in contatto con dei conducenti selezionati da Uber ma alla guida di vetture private, proprio come per i classici servizi di car sharing ma solo per brevi tratti all’interno della città. UberPop, insomma, non farà concorrenza a servizi come BlaBlaCar, che si concentra sulle lunghe tratte.

“Lanciamo questa offerta a Parigi perché è una città in cui l’economia collaborativa è molto sviluppata, la domanda è molto forte e noi vogliamo arricchire la nostra gamma di servizi con un’offerta più conveniente”, ha spiegato Pierre-Dimitri Gore-Coty, direttore di Uber Francia.

 

Il prezzo minimo di una corsa col servizio UberPop è di 4 euro ma le vetture non sono ‘di lusso’ come per UberX e UberBerline. Una tariffa che farà drizzare i capelli dei tassisti parigini, già sul piede di guerra contro l’applicazione, accusata di concorrenza sleale.

Ma, si difende Gore-Coty, UberPop “è molto diverso dalle nostre offerte esistenti e anche molto diverso da un taxi. Si tratta infatti di conducenti non professionisti che usano auto private, di passeggeri che possono stare seduti davanti”.

Anche in questo caso, grazie al GPS, l’utente può localizzare in tempo reale il conducente più vicino a lui, così da velocizzare al massimo i tempi.

Con questo lancio, tra l’altro, Uber batte sul tempo l’americana Lyft che offre un simile servizio e sta per sbarcare in Francia.

 

Uber è nato a San Francisco con l’idea di fornire in qualsiasi momento un autista personale a chiunque ne abbia bisogno, attraverso l’aiuto di un’app da scaricare sul telefonino. Uber, in sostanza fa da tramite tra il cliente e le società di noleggio col conducente o persone che lavorano con un mezzo proprio.

Il servizio è più caro rispetto a un taxi (mediamente il 20-30% in più), ma costa decisamente meno rispetto alle auto a noleggio. Effettuata la richiesta dell’auto e digitato il luogo di destinazione, l’app fornisce un preventivo, targa dell’auto e foto dell’autista, con numero di cellulare e tempistica dell’arrivo. Il servizio è di alto livello – macchine top level, autisti  in giacca e cravatta.

L’autista, però, deve obbligatoriamente partire dalla sua rimessa: non può, in sostanza, prendere passeggeri mentre torna dopo aver accompagnato un cliente. La legge italiana infatti consente questa possibilità solo ai taxi.

 

Solo che, secondo i tassisti, questa regola non sempre viene rispettata. E così, le proteste fioccano.

Lo scorso 13 gennaio, migliaia di taxi hanno bloccato le strade di Parigi, con una ‘operazione lumaca’ e così è successo anche a Milano una settimana fa.

 

Il Consiglio di stato francese dovrà pronunciarsi questa settimana sul decreto che impone alle auto a noleggio con conducente un ritardo di 15 minuti dal momento della chiamata all’arrivo dal cliente, entrato in vigore il 1° gennaio ma al momento, anche oltralpe, non rispettato praticamente da nessuno. il ricorso al Consiglio di Stato contro il decreto che impone il ritardo era stato presentato da Allocab secondo cui l’arrivo sul mercato delle auto a noleggio con conducente può essere utile a riequilibrare domanda e offerta.