Verizon pronta ad attaccare Netflix?

di Raffaella Natale |

Le prossime mosse sul mercato del digital entertainment alla luce della sentenza federale e dell’acquisto di Intel Media da parte di Verizon.

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Reed Hastings

Dopo la sentenza della Corte federale che, dando ragione a Verizon, ha spazzato le regole sulla net neutrality fissate dalla Fcc, qualcuno ha cominciato a chiedersi se Netflix possa essere la prossima Covad Communications, azienda fallita alla fine degli anni ’90 dopo il boom degli investimenti nelle tlc. Tanto più che questa settimana la stessa Verizon ha annunciato l’acquisto delle attività media di Intel.

Un’analisi dettagliata dell’esperto hi-tech John Shinal per USA Today spiega perché, ma i dubbi restano, è molto difficile che questo accada.

Intanto perché al momento Netflix gode di buona salute come ci dicono gli ultimi dati trimestrali, che vanno oltre le previsioni: l’azienda ha chiuso il quarto trimestre con un utile di 48 milioni di dollari (0,79 dollari per azione), in crescita rispetto agli 8 milioni di un anno prima. I ricavi sono aumentati a 1,18 miliardi da 945 milioni. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,65 dollari su ricavi per 1,17 miliardi.

 

Nella conference call con gli analisti il Ceo Reed Hastings ha dichiarato che nei prossimi due anni manterrà il modello attuale, quindi, privo di interruzioni pubblicitarie, ma ha preferito non entrare nei dettagli della prossima espansione in Europa.

Hastings ha aggiunto che “nel Regno Unito (dove Netflix è già presente, ndr) ci sono servizi forti come iPlayer della Bbc, Lovefilm e Sky ma c’è ugualmente spazio per costruire un business di grande successo”.

“I risultati attuali – ha poi precisato – confermano la nostra convinzione che ci siano grandi possibilità internazionali per Netflix”.

La società sta cercando persone, almeno otto, per la sua sede di Amsterdam con esperienza nel settore legale, del marketing e delle pubbliche relazioni, compreso un Senior Manager per l’Europa.

 

Ma, dopo la decisione della Corte, le probabilità che gli operatori tlc e del cavo ostacolino la sua crescita, almeno negli Usa, sono aumentate, così come avvenne in passato proprio per il caso Covad.

 

Covad aveva un business model simile a quello di Netflix che ha richiesto il sostegno di regole federali che furono fissate dal Telecom Act del 1996 e poi dalla Fcc. Disposizioni che chiedevano a Verizon, AT&T e alle altre baby bell di condividere le loro reti con i service provider a un costo nominale.

Anche Netflix era protetta dalle regole fissate dalla Fcc sulla net neutrality che hanno evitato che i grossi internet provider potessero ostacolare la distribuzione di servizi dei grandi divoratori di banda.

 

Queste norme hanno permesso a Netflix di diventare il primo fornitore di film e programmi televisivi in streaming, con 44 milioni di abbonati nel mondo.

Un servizio di successo sia in Borsa che a Hollywood a cui Netflix ha dato un altro potente canale per la distribuzione di contenuti.

La piattaforma ha inoltre dato ai suoi clienti la possibilità di guardare video on-demand su ogni dispositivo – Tv, pc, smartphone o tablet – in linea con le esigenze dei telespettatori di oggi. E lo fa a un prezzo veramente basso rispetto agli altri competitor, circa 8 dollari al mese.

 

Tuttavia anche Covad, e altri provider come NorthPoint Communications e Rhythms Net Connections godevano all’inizio di buona salute.

Grazie alle regole della Fcc, Covad e altri player potevano offrire connessioni ultraveloci per aziende e utenti privati a costi molto competitivi. Un vantaggio che è durato il tempo che anche gli operatori tlc e via cavo aggiornassero le proprie reti a banda larga rendendole più efficienti e abbattendo anche i prezzi. Presto Covad dichiarò banca rotta. Fu poi assorbita da MegaPath e resta oggi un fornitore di nicchia.

 

Netflix ha però un vantaggio strategico rispetto a Covad il cui unico punto a favore era di offrire gli stessi servizi dei grandi operatori a un prezzo più basso.

Netflix diversamente può contare su una serie di accordi di licenza per la trasmissione di film e programmi televisivi che i suoi eventuali competitor come Verizon non hanno o almeno non ancora.

Ma Verizon, a qualche giorno dalla sentenza, ha annunciato l’acquisto della Tv online di Intel, una mossa che ci indica quali saranno le sue prossime mosse sul mercato entertainment.

Presto gli operatori tlc entreranno in questo business e l’unico fattore di differenza tra loro e Netflix sarà il prezzo dei servizi. Proprio come successe a Covad.

Finché Netflix sarà in grado di offrire agli utenti questi contenuti a un prezzo competitivo potrà difendere la sua posizione sul mercato del digital entertainment. Ma se Verizon e gli altri cominceranno ad attaccare questo vantaggio unico, facendo aumentare i costi per l’uso delle reti ai divoratori di banda, Netflix sarà costretta ad alzare i prezzi perdendo l’iniziale vantaggio e anche i clienti.