Pay Tv, indagine Ue su possibile cartello

di Raffaella Natale |

Nel mirino dell’Antitrust europeo sono finiti gli accordi tra le principali pay Tv europee e gli studios americani che, ‘bloccherebbero i contenuti dall’estero’.

Unione Europea


Joaquin Almunia

L’Antitrust Ue ha aperto un’indagine sul settore pay Tv in Europa. L’indagine è stata annunciata dal Commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia, che ha spiegato come nel mirino siano finite le intese e le licenze tra vari studios statunitensi ed esteri (Twentieth Century Fox, Warner Bros, Sony Pictures, NBC Universal, Paramount Pictures) e le maggiori piattaforme di pay Tv europee: BSkyB in Gran Bretagna, Canal Plus in Francia, Sky Italia, Sky Deutschland e DTS in Spagna.

 

In particolare la Commissione vuole accertare se queste intese impediscano alle emittenti europee di fornire i loro servizi oltre frontiera, per esempio rifiutando potenziali sottoscrittori da altri Stati membri o bloccando l’accesso transfrontaliero.

‘La Commissione – spiega Almunia – non vuole chiedere alle major di contrattare una licenza unica per tutti gli Stati, né mette in discussione il sistema di cessione delle licenze attualmente in atto. Ma vuole risolvere il problema dei cittadini europei che si abbonano a una pay Tv in uno Stato e se si spostano in un altro, per lavoro o per vacanza, non possono accedere ai contenuti per cui pagano l’abbonamento’.

Molte pay tv ora diffondono contenuti anche via internet, e anche questo mezzo è bloccato quando si passa il confine dello Stato.

Almunia ha citato da esempio l’impossibilità per un utente di Sky Deutschland di vedere i programmi a cui si è abbonato tramite un Pc portatile mentre si trova in Italia.

 

L’apertura di una procedura non pregiudica l’esito delle indagini, significa semplicemente che la Commissione esaminerà il caso con urgenza.

 

In altre parole, i contenuti audiovisivi, come i film di successo, sono concessi sotto licenza dagli studios americani ai broadcaster di tv a pagamento su base esclusiva e territoriale, più specificatamente, a una sola pay Tv per ciascun Paese membro.

 

Almunia ha ricordato che l’indagine arriva dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2011 che diede ragione alla proprietaria di un pub inglese che utilizzava schede tv greche per trasmettere le partite di Premier League nel suo locale. La Premier League fece ricorso, e perse. Almunia ha spiegato che da allora il calcio si sta adeguando alla sentenza, ma per i film invece ancora è ancora evidente.

 

A seguito dell’indagine aperta nel 2012, la Commissione valuterà se gli accordi di licenza per la trasmissione via satellite o in streaming stipulati tra gli studios americani e i principali broadcaster europei, che permettono a questi ultimi ‘protezione territoriale assoluta’, violino le regole Ue in materia di intese e abusi di posizione dominante, che vietano accordi anti-competitivi (Articolo 101 del Trattato Ue).  

 

Le clausole che assicurano la ‘protezione territoriale assoluta’ garantiscono che i film concessi in licenza dagli studios americani vengano distribuiti nello Stato membro dove il broadcaster opera. Questi film non possono essere trasmessi fuori da questi confini, nemmeno dietro richiesta di potenziali abbonati in altri Stati membri.