Banda larga, per il Senato 20 mln non bastano

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Per la Commissione Lavori Pubblici del Senato, i fondi previsti nella Legge di Stabilità, ‘insufficienti per consentire il completamento in tempi rapidi del Piano nazionale per la banda larga’.

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Maggiori risorse per le attività finalizzate “al completamento del Piano nazionale per la banda larga”. E’ la richiesta della Commissione Lavori Pubblici del Senato che ha esaminato, per le parti di sua competenza, il Disegno di Legge di Stabilità, esprimendo un parere favorevole con osservazioni.

 

La Legge di Stabilità (articolo 4, comma 10) autorizza la spesa di 20,75 milioni di euro per il 2014, al fine di completare il Piano per la banda larga.

Questo stanziamento reintegra le risorse, di pari importo, che erano state decurtate per il 2013 con una norma del decreto-legge n. 69 del 2013.

Sempre la Legge di Stabilità conferma la destinazione di circa 2,8 milioni di euro all‘Agenzia per l’Italia digitale per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016.

 

Le risorse pubbliche complessivamente disponibili per l’attuazione del Piano nazionale per la banda larga risultano attualmente pari a 150 milioni di euro, stanziati dallo Stato attraverso il Ministero dello sviluppo economico, a cui si aggiungono circa altri 200 milioni di euro tra fondi regionali e fondi comunitari, oltre a fondi privati (Leggi Articolo Key4biz).

 

La Commissione Lavori Pubblici ha ricordato che, visto il ritardo che l’Italia sconta in questo settore, “tali stanziamenti risultano insufficienti per consentire il completamento in tempi rapidi del Piano nazionale per la banda larga, che resta un obiettivo strategico per il Paese, essenziale anche per il superamento del digital divide e per l’attuazione dell’Agenda digitale europea“.

L’Italia, poi, indica ancora la Commissione, rischia di perdere nei prossimi mesi un ingente volume di fondi comunitari, a causa della mancata predisposizione di progetti per l’utilizzo degli stessi.

Senza tralasciare che, il coordinamento delle attività di settore, imperniate sull’Agenzia per l’Italia digitale, il cui statuto è ancora in fase di stesura, presenta una serie di difficoltà, anche a causa di un’organizzazione eccessivamente complessa e caratterizzata da una serie di sovrapposizioni tra i diversi soggetti competenti.

 

Pertanto, la Commissione, esprimendo parere favorevole, osserva che “occorre destinare un più stabile e congruo volume di risorse alle attività finalizzate al completamento del Piano nazionale per la banda larga, operando nel contempo un’accelerazione delle procedure necessarie”.

“A tal fine – si legge ancora –, anche in relazione alla stesura in corso dello statuto dell’Agenzia per l’Italia digitale, appare opportuno realizzare una semplificazione delle competenze e dei ruoli organizzativi dei soggetti responsabili del settore, per assicurare un miglior coordinamento dei vari interventi“.

 

Per la Commissione, “è prioritario destinare una quota significativa dei fondi comunitari spettanti all’Italia (con particolare riguardo ai fondi strutturali di prossima assegnazione) agli interventi infrastrutturali per l’attuazione del Piano nazionale per la banda larga necessari per lo sviluppo delle comunicazioni digitali nel Paese, attraverso la predisposizione di progetti mirati, con una programmazione certa delle risorse e dei tempi di realizzazione“.

 

L’Italia presenta tassi di diffusione della banda larga tra i più bassi in Europa, e circa l’8% della popolazione versa ancora in condizioni di digital divide. Le zone ancora non coperte da servizi a banda larga sono aree a fallimento di mercato, in cui gli operatori non sono incentivati a investire per via della scarsa remuneratività dovuta agli alti costi di copertura e agli scarsi ritorni economici.

Nella riunione del consiglio europeo del 24 e 25 ottobre scorso si è nuovamente ribadito il ruolo chiave dell’ICT per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e la necessità degli Stati membri di rafforzare gli interventi per raggiungere gli obiettivi fissati con la strategia Europa 2020. (R.N.)