Dipendenza da internet: apre negli Usa il primo centro per la disintossicazione

di Alessandra Talarico |

Il trattamento ‘intensivo’, della durata di 10 giorni, costerà 14 mila dollari perchè nessuna assicurazione sanitaria riconosce la dipendenza da internet come una condizione clinica.

Stati Uniti


Internet addiction

Aprirà lunedì prossimo presso il Bradford Regional Medical Center in Pennsylvania il primo centro americano per la cura della dipendenza da internet.

I primi 4 volontari che si sottoporranno al trattamento intensivo, della durata di 10 giorni, sono affetti da quella che gli psichiatri definiscono una vera e propria ‘dipendenza patologica da internet‘ – un’ossessione che si differenzia dalla dipendenza psicologica dalle nuove tecnologie e che condiziona la vita di chi ne soffre in maniera del tutto simile alla dipendenza da eroina.

La patologia si manifesta con diversi disturbi, che vanno dal bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore online per ottenere soddisfazione, alla mancanza di interesse per altre attività che non ruotano attorno al web, provocando agitazione, ansia, depressione, pensieri ossessivi dopo la diminuzione o la sospensione dell’uso della rete.

 

Il dibattito sull’esistenza della dipendenza patologica da internet è iniziato nei primi anni 90: da allora diverse ricerche hanno fornito le prove cliniche che essa non solo esiste, ma si sta diffondendo velocemente e – al pari di tutte le altre forme di dipendenza – è in grado di rovinare la vita di chi ne soffre. Ma lo stesso, negli Usa, nessuna assicurazione sanitaria riconosce la dipendenza da internet come una condizione clinica e così, chi vorrà farsi curare dovrà pagare 14 mila dollari.

 

L’internet addiction si presenta in diverse forme: si va dalla Cybersex addiction – ossia tutte quelle attività che provocano eccitazione sessuale come la ricerca di materiale pornografico o gli incontri in chat erotiche – alla Cyber relational addiction, che consiste in un bisogno di instaurare relazioni amicali o affettive con persone incontrate on-line anche molto lontane fisicamente (il 10% degli utenti Facebook sarebbe dipendente), fino alla information overload (ricerca ossessiva di informazioni) e alla dipendenza dai giochi virtuali interattivi.

 

Secondo uno studio cinese, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, un uso compulsivo del web modifica non solo il comportamento, ma anche la struttura del cervello, in particolare la sostanza bianca, ossia l’area in cui si trovano le fibre nervose, al pari di altri tipi di dipendenza come l’alcol o le sostanze stupefacenti.

 

Anche in Italia, negli ultimi anni, sono nate strutture dove è possibile curare la dipendenza da internet. Tra queste figurano il Centro per le psicopatologie da web del policlinico Agostino Gemelli di Roma, nato nel 2009, e l’ambulatorio dell’ospedale Molinette di Torino aperto nel 2010 e facente capo al dipartimento di Psicologia clinica.

 

Secondo una ricerca condotta da Federico Tonioni, coordinatore dell’ambulatorio sull’Internet Addiction Disorder del policlinico Gemelli le vittime di internet, in termini di dipendenza da giochi, reti sociali e chat sono sempre più giovani: l’età minima dei pazienti del centro si è abbassata fin verso gli 11 anni e circa l’80% delle persone da lui curate hanno tra i 16 e i 22 anni di età. Individui che passano anche 16 ore davanti a schermi luminosi di Pc, smartphone, console per video giochi e tablet, manifestando sintomi anche gravi di disturbo del sonno, difficoltà a concentrarsi negli studi e a relazionarsi con le persone.

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