Truffe e telequiz. Filippo Lucci (Coord. Naz. Corecom): ‘Necessario intervento immediato dell’AgCom’

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Filippo Lucci: ‘Questa tipologia di spot vanno ad aggiungersi ad un’affollata selva di programmazioni televisive che fanno leva sull’ingenuità dei consumatori e la speranza di facili vincite’.

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Filippo Lucci

Basta ai telequiz ingannevoli. E’ l’impegno del presidente del Corecom Abruzzo, Filippo Lucci, coordinatore nazionale dei Corecom italiani, che annuncia “un intervento immediato a tutela degli utenti” contro quelle che definisce vere e proprie ‘trappole’.

In una nota, Lucci ha commentato che “Da settimane su alcune reti nazionali si assiste alla messa in onda di spot pubblicitari sotto la veste di telequiz, in cui il conduttore pone delle domande talmente semplici da rasentare il banale e, rispondendo alle quali, attraverso un semplice messaggio dal cellulare, si può accedere a ricchi premi“.

 

“Quello che non si dice, altrettanto chiaramente – ha obiettato il coordinatore nazionale dei Corecom – è che, una volta inviato l’sms, si attiva sul proprio telefono un abbonamento a servizi dai costi elevati”.

 

Questa tipologia di spot, ha quindi spiegato, “vanno ad aggiungersi ad un’affollata selva di programmazioni televisive fatte di maghi e da giochi che pure in maniera differente, fanno tutte leva sugli stessi punti deboli e cioè l’ingenuità dei consumatori e la speranza di facili vincite“.

 

Questa mattina – continua Lucci – ho provveduto a inviare una segnalazione all’Autorità garante per le comunicazioni e all’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, per verificare se sussistono le condizioni di violazione del Codice di autoregolamentazione, per le eventuali azioni sanzionatorie, oppure per chiedere di sospendere la messa in onda di tali spot“.

 

Per Lucci, è il momento di intervenire concretamente: “Non possiamo più tollerare la reiterazione di tali violazioni. Già in passato, alcune aziende fornitrici di questi servizi e responsabili di spot assolutamente analoghi, sono state tacciate di pubblicità ingannevole e multate, ma a quanto pare gli editori televisivi continuano a mandare in onda queste trasmissioni. Nella nostra missione a tutela degli utenti, è imperativo segnalare tempestivamente queste situazioni“.

 

Secondo Lucci sono soprattutto i giovani utenti (ragazzi dai 12 ai 20 anni) a essere coinvolti, rispondendo al quiz con i loro telefonini, spesso del tutto inconsapevoli delle conseguenze a cui possono andare incontro.

 

“I Corecom vantano molta esperienza in questo ambito – ha ricordato Lucci – sulla scorta della loro continua attività di vigilanza sulla programmazione delle televisioni locali che ricorrono a queste forme di pubblicità ‘facile’ per garantirsi introiti sicuri. Siamo spesso intervenuti per garantire la correttezza delle programmazioni mandate in onda dalle emittenti nazionali e locali – ha concluso – poiché’ questo rientra nei compiti precipui dei Comitati per le comunicazioni e intendiamo rendere questa attività efficace a favore di ogni cittadino, anche quando sono televisioni nazionali a permettere queste attività”. (R.N.)