New Media: in un anno -7% di web tv, ma più strutturate

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Nel complesso, però, la rete è dinamica e crescono le offerte multipiattaforma.

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Web tv, dispositivi mobili e social network, come sta cambiando il mercato media? Il punto della situazione è stato fatto in occasione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia (Leggi Articolo Key4biz) dove è stata presentata la ricerca annuale Netizen (internet e citizen), ideata e promossa dall’osservatorio e network Altratv.tv.

Dai dati raccolti è emerso che la crisi economica ha cominciato a riguardare anche i new media. Le web Tv sono adesso più strutturate e c’è un uso più consapevole delle reti sociali e del largo uso dei dispositivi mobili, da smartphone a tablet.

Nel 2012 si sono registrate 1350 realtà, di cui 584 web tv e 766 media digitali. L’ultimo monitoraggio contava 642 web tv, si registra quindi per la prima volta un segno negativo: -7% rispetto al 2011.

 

Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv.tv , ha sottolineato: “L’ecosistema digitale in Italia è sempre più strutturato, ma si registra una notevole battuta di arresto. C’è un consolidamento di posizioni dominanti, ovvero coloro che hanno investito negli anni stanno raccogliendo i frutti. Altri, invece, sono scalzati fuori“.

“Nel complesso, però, – ha indicato Colletti – la rete è dinamica e crescono le offerte multipiattaforma e la capacità di intercettare l’utente anche in mobilità, grazie a contenuti digitali su smartphone e tablet”.

 

La ricerca, condotta intervistando 400 ‘antenne’ italiane, indica che Lombardia (81), Puglia (74), Lazio (66) ed Emilia Romagna (50) sono le regioni con la maggiore distribuzione di web tv. Puglia (71), Lombardia (66), Campania, Lazio e Sicilia (65) quelle dove si registra il maggior numero di media digitali. La pubblica amministrazione conta 115 web tv, mentre quelle delle università sono 32. I piccoli operatori che resistono si strutturano maggiormente, si consorziano, tendono a influire nell’agenda del territorio e a intercettare community più coese e con investimenti più cospicui. Crescono le realtà con un target verticale (28%), rispetto a quelle di taglio generalista e territoriale (60%). E i pubblici sono la vera novità, più maturi che in passato: due su tre hanno sopra i 24 anni. Cresce l’intesa con la PA: ben il 40% registra riconoscimento e collaborazione (rispetto ad un 36% che denuncia indifferenza) e un 8% formule di finanziamento. Un’antenna su due (precisamente il 52%) produce contenuti ottimizzati anche per una fruizione su dispositivi mobili e addirittura un 9% ha sviluppato una app con contenuti ‘freemium’, ovvero gratuiti e a pagamento. (r.n.)