Le Tv private resistono alla crisi europea. In Italia, Sky meglio di Mediaset

di Raffaella Natale |

Dai dati dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo emerge, infatti, che il crollo della pubblicità ha colpito diverse aziende, mentre vanno meglio le pay-Tv e i broadcaster che hanno puntato su servizi di VOD e digitale.

Unione Europea


Connected Tv

Le Tv private europee procedono bene nonostante la crisi economica che attanaglia il Vecchio Continente. Secondo i dati presentati al MIPTV dall’Osservatorio europeo dell’audiovisivo, organismo istituito nell’ambito giuridico Consiglio d’Europa, mentre la Ue ha perso lo 0,3% del PIL nel 2012, le 20 principali aziende televisive hanno registrato un fatturato in crescita dell’1,9%. 

Ancor meglio la situazione per le pay-Tv in aumento del 3,7% a dispetto dei gruppi televisivi finanziati dalla pubblicità, le cui entrate sono diminuite dell’1%. Mentre i broadcaster controllati da azionisti americani hanno messo a segno un +2,9%.

 

In testa alla classifica (dati 2012), la divisione britannica di Sky, BSkyB, con un fatturato in crescita del 5,4% a 8,5 miliardi di euro, segue l’americana Liberty Global (7,8 miliardi, +6,3%) e la lussemburghese RTL group (5,99 miliardi, +4%).

La società francese Vivendi (Canal Plus) occupa il quarto posto della classifica con un fatturato di 5 miliardi, in crescita del 3,2%.

Al quinto posto Mediaset, con entrate per 3,7 miliardi di euro e una crescita dello 0,7%. Al settimo posto troviamo Sky Italia con 3 miliardi di fatturato in aumento del 5%.

 

Le aziende televisive finanziate principalmente dalla pubblicità hanno avuto risultati contrastanti. RTL e ProSiebenSat.1 Media AG hanno vissuto una crescita significativa (rispettivamente 4% e 7,7%) grazie alle attività di diversificazione (canali tematici, servizi on-demand, produzione e vendita di programmi in Europa e sul mercato americano).

Fremantle, divisione di produzione di RTL Group, ha visto uno sviluppo delle proprie entrate del 19,7 %. Per ProSiebenSat.1 Media AG, le revenue sono aumentate del 61,8% e quelle provenienti dal digitale del 38,1 %. Sebbene piccola, anche la crescita di ITV è dovuta alla diversificazione.

 

Per contro, invece, per il secondo anno consecutivo non è cresciuto il fatturato del broadcaster francese TF1 e la crisi della pubblicità ha avuto conseguenze importanti in Italia, Spagna ed Europa dell’est con ripercussioni negative sui bilanci di Mediaset (-12,5%), Antena 3 (-7,9 %), CME (-10,7 %) e TVN (-7,8 %).