Rai, alla Corte dei Conti consegnato scottante dossier sugli sprechi

di Raffaella Natale |

Nel documento del Codacons, dettagli sui mega-compensi per i conduttori, ma anche sugli appalti per le forniture. Intanto il Pm dà ragione all’UNC per il caso ‘Affari tuoi’.

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In un’Italia in profonda crisi economica, dove vince le elezioni un partito, il M5s, che nel suo programma mette come punto essenziale il taglio degli ‘stipendi’ dei parlamentati e dove i due presidenti di Camera e Senato appena insediatisi annunciano un grosso taglio alle spese dei propri uffici, colpisce che la Rai continui a spendere e spandere il denaro dei contribuenti. Soprattutto perché le promesse del direttore generale Luigi Gubitosi e del presidente Anna Maria Tarantola era state quelle di realizzare una spending review anche nella Tv pubblica.

Ad oggi, tranne qualche piccolo provvedimento, non è stato fatto nulla e la Rai continua a presentare conti in rosso mentre si investono 1 milione di euro a puntata per il programma di RaiUno ‘The Voice’, stando a quanto denunciato da Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (Leggi Articolo Key4biz).

 

Intanto è di oggi la notizia che il Codacons ha depositato questa mattina alla Corte dei Conti il dossier sugli sprechi alla Rai annunciato la scorsa settimana. Documenti che riguardano la precedente gestione.

“Dopo l’apertura dell’indagine sui compensi pagati dalla rete di Stato al calciatore Bobo Vieri per la partecipazione a ‘Ballando con le stelle’ inchiesta nata proprio da un nostro esposto – spiega il Codacons – abbiamo raccolto in un unico documento tutti i casi in nostro possesso relativi a spese sospette, costi esagerati, o malagestione dei fondi all`interno della tv pubblica, e li abbiamo sottoposti oggi al vaglio della magistratura contabile” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il documento redatto dall’associazione spazia dagli elevati costi di alcune trasmissioni che secondo il Codacons “hanno raccolto pessimi risultati in termini di audience, ai mega-compensi pagati a conduttori e ospiti dei vari programmi tv, ma affronta anche aspetti relativi alla gestione Rai, come gli appalti per le forniture, i rapporti di lavoro con dipendenti e funzionari, la creazione dei palinsesti, la raccolta pubblicitaria”.

“Nel dossier – scrive sempre la Codacons – anche un documento con cui un direttore di rete propone a un produttore di dividere con lui il compenso pagato dalla Rai per una produzione”.

 

La Codacons, ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi, si aspetta un’ampia indagine da parte della Corte dei Conti, affinché faccia chiarezza sulla gestione dei fondi raccolti dalla Rai attraverso il canone.

Purtroppo siamo costretti a denunciare – sottolinea il Codacons – come la nostra attività a tutela dei soldi dei cittadini costi la nostra totale esclusione dai programmi Rai”.

 

Amara costatazione, ma capita anche che alla fine la giustizia trionfi. Com’è stato per il caso del Segretario generale dell’UNC Massimiliano Dona che ha portato a casa una bella vittoria per il caso che riguarda il programma Rai ‘Affari tuoi’.

“Leggere le parole di un Pubblico Ministero che ribadisce la veridicità delle cose scritte nel mio libro-inchiesta ‘Affari loro’ ha il gusto della vittoria!”, ha commentato Dona che  festeggia il provvedimento della Procura di Roma che ha dichiarato “Affari tuoi” “assolutamente scorretto“.

 

“Insieme al TG satirico di Antonio Ricci ‘Striscia la notizia – ha ricordato Dona- sollevammo forti dubbi sulla regolarità del gioco di RaiUno: in particolare quando nel 2009 fui chiamato dallo stesso programma per controllare che tutto si svolgesse in maniera trasparente mi accorsi, e oggi lo conferma il procuratore Leonardo Frisani, che ‘i concorrenti più accorti  erano stati messi in grado di individuare i pacchi contenenti i premi più ricchi’. Ma ai miei dubbi, raccontati nel libro ‘Affari loro’ ed esposti in una denuncia alla Procura della Repubblica, dopo una prima inchiesta terminata con l’archiviazione (ma che lasciava molti dubbi sulla regolarità del gioco), è seguita una denuncia per diffamazione da parte del notaio della trasmissione Luigi Pocaterra”.

Oggi – ha concluso Dona – secondo il procuratore, quella querela non ha alcun fondamento né per Striscia (‘ricevere il Tapiro non ha alcuna rilevanza penale’), né nei miei confronti: ‘Dona si è limitato alla semplice esposizione dei fatti’, si legge infatti nel provvedimento del Pubblico Ministero”.