France Telecom: il 2013 nuovo ‘annus horribilis’

di Alessandra Talarico |

Secondo l’ad Stephane Richard, quale l’Arpu mobile (i ricavi per abbonato) scenderà quest’anno di un altro 10%.

Francia


Stephane Richard

Il 2012 è stato un ‘annus horribilis’ per France Telecom: difficoltà legate al contesto macroeconomico, alla concorrenza internazionale, alla pressione regolamentare e all’arrivo del quarto operatore mobile sul mercato domestico hanno generato un calo dell’utile netto del 30,7% a 3,38 miliardi di euro. I ricavi del gruppo sono scesi a quota 43,5 miliardi di euro (-2,7%).

 

E il 2013 non andrà meglio: “Non ci attendiamo un 2013 particolarmente facile. Siamo in un ciclo deflazionistico del prezzo del mobile”, ha spiegato l’ad Stephane Richard, secondo il quale l’Arpu (i ricavi per abbonato) mobile scenderà quest’anno di un altro 10%.

Già nel 2012, il fatturato della divisione mobile – che rappresenta ancora circa un quarto della redditività del gruppo – è sceso del 6,6%. E, senza il contratto di roaming siglato con Free Mobile (che feroci critiche ha scatenato da parte dei concorrenti), il calo sarebbe stato molto più forte.

 

La redditività è sotto pressione anche all’estero, soprattutto in Egitto, dove il gruppo conta 32 milioni di utenti mobili (più che in Francia), ma anche in Polonia. La conseguenza è che il margine operativo lordo è diminuito del 7,4% a 13,8 miliardi di euro, mentre il gruppo dovrà affrontare enormi investimenti nei prossimi anni per le reti ad alta velocità.

Tutti questi problemi, oltre al calo dei dividendi deciso lo scorso autunno, si riflettono sul prezzo delle azioni, vicino ai minimi. Dall’inizio del 2012, il titolo è sceso del 40%.

 

Un po’ la stessa situazione in cui si trova anche l’operatore storico italiano: Telecom Italia ha perso in un anno oltre il 28% e ha da poco annunciato il dimezzamento dei dividendi.

 

Per France Telecom, l’unica chance è quella di “attaccare seriamente la base costi in Francia” ha detto ancora Richard, sottolineando che da qui al 2015 il gruppo conterà 7 mila dipendenti in meno. Altri 30 mila pensionamenti sono previsti entro il 2020 su una base dipendenti complessiva di 100 mila persone in Francia.