Agenda digitale, ritardi e incertezze rallentano l’ICT. Intervista al presidente ANITEC Cristiano Radaelli

di di Raffaele Barberio |

L’introduzione e l’adozione dell’Agenda Digitale italiana richiede un profondo cambiamento culturale e dei processi di funzionamento della Pubblica Amministrazione, delle aziende, della Scuola e della Sanità.

Italia


Cristiano Radaelli

Con un valore complessivo di quasi 59 miliardi di euro nel 2012, il mercato italiano dell’ICT è il quarto in Europa. Incertezza economica-finanziaria e volatilità dei mercati hanno caratterizzato tutto lo scorso anno che s’è chiuso con una flessione complessiva di circa il 3% rispetto al 2011. E per il 2013 si prevede ancora un rallentamento degli investimenti sui quali peseranno anche ritardo e dubbi sull’attuazione del Decreto sull’Agenda Digitale.

E’ quanto emerge dal Rapporto di IDC, illustrato ieri a Milano (Leggi Articolo Key4biz) in occasione della presentazione del ManifestoAgenda Digitale: la via maestra per avvicinare cittadini, politica e istituzioni” di ANITEC, Associazione Nazionale Industrie Informatica, Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo aderente a Confindustria.

Dati che fanno riflettere e dei quali abbiamo parlato con il presidente di ANITEC, Cristiano Radaelli.

 

K4B. Il Manifesto ANITEC ha un obiettivo ambizioso: avvicinare cittadini, politica e istituzioni attraverso l’Agenda Digitale. In vista delle prossime elezioni, quale posizione potrebbe essere utile per realizzare questo progetto?

 

Radaelli. In linea con le posizioni di Confindustria, pensiamo ai possibili sviluppi nel campo dei servizi pubblici, quale la sanità, e della PA. Ma è necessario che tutto ciò abbia come obiettivo la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, permettendo allo stesso tempo il miglioramento del rapporto fra cittadini e organi di rappresentanza.

 

K4B. In che modo questi principi possono essere funzionali alla crescita?

 

Radaelli. La maggior efficienza del sistema sociale nel suo complesso è presupposto per la crescita economica. Si pensi che, secondo il Rapporto IDC, dal 2005 al 2009 l’economia digitale in Italia ha creato più occupazione di quanta ne abbia distrutta: il contributo occupazionale netto è stato di 320.000 unità, con la creazione di 1,8 posti di lavoro per ogni posto eliminato, rispetto a 2,6 della media di 13 paesi sviluppati o a 3,9 della Svezia. La differenza rispetto agli altri paesi è dovuta alla minore capacità di creare occupazione digitale da parte delle PMI: in Italia il rapporto è 1 a 1, mentre in Francia è 1,8 (Digital Advisory Group). L’ICT può modificare questa situazione, allineandoci agli altri paesi europei. L’ICT è, per questo, uno dei principali fattori in grado di generare crescita e sviluppo per l’economia italiana.

 

K4B. Cosa chiedete, quindi, a politica e istituzioni?

 

Radaelli. L’introduzione e l’adozione dell’Agenda Digitale italiana, in linea con quella europea, richiede un profondo cambiamento culturale e dei processi di funzionamento della Pubblica Amministrazione, delle aziende, della Scuola e della Sanità. Questo cambiamento deve essere governato e organico e deve coinvolgere tutti gli attori della filiera (pubblica amministrazione, imprese, scuola e cittadini). È necessario sviluppare un piano industriale che permetta di incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo (l’obiettivo europeo è ottenere che entro il 2020 raggiungano almeno il 3% del PIL) e assicurare la presenza in Italia di tutta la filiera (quindi R&D, produzione, vendita e servizi) il tutto con grande attenzione alla sicurezza informatica. Il settore ICT deve essere anche quello che ci permette giorno dopo giorno di spostarci meglio, inquinando di meno, di risparmiare tempo, di dare presenza internazionale alle nostre azienda (anche attraverso lo sviluppo dell’eCommerce) e, in sintesi, di ottimizzare le risorse, nell’ottica di uno sviluppo sempre più sostenibile, non solo sotto il profilo ambientale.

 

K4B. Su quali attività concentrerete la vostra azione per il prossimo anno?

 

Radaelli. ANITEC si è mossa negli scorsi mesi su molti fronti per rappresentare le istanze delle aziende associate e per essere motore di quel cambiamento culturale che riteniamo essenziale per lo sviluppo del Paese. Gli aspetti su cui abbiamo lavorato e continueremo a lavorare sono: l’agenda digitale; l’economia circolare e come l’ICT possa contribuire a una sempre maggiore sostenibilità e qualità della vita; la ricerca scientifica nel settore ICT e la collaborazione con università e centri di ricerca (ultima partnership avviata, quella con Trento Rise). Inoltre la partnership con Nuvola Verde per il Salone del Libro di Torino e per Knowledge il Salone della Conoscenza, importante evento primo del suo genere che si terrà sempre a Torino in autunno.

Impegni divulgativi di primaria importanza quindi, che intendono dare al sistema d’impresa il ruolo di protagonista nei processi legati alla conoscenza e al cambiamento digitale.

 

Per maggiori informazioni:

Manifesto ANITEC

Rapporto IDC (SLIDES)